Slavina in Abruzzo, disastro made in italy

 

Pierluigi Rainone

Il disastro accaduto in Abruzzo ha, come spesso accade in Italia, un nome ed un cognome: cementificazione del territorio, abusivismo e condono edilizio.

In questa ultima tragedia va anche messo in risalto la carenza strutturale di mezzi causata dai tagli alla spesa pubblica effettuati dai governi Monti, Letta e Renzi per obbedire ai diktat dell’Unione Europea.

La fine tragica di vite umane non nasce quasi mai dal caso ma dalla gestione dissennata e criminale di un territorio come quello italiano stremato da decenni di cemento, di asfalto, di corsi dei fiumi ristretti e deviati, di disboscamenti e chi più ne ha più ne metta.

La classe politica locale e nazionale non ha quasi mai contrastato il saccheggio del territorio dato che il cemento, l’asfalto e l’urbanizzazione sono stati sempre visti come fattori di progresso e di modernizzazione mentre tutto ciò che contrastava con questo modello era considerato alla stregua di un fanatico reazionario; a questa mentalità si è spesse volte aggiunta la corruzione, fattore endemico dell’italiano medio.

Uno dei più lucidi ambientalisti del secolo passato, Alex Langer, disse che dobbiamo ridare un nuovo significato alle parole, anche alla luce delle catastrofi ambientali, sociali e politiche del’900; è necessario, sosteneva, declinare i termini conservatore e progressista in modo nuovo per cui occorre essere conservatori per tutto quello che riguarda la conservazione del patrimonio naturalistico e culturale ed allo stesso tempo abbandonare l’idea che il progresso si identifichi con l’industrializzazione e con l’urbanizzazione.

Occorre prendere esempio da altri paesi europei nei quali oltre una certa altezza s.l.m. è praticamente vietato costruire nuove abitazioni e nuove strutture.

Occorre prevenire le tragedie prima che queste accadono e non piangere le vittime.

Occorre finalmente dire ai costruttori che non si costruiranno più nuove strutture ma si ristruttureranno le vecchie seguendo i criteri della bioedilizia e del massimo risparmio energetico; oltre a questo occorre passare alla demolizione di tutte le case abusive (cominciando dalle seconde, terze e quarte case) e degli alberghi non in regola con le già blande norme edilizie.

 

Pierluigi Rainone

Segretario del circolo Verdi Ambiente e Società di Terni

 

 

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