Referendum, il presidente del tribunale di Bologna: “Chi vota Sì sbaglia, come i repubblichini”

 

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Francesco Caruso

BOLOGNA – Il fronte del No al referendum incassa il sostegno del nuovo presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso.

Ma è subito polemica per le frasi scritte dal giudice in un intervento pubblicato ieri dalla Gazzetta di Reggio, nel quale usa toni molto duri per contrastare la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi.

Una maggioranza spuria e costituzionalmente illegittima non può cambiare la costituzione trasformandone l’anima, rubando la democrazia ai cittadini – attacca Caruso- e non basta il plebiscito dell’eventuale vittoria del Sì a sanarne i vizi di legittimità.  

I sinceri democratici che credono al Sì riflettano.  

Nulla sarà come prima e voi sarete stati inesorabilmente dalla parte sbagliata, come coloro che nel ’43 scelsero male, pur in buona fede“.

Parole che fanno scattare reazioni durissime: “Un delirio“.

Ma che ottengono anche il sostegno dei grillini.

Il giudice ha poi replicato, confermando “integralmente il contenuto” del suo intervento ma precisando che si trattava di un “testo privato scritto sulla propria pagina Facebook” e quindi “non destinato alla pubblicazione sul giornale“.

L’intervento del giudice. Con il via libera alla riforma, scrive il giudice, “non avremo più una costituzione ma un atto di forza.  

E chi vorrà spiegare la riforma ai ragazzi, dovrà dire che questa riforma è fondata sui valori ‘del clientelismo scientifico e organizzato’, del voto di scambio, della corruzione e del trasformismo, con un governo che lega le provvidenze a questo o a quello al voto referendario“.

Caruso arriva a dire che “si avvera la profezia dell’ideologo leghista Gianfranco Miglio, che nel 1994 proponeva una riforma che costituzionalizzasse le mafie, approvata col 50,1% perché la costituzione altro non sarebbe che la legge che la maggioranza impone alla minoranza e che fa rispettare schierando la polizia nelle piazze.

Temo che siamo incredibilmente vicini a quel momento“.

La costituzione, ricorda ancora il presidente del tribunale di Bologna, “era basata sui valori della Resistenza.  

L’abbiamo detto e ripetuto fino a trasformare la frase in una giaculatoria nella quale molti non credono più“.

Secondo Caruso, il “ventennio berlusconiano con i suoi veleni è penetrato in profondità, tanto che chi si batteva e votava No nel 2006 ora non può giustificare il suo Sì a una riforma peggiore dell’altra che almeno era coerente“.

Il mondo, sostiene il presidente del Tribunale di Bologna, “era già cambiato nel 2006” ma questo “non impedì di lottare contro la riforma Berlusconi“.

Allora, si chiede Caruso, “a cosa attribuire ora questo voltafaccia?  

i vecchi democratici sostenitori del Sì subiscono una mutazione antropologica che li fa ora altri da noi, rimasti fedeli ai valori democratici dell’unica vera legittima costituzione“.

E a questo proposito, il giudice cita il sostegno al No di Salvini e Meloni.

Credo che lo spirito inclusivo della costituzione imponga nei momenti di crisi costituzionali di stare con chi tatticamente lavora per salvare la costituzione – sostiene Caruso- Meloni e Salvini culturalmente, ideologicamente e politicamente dovrebbero stare col sì.  

L’insipienza politica di Renzi li ha portati col no.  

La costituzione ringrazia e pur di salvarla starei col diavolo“.

Anche perché “so che dopo ritorneranno ad essere altro da noi.  

D’altra parte la nostra costituzione si può permettere anche costoro.  

Non so quanto l’altra sarà in grado di tollerare la parte di democrazia residua“.

Le reazioni. 

Le affermazioni di Caruso sono gravissime, ancora di più se pensiamo che l’autore è presidente del tribunale di Bologna. Offese e veri e propri deliri che non dovrebbero appartenere ad un uomo di legge“, attacca il presidente della commissione cultura del senato Andrea Marcucci.

Un delirante manifesto per il No del nuovo presidente del tribunale di Bologna– lo attacca via twitter l’ex deputato Pd Pierluigi Castagnettima è consentito a un giudice delirare?“.

Sul versante opposto i grillini.

Anche il vicepresidente della camera Luigi di Maio, difende l’intervento del giudice: “Noi del movimento 5 stelle ve lo avevamo detto – commenta sul suo profilo face book – lo sosteniamo da tanto tempo: questa riforma creerà più corruzione“.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 30 novembre 2016 sul sito online de “la Repubblica” di Bologna)

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