Parigi val bene una bicicletta: la mobilità a pedali mette il turbo

 

Parigi vale una biciletta

Ci vuole ben più di qualche bicicletta e un paio di piste ciclabili che iniziano nel nulla e finiscono nel nulla per fare una città a misura di ciclisti urbani.

Lo sa bene la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, che ha deciso di farsi ricordare dai posteri come la première maire ad aver rivoluzionato il sistema di trasporti nella capitale francese.

Non solo con le bici ma anche penalizzando le auto più vecchie e inquinanti.

Dal 1 luglio in città è vietato circolare nei giorni feriali con automezzi immatricolati prima del 1997. 

Il “Piano bicicletta 2015-2020” approvato l’anno scorso prevede di investire più di 150 milioni di euro per raddoppiare – da 700 a 1400 chilometri – la lunghezza e la qualità delle piste ciclabili.

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Qualche giorno fa è stata inaugurata la prima “autostrada ciclabile” urbana, un tratto di 500 metri che costeggia il Bacino dell’Arsenale, dal Quai de la Rapée a Place de la Bastille. 

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L’obiettivo dell’amministrazione comunale è triplicare entro il 2020 – dal 5 al 15 per cento – l’uso della bicicletta per gli spostamenti in città.

Tutto è cominciato con la grande consultazione popolare del 2014, alla quale hanno partecipato più di 7000 cittadini.

Richieste e proposte sono state passate al vaglio da esperti e consulenti di mobilità urbana del Comune e i primi risultati sono arrivati già l’anno successivo.

Ecco il dettaglio degli investimenti: 

  • 63 milioni di euro per la costruzione di piste ciclabili;
  • 30 milioni di euro per finanziare il programma “Parigi a 30 chilometri all’ora”;
  • 7 milioni di euro per la creazione di oltre 10.000 installazioni per parcheggiare la bicicletta;
  • 10 milioni di euro di incentivi per l’acquisto di biciclette elettriche e ciclomotori, scooter e biciclette da carico;
  • Circa 40.000.000 di euro per la pianificazione dei parcheggi di scambio bici/servizi di trasporto pubblico e per la riqualificazione di strade e piazze, per renderle idonee alla rete ciclabile, che comincia a delinearsi intorno a due assi (nord-sud e est-ovest).

Il REVe – Réseau Express Vélo (”sogno” in italiano, ndr) – sarà una rete ciclabile protetta, continua, omogenea e a doppio senso, di larghezza tale da permettere un flusso veicolare sicuro e confortevole e permetterà di collegare il bosco di Vincennes a Boulogne.

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Le zone a 30 chilometri l’ora saranno sempre più estese.

In accordo con la polizia, le strade a senso unico saranno dotate di piste ciclabili a doppio senso.

Le strade principali saranno percorribili dalle auto a 50 chilometri all’ora ma dotate comunque di piste ciclabili.

Nel frattempo, la città migliorerà il comfort e la sicurezza dei ciclisti attraverso nuove regole del traffico.

Il diritto di precedenza al ciclista ai semafori, finora prerogativa delle zona a 30 chilometri l’ora, sarà esteso a tutti gli incroci di Parigi.

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Permetterà ai ciclisti di tirarsi fuori dal flusso del traffico ed evitare il fenomeno del punto cieco.

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Inoltre, agli incroci ci saranno 7000 nuove aree di arresto privilegiate per ciclisti, davanti alle auto, per creare una fascia di sicurezza e agevolare gli attraversamenti.

Le aree di parcheggio delle bici – 10mila in più rispetto a quelle attuali – saranno sistemate nelle zone strategiche e davanti alle stazioni della metropolitana.

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Ogni condominio sarà incentivato per offrire posti bici.

La pianificazione prevede l’ulteriore potenziamento dei servizi di bike sharing, in collaborazione con le Ferrovie e il servizio di trasporto pubblico cittadino (SNCF, RATP, STIF).

A distanza di otto anni dall’avvio del servizio, gli abbonati al bike sharing “Vélib'” sono più di 300.000, con 1238 stazioni di prelievo/consegna. 

A proposito, anche a Parigi le biciclette del bike sharing vengono razziate e vandalizzate.

Nel 2014 ne sono state rubate 1772 e ritrovate 4600, molte delle quali (il 27%) irrecuperabili.

Il Comune però non si è arreso e sta facendo installare videocamere di sorveglianza nelle aree sensibili.

Un investimento che sta dando i suoi frutti, anche in termini di sicurezza. 

La sfida più ambiziosa della sindaca Anne Hidalgo è comunque culturale: sviluppare la cultura della bicicletta, farla diventare sostenibile, comoda e trendy.

Partendo dai bambini che, grazie all’iniziativa “le P‘tit Vélib”, hanno potuto cominciare a pedalare sulle piccole bici messe a disposizione dal Comune a prezzi molto convenienti.

Ci si può riuscire, dunque, offrendo servizi concreti, facilità d’uso, efficienza.

A Parigi sembra che stia funzionando.

 

(Articolo di Pino Bruno, pubblicato con questo titolo il 6 luglio 2016 sul quotidiano online “la Repubblica Ambiente”)

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