Riapre la caccia. Lipu: «Nel mirino 2 milioni di allodole»

 

allodola

La Lipu non è certo contenta per la riapertura ufficiale della caccia il 18 settembre, ma quest’anno aggiunge una denuncia in più: «Quasi due milioni di allodole saranno uccise durante la prossima stagione venatoria» e spiega che «La caccia all’allodola, che apre il 1° ottobre per chiudersi il 31 dicembre, comporterà un grave danno alla popolazione di questa specie, che è calata del 45% nel periodo 2000-2014 soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Sono 1,8 milioni gli esemplari abbattuti ogni anno nel nostro Paese, pari al 73% del totale delle allodole uccise in Europa».

In Italia l’allodola è nidificante, migratrice e svernante.

Si riproduce in campi coltivati, pascoli, brughiere, praterie montane, prati stabili, medicai, dune sabbiose e steppe.

La specie si trova in un “cattivo stato di conservazione”, e secondo la Lista rossa italiana è “Vulnerabile”.

Secondo i dati Mito 2000, il suo calo è stato pari al 45% nel periodo 2000-2014.

In Europa il suo declino si è fatto da “moderato” a “forte” in ben 19 paesi su 23 in Europa.

A livello europeo, secondo BirdLife International, l’allodola è “Spec 3”, ossia è in declino in Europa ma non si concentra nel continente. 

Gli unici paesi europei in cui la specie è ancora cacciabile sono, oltre all’Italia (vedi Legge 157/92), la Francia, la Grecia, la Romania, Malta e Cipro (Allegato II/2 Direttiva Uccelli).

Per fermare quella che definisce una strage e chiedere la cancellazione dell’allodola dalla lista delle specie cacciabili, la Lipu a giugno ha dato il via a una petizione sul suo  sito che ha già raccolto oltre 30.000 firme e il presidente dell’associazione, Fulvio Mamone Capria, evidenzia che «nostro obiettivo è ottenere un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che vieti la caccia all’allodola, specie non più in grado di sopportare la pesantissima pressione venatoria cui è soggetta, in Italia e non solo. 

Classificata come “Vulnerabile” dalla Lista rossa italiana, l’allodola, oltre a essere decimata dai cacciatori, grazie anche all’illecita e furbesca pratica di non annotare gli esemplari abbattuti sugli appositi tesserini, è minacciata dall’agricoltura intensiva: nidificando direttamente sul terreno, lo sfalcio dei prati in pieno periodo di nidificazione causa la distruzione del nido e la morte dei piccoli. 

Chiediamo ai cittadini di sostenerci firmando la petizione sul nostro sito. 

Raccolte le 50mila firme, chiederemo al presidente del Consiglio Matteo Renzi di proteggere in modo pieno e definitivo questa specie preziosa e bellissima».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 16 settembre 2016 sul sito online “greenreport.it”)

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