Se non ci saranno sorprese dell’ultima ora, il 31 gennaio scadrà la Legge Regionale n. 21/09, il Piano Casa da noi battezzato “Polverini/Zingaretti”, in quanto la versione approvata dal Consiglio Regionale nella notte tra il 30 e Il 31 ottobre 2014 ha riproposto con poche modifiche, prorogandola ulteriormente, la “mutazione genetica” introdotta dalla Presidente del centro destra Polverini, che sarebbe dovuta scadere nel gennaio 2015. Altri due anni di interventi edilizi con aumenti di cubatura e cambi di destinazione “in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici” che adesso dovrebbero finalmente giungere alla fine. E speriamo che finalmente la Regione pubblichi, come era previsto e non è mai stato fatto, un resoconto di tutti gli interventi edilizi che in questi anni hanno usufruito della legge speciale. Il cosiddetto “Piano casa” nasce da un’Intesa Stato-Regioni del 2009, che introduce la possibilità di ampliamento delle cubature per “edifici residenziali uni-bi familiari”, o nell’ambito di “interventi straordinari di demolizione e ricostruzione”, per un periodo che non deve superare i 18 mesi. La Regione Lazio di Piero Marrazzo approva un Piano in linea con l’Intesa, ma con l’arrivo del centrodestra di Renata Polverini, nel marzo 2010, due successive leggi regionali (nel 2011 e nel 2012) modificano il Piano, estendendo a dismisura – allora unica Regione in Italia – le possibilità edificatorie dei privati, perfino in aree protette. Due diversi Ministri ai Beni Culturali impugnano i provvedimenti davanti alla Corte Costituzionale. L’opposizione PD, Radicali italiani, SEL, IDV, FdS, Verdi, insorge e minaccia referendum. Ma quando torna il centrosinistra, nel febbraio 2013, la giunta Zingaretti, modificati gli articoli a rischio incostituzionalità con la PL 76, il 31 ottobre 2014, con il voto unanime della maggioranza (Pd, Sel, Lista e Listino Civico Zingaretti), approva la PL 75, che mantiene inalterati i capisaldi urbanistici del Piano Polverini. […]