Accordo sul clima di Parigi, l’Italia pronta alla ratifica

 

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L’Italia è pronta alla ratifica dell’accordo sul clima di Parigi, raggiunto nella capitale francese nell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite (la Cop21).

Il governo infatti punta a chiudere ”l’iter parlamentare nel più breve tempo possibile”, tanto che, come racconta il ministero dell’Ambiente, il testo della schema di disegno di legge è ”prevedibile” che possa finire sul tavolo del Consiglio dei ministri, per poi esser trasmesso alle Camere, ”entro il mese di settembre”.

Per Gian Luca Galletti ”c’è la massima disponibilità a farlo il più presto possibile, al più tardi entro ottobre”.

Ma il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci – che aveva presentato un’interrogazione ad hoc per ‘spingere’ affinché la ratifica arrivi prima della prossima Cop, la 22esima in programma a Marrakech dal 7 novembre – lancia un sos: il ”rischio è che senza un’adeguata attenzione dell’esecutivo, l’iter non venga concluso prima di Marrakech” per via dei tempi tecnici parlamentari.

Fare presto diventa un imperativo secondo Realacci per ”arrivare preparati alla prossima Cop”; si tratta di ”un passaggio importante, tanto più dopo la ratifica da parte di Stati Uniti e Cina” al recente G20.

Anche perché Europa e Italia mancano ”all’appello dei 23 Stati che hanno aderito all’intesa” e ”andare a Marrakech avendo già ratificato l’intesa è determinante per dare maggiore forza e credibilità alla nostra azione”.

Questo perché nonostante ”l’Italia stia rispettando gli impegni presi in sede Europea sul clima è purtroppo in ritardo sulla ratifica dell’accordo”; ed ”essere nel gruppo di testa aiuta anche la nostra economia”, così come è ”importante” che la Legge di Bilancio ”contenga misure” dedicate.

Concetto ripreso dalla responsabile Ambiente del Pd, Chiara Braga: ”L’Italia non perda l’occasione e ratifichi rapidamente l’accordo di Parigi”; il nostro Paese ”non può non essere tra i primi a ratificare gli impegni di Parigi concorrendo così a raggiungere l’obiettivo (55 Paesi e 55% emissioni globali) per rendere vincolante l’accordo”.

Intanto la macchina della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici dell’Onu (l’Unfccc) accende i motori.

È infatti iniziato il percorso che porterà alla Cop22, in Marocco, con l’avvio delle consultazioni informali a Skhirat, dove circa 140 delegati, in rappresentanza dei diversi Paesi, si sono incontrati e stanno iniziando ad ‘apparecchiare’ i tavoli con i prossimi ‘step’ salva-Pianeta, per delimitare i punti principali da trattare quando il vertice mondiale sui cambiamenti climatici sarà aperto sotto la presidenza marocchina.

E ormai, mancano poco meno di due mesi. 

 

(Articolo di Tommaso Tetro, ANSA dell’8 settembre 2016, ore 10:43)

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