Il settimanale Panorama esalta il petrolio lucano e la realtà di Viggiano – difficile trattenersi dal non replicare

 

Associazione Intercomunale LucaniaCircolo Territoriale VAS Vulture-Alto Bradano

 

Capita di leggere un articolo/reportage sull’ultimo numero del settimanale Panorama intitolato “Il Sì di Viggiano nell’Italia dei No”. 

A fine lettura sembra di aver fatto un viaggio surreale nella realtà petrolifera della Basilicata (http://www.vasonlus.it/?p=23935).

Il giornalista Carlo Puca, autore dell’articolo, è abbastanza noto per le sue esaltazioni indirizzate alle estrazioni petrolifere in Basilicata ed in Campania come facilmente riscontrabile nella trasmissione televisiva su LA7 del 2014 (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=FE3EKfeUaE8).

Copertina Panorama

Panorma sulla questione petrolifera a Viggiano

I viaggi virtuali in Basilicata  

Niente di nuovo poiché, ultimamente, sono di moda i viaggi virtuali nella Lucania infelix.

Potrebbe essere utile ricordare il viaggio virtuale all’interno di un pozzo petrolifero che venne organizzato nel Campus di Macchia Romana, a Potenza.

Si trattò di una giornata dal titolo “Take a journey into the dephts of Tempa Rossa” e diede la possibilità agli studenti di vivere un’esperienza all’interno del pozzo petrolifero “Gorgoglione 2”, uno dei sei pozzi petroliferi del progetto Tempa Rossa, indossando gli speciali occhiali Oculus VR collegati ad un’applicazione 3D.

Un viaggio virtuale sviluppato, ovviamente, da una compagnia petrolifera quale la Total E&P Italia in Basilicata (cfr. http://portale.unibas.it/site/home/comunicati-stampa/articolo3482.html).

Recentemente c’è stata la presentazione del progetto intitolato “Basilicata: Another Dimension”, un racconto sperimentale in 3D per la valorizzazione del territorio lucano e delle eccellenze imprenditoriali voluto da Confindustria Basilicata e sostenuto da un’altra compagnia petrolifera, in particolare dall’Eni (cfr. http://www.eni.com/eni-basilicata/news/2015/2015-12-10-eni-sostiene-another-dimension.shtml).

L’articolo letto sul settimanale Panorama si porrebbe in linea con quei progetti che hanno come obiettivo raccontare in 3D la Basilicata per illustrare una realtà eufemisticamente felice ed entusiasmante con la “piacevole” convivenza delle attività petrolifere.

Difficile resistere dal far notare che nell’articolo vi sono diverse inesatte, diverse mezze verità, tanta superficialità nel descrivere una realtà estremamente complessa e, in parte, compromessa dall’attività petrolifera.

Alcune inesattezze nell’articolo di Panorama 

L’articolo parla di un “registro tumori” rispetto al quale sarebbe stato opportuno precisare che trattasi di un registro non accreditato (cfr.  http://www.registri-tumori.it/cms/it/RTnew ) con dati parziali che non consentono di descrivere l’intera realtà della Regione Basilicata dovendo considerare non soltanto coloro che si curano all’interno dei confini regionali, ma anche coloro che preferiscono recarsi in centri ospedalieri fuori Regione.

Come non ricordare, all’autore dell’articolo di Panorama, che per il dottor Rocco Galasso, responsabile del registro tumori regionale, le neoplasie affliggono di più le donne e non gli uomini perché vi è nella nostra Regione una “generale tendenza delle donne a fare propri, stili di vita maschili come fumo e alcol”. (cfr. http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/donne-lucane-piu-tumori-perche-bevono-fumano-uomini-16672.php).

All’epoca non stupirono queste dichiarazioni perché difficilmente si dimentica il modo con cui vengono affrontate le problematiche di inquinamento in Italia.  

Come il caso Ilva di Taranto dove il gip Patrizia Todisco, il giudice che a luglio 2012 mise sotto sequestro gli impianti dell’Ilva per disastro ambientale per l’inquinamento della fabbrica siderurgica che avrebbe causato negli anni “malattia e morte”.  

In quel caso per il Dott. Enrico Bondi che venne nominato commissario dell’Ilva a partire dal 4 giugno 2013 su decreto del Governo Monti, la diffusione dei tumori a Taranto era dovuta all’elevata diffusione del fumo di sigarette e non all’inquinamento delle polveri sottili dovute all’Ilva. (cfr. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-14/tumori-taranto-colpa-sigarette-172046.shtml?uuid=AbFquBEI). 

Sembrerebbe che una banalizzazione del problema salute ci fu sul caso Ilva a Taranto e un’altrettanta banalizzazione del problema salute si stia verificando nella nostra Regione. 

Tra il reale ed il virtuale c’è sempre la tragico-comica scelta tra interessi societari e diritti della collettività.  

Tra le due opzioni prevale spesso la prima, mettendo in campo tutte le “risorse” perché si offuschi il motivo della scelta dettata dalla convenienza di pochi a discapito di tanti.  

Ritornando all’articolo di Panorama, in molti avranno notato che si parla anche dell’Arpab e del suo ex Direttore Schiassi inserito nell’elenco dei 37 indagati rispetto al quale, forse, sarebbe stato opportuno ricordare che recentemente è stato sfiduciato, dall’attuale politica regionale, oltre che sostituito (cfr. http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/pittella-sfiducia-schiassi-pubblicato-bando-nuovo-direttore-arpab-18840.php).

L’articolo precisa che i 37 indagati sarebbero per “la gran parte impiegati senza alcun potere decisionale”.  

Una frase, quest’ultima, un po’ riduttiva costatato che nell’elenco si leggono i nomi dell’ex capo del distretto meridionale Eni, del direttore della società Tecnoparco Valbasento, di un dirigente Eni, di un ex dirigente dell’Ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata, di un dirigente dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Potenza, di un ex dirigente Arpab, di un dirigente dell’ufficio suolo e rifiuti dell’Arpab e di un ex direttore generale dell’Arpab (cfr. http://ufficiostampabasilicata.it/blitz-della-procura-al-centro-oli-37-indagati-per-traffico-illecito-di-rifiuti/).

L’articolo parla dell’invaso del Pertusillo senza fare cenno alle analisi ripetute che hanno rilevato presenza di idrocarburi e non solo.

Si invita, l’autore dell’articolo, a guardare i seguenti video al fine di completare l’informazione diffusa da Panorama e, forse, capacitarsi che la situazione in Basilicata è un po’ meno idilliaca di quella descritta (https://www.youtube.com/watch?v=HIiXjfofDAE ed anche http://jollygreengiant.basilicata24tv.com/inchieste/pertusillo-verita-idrocarburi-lago-top-secret-107.php). 

Meglio non parlare del gas flaring e dell’inquinamento accertato 

Nell’articolo si parla del Centro Olio Val d’Agri di Viggiano, ma non si fa alcun cenno al suo essere un’attività a rischio di incidente rilevante sottoposta alla Direttiva Seveso, al suo trovarsi a ridosso del centro abitato e alle ripetute fiammate dovute al gas flaring d’emergenza che rappresenta uno dei tanti aspetti di una realtà molto più articolata di cui non si trova traccia alcuna nell’articolo di Panorama (cfr. http://www.vasonlus.it/?p=23977).

Fiammate nel Cova di Viggiano

Una delle fiammate al COVA di Viggiano

Nell’articolo si parla dei prodotti alimentari Dop e Igp della Basilicata, di cui siamo sicuramente fieri, ma sarebbe stato opportuno parlare anche dell’inquinamento da idrocarburi, metalli pesanti, Pcb e microcistine in peperoni, fieno, olio, miele, latte, funghi e pesci (cfr. http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/regione-sapeva-2009-contaminazione-aree-petrolifere-18045.php).

Giornale Lucano 30.8.2015.

Il Giornale lucano sulla questione della contaminazione della catena alimentare

Nell’articolo di Panorama si parla dei grandi vantaggi che ha portato il petrolio all’economia locale, ma sarebbe stato opportuno precisare che i principali vantaggi erano e sono per le società petrolifere, ma scarsi sono i vantaggi per i cittadini se si considera anche l’aggravamento delle condizioni sociali, ambientali ed economiche per il settore agricolo che ha visto, nell’era del petrolio, un dimezzamento delle proprie aziende (cfr. http://www.intercomunalelucania.it/2014/12/aziende-agricole-dimezzate-nell-area-del-petrolio-e-c-e-ancora-chi-parla-di-sviluppo-ambiente-e-petrolio.html).

Gazzetta Mezzogiorno 8.12.2014

Articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno dell’8 dicembre 2014

Da svariati anni l’Organizzazione lucana ambientalista (Ola) ha cercato di alzare il livello di attenzione sui numerosi incidenti che hanno riguardato pozzi petroliferi, gli oleodotti la cui possibile usura, la possibile insufficiente manutenzione e i possibili problemi tecnici possono causare danni enormi all’ambiente e quindi alla salute.

Si ricorda il caso del pozzo Eni “Monte Alpi 1 Est”, in agro di Grumento Nova, che nel 2002 fu interessato da un incidente che comportò, secondo fonti Eni, la fuoriuscita di 500 litri di greggio in pressione.

Il petrolio uscito a forte pressione, spinto da un forte vento, impregnò una vasta superficie di circa 3 ettari coperta da vegetazione (cfr. http://www.olambientalista.it/?p=17699).

Non sembra affatto idilliaco constatare che vicino al centro abitato di Villa d’Agri e ad un ospedale del medesimo Comune, limitrofo a Viggiano, sia stato autorizzato un pozzo petrolifero rispetto al quale la probabilità che possa essere oggetto di un incidente non è nulla.

 Pozzo Alli Or

Pozzo Alli 2 Or in Basilicata (fonte Ola)

Invito ai lettori di Panorama 

Ai lettori di Panorama si consiglia anche di vedere la Basilicata con gli occhiali della realtà piuttosto che con quelli virtuali forniti dalle compagnie petrolifere incominciando dal video inchiesta, a cura del “Corriere della Sera”, intitolato “L’oro nero che in Italia rende poveri” (cfr. http://www.corriere.it/inchieste/oro-nero-che-italia-rende-poveri/66d3009e-d108-11e2-9e97-ce3c0eeec8bb.shtml).  

Infine, si consiglia all’autore dell’articolo la lettura di un recentissimo articolo che lo porterà con mano in un viaggio più reale e meno virtuale che descrive una Viggiano, ancora in attesa di essere sottoposta ad una VIS (Valutazione d’Impatto Sanitario) con annessa indagine epidemiologica, ampiamente diversa da quella propinata nel suo articolo (cfr. http://www.internazionale.it/reportage/2015/08/15/basilicata-petrolio).

 

16 dicembre 2015

 

Donato Cancellara

Associazione VAS Onlus per il Vulture Alto Bradano

Associazione Intercomunale Lucania

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