Proposta di legge regionale Veneto n. 143: divide et impera

 

Montegaldella.00

“[…] per fare l’albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto, per fare il frutto ci vuole un fiore…”.

Ma se sei la Regione Veneto, non ti serve nulla di tutto questo.

Infatti il Disegno di Legge di iniziativa della Giunta regionale n. 143 intitolato “Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette” non si occupa, come ci si aspetterebbe, di rinaturazione, di corridoi ecologici, di ambienti agricoli, miglioramento ambientale, boschi, corsi d’acqua, dighe, cave, discariche, siepi campestri, aree a verde pubblico, flora, fauna e così via, ma si limita ad abolire i vigenti piani ambientali dei parchi regionali e a delegare alla amministrazioni comunali il compito di decidere in materia paesaggistica.

Cioè disfa tutto ciò che era stato fatto a tutela dei parchi naturali del Veneto e rimette al centro gli interessi umani rispetto a quelli di conservazione della natura.

L’Avvocato leghista Cristiano Corazzari[1], Assessore al territorio, cultura e sicurezza e promotore del disegno di legge[2], sta portando avanti con gran fretta il DDL: se ne prevede l’approvazione entro l’estate.

Con la Deliberazione della Giunta regionale n. 687 del 17 maggio 2016 è stato commissariato anche il Parco Naturale Regionale dei Colli Euganei[3], l’ultimo baluardo (per così dire) dopo il decadimento degli altri parchi regionali: Fiume Sile, Lessinia, Delta Po, Dolomiti d’Ampezzo (quest’ultimo gestito da un soggetto privato secondo la convenzione che la Regione del Veneto ha stipulato all’atto di costituzione del Parco)[4].

Il progetto di legge a firma Corazzari e Giunta regionale parte subito in quarta con modifiche e abrogazioni (art. 41 PDL 143) di norme preesistenti: non si limita a sostituire la Legge regionale 16 agosto 1984, n. 40 “Norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali” (art. 41 c. 2 lett. a) PDL 143) ma va ad abrogare (art. 41 c. 2 lett. b) c) d) e) f) PDL 143) una sfilza di articoli delle singole leggi istitutive di ciascun parco naturale regionale, eliminando i vigenti piani ambientali dei parchi:

  • Parco Regionale dei Colli Euganei, L.R. n. 38 del 10.10.1989;
  • Parco Naturale Regionale della Lessinia, L.R. n. 12 del 30.01.1990;
  • Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, L.R. n. 21 del 22.03.1990;
  • Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, L.R. n. 8 del 28.01.1991;
  • Parco Naturale Regionale del Delta del Po, L.R. n. 36 del 08.09.1997.

Sono proprio i piani ambientali che, concretamente, guidano l’attività di conservazione della natura all’interno dei parchi e, come fatto presente dal Prof. Gianni Sandon[5], nel caso dei Colli Euganei: «Il Piano Ambientale è impostato su uno studio rigoroso del paesaggio (basti ricordare che è basato sull’analisi delle 27 “unità di paesaggio” in cui il territorio è articolato).  

Abbandonare questo patrimonio di lavoro e di esperienza e affidarsi al Piano Paesaggistico regionale vuol dire puntare a un vero e proprio suicidio sia sul piano pratico che quello culturale vista, tra l’altro, la scandalosa gestione, nei tempi e nel merito, di tale Piano da parte della Regione (lo si sta aspettando dal 1985!!!).»

Insomma chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova.

Tuttavia le intenzioni della Giunta regionale veneta, più che portare ad un salto nel buio, sembrano condurre in una precisa direzione: «[…] Il nostro obiettivo è rendere pienamente compatibile, in queste aree di pregio, la presenza e le attività umane con l’ambiente stesso, facendo in modo che gli Enti chiamati a gestire e a valorizzare i parchi, contemplino anche la salvaguardia della qualità della vita degli abitanti»[6].

E chi ha orecchie per intendere, intenda.

Ecco quindi spuntare l’art. 16 c. 3 del DDL 143: “Nelle aree ricadenti all’interno del perimetro dei parchi e delle riserve regionali, le funzioni amministrative di cui all’articolo 45 bis, comma 2, della legge regionale n. 11 del 2004 sono esercitate dai Comuni…”

E l’art. 45 bis c. 2 della Legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 (“Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”) parla proprio di “rilascio dell’autorizzazione paesaggistica” (lett. a), “accertamento della compatibilità paesaggistica” (lett. b) e “adozione dei provvedimenti cautelari e sanzionatori… in assenza o in difformità dalla prescritta autorizzazione” (lett. c). 

Tombola (!): la gestione delle autorizzazioni paesaggistiche passerebbe dunque dal parco (organo sovracomunale di area vasta) ai singoli comuni.  

Ecco dove si vuole andare a parare.

Commenta così Gianni Sandon: «La gestione delle autorizzazioni paesaggistiche che finora è stata svolta unitariamente dal Parco (pur con molti limiti e contraddizioni) ha consentito, sfidiamo chiunque  a dimostrare il contrario, un salto di qualità nel livello degli interventi sul territorio.  

Stroncare questa esperienza  invece che migliorarla è un altro vero e proprio delitto culturale-politico. 

Con devastanti conseguenze anche sul piano della maturazione da parte della comunità del Parco di una coscienza condivisa sui problemi di una autentica “protezione”.»

Cioè la Giunta regionale veneta, continuando ad affidare l’amministrazione dei parchi ai sindaci dei comuni ricadenti all’interno del perimetro degli stessi (artt. 25, 26 e 27 PDL 143), non solo non elimina uno dei più gravi motivi d’insuccesso dei parchi (la gestione affidata a sindaci per l’appunto, espressione dei peggiori appetiti e pruriti territoriali intolleranti a qualsiasi vincolo di tutela) ma pensa bene di ingrandire il potere dei singoli comuni a discapito di una visione d’insieme del parco, dei suoi problemi e delle possibili soluzioni, in dispregio della finalità stessa del parco: la protezione dell’ambiente.

Non si dimentichi, ad esempio, che i “benemeriti” Luca Claudio e Massimo Bordin, ex sindaci rispettivamente di Abano Terme e Montegrotto Terme, Comuni dei Colli Euganei[7], avevano il loro posto riservato nel Consiglio dell’ Ente Parco Colli Euganei.

E così il Sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo, con il quale Luca Claudio ha condiviso tante iniziative[8].

Il risultato è la demolizione, passo dopo passo, degli stessi parchi, che vengono progressivamente esautorati delle loro funzioni di tutela e svuotati di significato, in favore di interessi particolari.

Come fa notare Gianni Sandon: «La proposta di legge è imperniata sul concetto che “natura-ambiente-paesaggio-territorio” devono restare distinti tra loro nella gestione, e che i Parchi devono occuparsi solo di “natura”». 

Dividi e comanda dunque, in una confusione di enti e competenze che lascia spazio a tutti quelli che, con poco scrupolo e più o meno illecitamente, ne traggono profitti personali.

Ma soprattutto è ora di finirla con le parole vuote di senso, con i discorsi retorici e i titoloni come “Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette”, salvo poi scoprire un attimo dopo (art. 2 c. 2 DDL 143) che la presente legge non si applica a:

  • “le zone speciali di conservazione, i siti di importanza comunitaria e le zone di protezione speciale, facenti parte della rete Natura 2000 (art. 2 c. 1 lett. b) DDL 143);
  • i corridoi ecologici e le altre strutture di collegamento e funzionamento della rete, così come individuate negli strumenti di pianificazione territoriale (art. 2 c. 1 lett. d) DDL 143);
  • le aree naturali che rientrano nel patrimonio dell’Umanità e Riserva di Biosfera MAB  secondo le definizioni dell’UNESCO (art. 2 c. 1 lett. e) DDL 143);”

Ma di cosa stiamo parlando allora?!

La rete ecologica regionale è una cosa molto concreta che va curata diffusamente su tutto il territorio ed è certamente composta da istituti di tutela sparsi, ma che devono essere immersi in una matrice di siepi campestri, coltivazioni “a perdere”, radure ed aree boscate, corsi d’acqua, piante acquatiche e riparie, lanche, ecosistemi-filtro, cave recuperate, fasce vegetali a fianco di infrastrutture lineari, passaggi per la fauna terrestre e anfibia e per l’ittiofauna, ecc.

Le cose di ogni giorno raccontano segreti, a chi le sa guardare ed ascoltare… 

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Veneto

Coordinamento Protezionista Padovano

 

 

Petizione per il Parco Naturale Regionale dei Colli Euganei https://www.change.org/p/regione-veneto-appello-per-salvare-il-parco-dei-colli-euganei

 

_____________________________________

[1] http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?p=5&n=5&c=1&e=12&t=0&key=959

[2] https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3012214

[3] http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=323446

[4] https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3026330

[5] http://www.parcocollieuganei.com/doc/trasparenza_amministrativa/consiglieri/CURRICULUM_SANDON.pdf

[6] https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3012214

[7] http://www.collieuganei.it/comuni/

[8] http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/08/11/news/claudio-e-valdisolo-in-piazza-per-dire-no-1.11920419

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 1 luglio 2016 sul sito del “Gruppo d’Intervento Giuridico”)

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