Immagini del cambiamento: lampade LED e inquinamento luminoso a Milano

 

Milano nel 2015

La Nasa ha pubblicato due foto di Milano, scattate dagli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale (ISS), che mostrano cosa succede quando una grande città sostituisce la sua vecchia illuminazione pubblica con lampade a LED. 

Nell’immagine del 2012, il livello di illuminazione del centro di Milano è simile a quello delle sue periferie.

Milano nel 2012

Nell’immagine il 2015, presa dopo che il Comune è passato alle LED nel centro della città, la luce è notevolmente più luminosa e più bluastra, limitando ulteriormente la possibilità di vedere le stelle.

Gli scienziati stanno utilizzando le foto scattate dall’ISS per misurare in modo affidabile il livello di  inquinamento luminoso in tutto il mondo, uno studio che non riguarda solo città e strade, ma anche gli effetti della debole luce indiretta diffusa, che fino ad ora non era stato misurato quantitativamente. 

I nuovi risultati confermano che questa diffusa luminosità, visibile dallo spazio, proviene dai lampioni e dai palazzi.

È questo che rende così luminosi i cieli notturni delle città e che limita drasticamente la visibilità delle stelle deboli e della Via Lattea.

Un team di ricercatori dell’Universidad Complutense di Madrid e del Cégep di Sherbrooke in Canada che lavora al progetto Cities at Night, nel 2015 ha presentato alla XXIX Assemblea generale dell’International Astronomical Union (IAU) a Honolulu uno studio che, utilizzando le immagini degli astronauti dell’ISS e i dati del Defense Meteorological Satellite Program e del Suomi National Polar-orbiting Partnership Satellite, evidenzia anche un altro problema: i Paesi e le città europei con un elevato debito pubblico – quindi Italia in testa – sono anche quelli con il consumo pro-capite di energia più elevato per l’illuminazione stradale e che nell’Unione europea il costo totale del consumo di energia per l’illuminazione pubblica è di 6,3 miliardi di euro all’anno.

Il passaggio all’illuminaziona LED risponde anche alla necessità di risparmio, non solo energetico.

A partire da luglio 2014, Cities at Night  ha catalogato oltre 130.000 immagini – l’intero archivio ad alta risoluzione dell’ISS – e le ha georeferenziate per metterle su una mappa. 

Le immagini sono state anche tarate con la luminosità delle stelle che si vedono dalla Stazione spaziale internazionale, così come con la misurazione a terra della luminosità del cielo notturno.

Fino ad allora le misurazioni dell’inquinamento luminoso dovevano essere fatte in situ e potevano servire solo a realizzare una singola misurazione nella mappa dell’inquinamento luminoso. 

Questo nuovo metodo, mettendo insieme le misurazioni spaziali dell’inquinamento luminoso con le misurazione della luminosità dei cieli notturni terrestri, rende possibile, per la prima volta, avere una mappa affidabile dell’inquinamento luminoso su aree estese.

Dopo aver ottenuto il sostegno  iniziale di NASA, ESA, Canadian Space Agency,  Cities at Night ha avuto l’aiuto di Google Outreach e Cartodb  per visualizzare i prodotti, mentre MediaLab-Prado ha contribuito alla progettazione delle pagine web e Crowdcrafting /Scifabrik  ha supportato l’hosting del programmadi citizen science.  

Kickstarter e la Sociedad Española de Astronomía hanno aiutato ad organizzare le conferenze per presentare i risultati, e l’Universidad Complutense de Madrid e il Cégep ospitano  i ricercatori.

Il leader dei ricercatori di Cities at Night, Alejandro Sánchez de Miguel, sottolinea che «fino all’avvento dei nuovi satelliti, le fotografie degli astronauti erano la nostra unica finestra e colori e ad alta risoluzione sulla Terra».

«Questo progetto di citizen science è di vitale importanza per i ricercatori impegnati in molti campi scientifici – concludono all’ IAU – Studiare la tecnologia dell’illuminazione dall’orbita è attualmente ancora più importante rispetto a prima a causa dalla massiccia transizione verso la tecnologia LED.  

Lampioni  LED sono stati installati, o ne è stata annunciata l’installazione,  in diverse grandi città  così come  nelle città più piccole,  in tutto il mondo.  

Il lampioni a LED peggiorano significativamente l’inquinamento luminoso – come ad esempio  lo sky glow  – in quanto emettono  più luce blu e verde rispetto alle luci al sodio ad alta pressione che in genere sostituiscono.  

La Stazione spaziale internazionale è l’unico luogo dal quale è possibile stimare la prevalenza dei diversi tipi di tecnologie di illuminazione utilizzati nelle città di tutto il mondo e per misurare l’impatto di inquinamento luminoso per l’ambiente e la salute umana».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 14 giugno 2016 sul sito online “greenreport.it”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas