Francia, governo valuta carbon tax su centrali carbone

 

Carbon Tax

Il governo francese ha allo studio una “carbon tax” sulle centrali elettriche a carbone: un tributo di 20-30 euro per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa, per favorire così le fonti rinnovabili e quelle che producono meno gas serra, come il metano.

Il sito di Assoelettrica, l’associazione delle imprese elettriche italiane, scrive che il ministro dell’Ambiente francese, Segolene Royal, sta per imporre questa carbon tax, come suggerito in un rapporto preparato per conto del governo da tre esperti: Pascal Canfin, direttore generale del WWF francese, Alain Grandjean, economista, e Gérard Mestrallet, presidente di Engie.

Il rapporto, di oltre 100 pagine, sostiene che per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima (contenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi) occorre sviluppare le fonti rinnovabili e quelle che hanno minori emissioni climalteranti (come il metano).

Il sistema europeo dell’acquisto e scambio di quote di CO2 da parte dei produttori di energia non funziona, perché sono state assegnate troppe quote.

L’unica modo possibile per centrare gli obiettivi di Parigi secondo i tre esperti è imporre una tassa sulle emissioni di anidride carbonica, inizialmente sui 20-30 euro a tonnellata, per arrivare a 50 euro nel 2030.

Tale tassa però non potrebbe essere applicata all’intero settore energetico, perché l’aumento di costi per gli utenti sarebbe insostenibile.

Ad essere tassate secondo il rapporto dovrebbero essere solo le centrali a carbone, quelle che producono la quantità maggiore di CO2 climalterante (in Francia sono 4, per 3.000 megawatt complessivi).

In questo modo sarebbero incentivate le rinnovabili e le fonti meno inquinanti.

 

(ANSA del 14 luglio 2016, ore 15:23)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas