Il convegno dell’A.I.P.E. sul futuro della pubblicità esterna a Roma

 

la Sala Gianfranco Imperatori della associazione Civita dove si è tenuto il convegno

la veduta che si gode dalla terrazza della Sala Gianfranco Imperatori

Alla presenza di un folto pubblico si è svolto ieri mattina nella Sala Gianfranco Imperatori della associazione “Civita” il convegno organizzato dalla associazione di categoria “A.I.P.E.” (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) in collaborazione con la ditta “Clear Channel”.

Al convegno è stata data ampia pubblicità, dapprima con annunci (ad es. sul sito “ADV Group” e sul sito “Pubblicità Italia”) e poi con articoli che sono stati pubblicati il giorno stesso del convegno sul “Corriere della Sera” (anche online) e su “la Repubblica”.

Hanno accolto l’invito a partecipare al convegno lo staff dell’Assessore alle Attività Produttive con il capo staff Leonardo Costanzo e la Dott.ssa Francesca Rivitti, il Direttore del Dipartimento Sviluppo Economico Attività Produttive e Agricoltura Dott. Luigi Maggio, la Dirigente della Unità Organizzativa Affissioni e Pubblicità Dott.ssa Monica Giampaoli, il Dirigente della S.p.A. “Aequa Roma” Dott. Gianluca Giattino che ha curato la redazione dapprima del Piano Regolatore degli Impianti (P.R.I.P.) e poi dei Piani di Localizzazioni dei Mezzi e degli Impianti Pubblicitari  (PiaLMIP), il Dirigente della Agenzia per la Mobilità Luca Avarello ed il Presidente della Commissione Commercio del Comune di Roma Andrea Coia.

Hanno partecipato al convegno anche altre associazioni di categoria come la A.A.P.I (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane) rappresentata da Franco Meroni e Sergio Verrecchia (venuti da Milano), la  I.R.P.A. (Imprese Romane Pubblicitarie Associate), rappresentata dall’Avv. Giuseppe Scavuzzo, e la  S.P.A.R. (Società Pubblicitarie Associate Romane), rappresentata da Giancarlo Festa, oltre a molti rappresentanti di ditte pubblicitarie operanti a Roma.

Ha dato inizio al convegno Corrado Ruggeri, giornalista, per oltre 30 anni nella redazione del Corriere della Sera di cui è stato anche direttore dell’Edizione Romana, che ha fatto da coordinatore del convegno.

Corrado Ruggeri

Ha fatto preliminarmente sapere che nel settore della Pubblicità esterna operano a Roma 60 aziende con oltre 1.500 addetti e un fatturato di 28 milioni di euro: ha affermato poi che la pubblicità esterna, per funzionare bene, ha bisogno delle regole, precisando che proprio questo sarebbe stato il tema del convegno.

Ha quindi parlato dello studio sui Piani di Localizzazione affidato ad un ente terzo, che ha rilevato incoerenze e contraddizioni di cui si dirà più avanti nello specifico: ha tenuto a precisare che lo “studio” vuol essere un gesto di affetto e di collaborazione nei confronti del Comune.

È quindi intervenuta la Presidente   dell’A.I.P.E. Daniela Aga Rossi, che è stata brevissima per lasciare la parola alla illustrazione dello studio tecnico-scientifico che vuol essere uno strumento per tutti gli attori coinvolti, dal momento che la pubblicità esterna ha un forte impatto sul territorio.

Daniela Aga Rossi

Ha preso quindi la parola il Prof. Carlo Valorani, Docente della Pianificazione Territoriale e Paesaggio del Dipartimento Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura (PDTA) dell’Università La Sapienza” di Roma, che ha fatto una relazione sulla “Pianificazione di settore della Pubblicità Esterna di Roma Capitale”.

  

Carlo Valorani

Ha illustrato lo studio che ha richiesto mesi di lavoro, rimandando alla sintesi della relazione che è stata distribuita a i partecipanti.

Sintesi della relazione

Ha affermato che ritiene che sia di grande interesse la regolamentazione del settore, che attualmente vede installati sul territorio di Roma 20.000 impianti su suolo pubblico [per complessivi 27.911, ndr.], a fronte dei 14.500 circa previsti dai Piani di Localizzazione [per l’esattezza 14.391, ndr.].

Ha fatto sapere che la pianificazione ha dovuto tener conto di 4 strumenti (nuovo Regolamento di Pubblicità, P.R.I.P., Piani di Localizzazione e cataloghi degli impianti), precisando che i MiaLMIP dovrebbero raggiungere un grado di precisione che sia utile per i futuri bandi di gara.

Con riferimento ai due cataloghi degli impianti con i loro requisiti tecnici il Prof. Carlo Valorani ha probabilmente inteso la Deliberazione della Giunta Comunale n. 25 del 10 febbraio 2010 con cui sono stati approvati «i progetti-tipo» per una serie di tipologie di impianti pubblicitari e la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 342 del 23 ottobre 2015 con cui è stato approvato il catalogo degli impianti SPQR di proprietà comunale, che prevede più di 20 tipologie (troppe a suo giudizio).

Il Prof. Carlo Valorani è quindi passato a parlare degli esiti del lavoro di valutazione dei PiaLMIP, premettendo che si è dovuto tener conto del Piano Territoriale Paesistico Regionale del Lazio (P.T.P.R.), del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Roma e del Piano Generale del Traffico Urbano (P.G.T.U.), tutti strumenti che hanno diversi livelli di disciplina, per cui comportano un certo livello di coerenza generale.

Ha quindi affermato che la lettura comparata ha portato ad individuare 24 punti di incoerenza, che si è configurata nei seguenti 5 livelli di attenzione:

1 – singoli impianti con posizionamento non coerente con il Regolamento di pubblicità e/o il P.R.I.P.;

2 – insiemi di impianti con posizionamento non coerente con le disposizioni sovraordinate;

3 – PiaLMIP come “atto presupposto dell’indizione delle procedure di gara con cui rilasciare autorizzazioni per nuovi impianti pubblicitari”;

4 – coerenza con gli obiettivi di tutela ambientale, paesaggistica, storica e artistica;

5 – coerenza con gli obiettivi di “regolamentazione del mercato pubblicitario secondo regole di equità e concorrenza”.

Ha fatto quindi riferimento al centro storico di Roma ed alla zona EUR, proiettando delle slide per sostenere che il posizionamento di diversi impianti ricadrebbe in zona “A” di P.R.I.P. dove è fatto espresso divieto di installare impianti pubblicitari.

[In attesa di poter vedere nel dettaglio lo studio, c’è ad ogni modo da far presente che l’art. 14 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.I.P. dispone testualmente che «nella zona A è ammessa l’istallazione di impianti di tipo didattico o di segnalazione di siti di interesse storico-artistico e dei segnali turistici e di territorio come disciplinati dal D.P.R. n. 495/1992 e successive modifiche ed integrazioni, esclusivamente qualora non sia tecnicamente possibile collocare detti impianti all’interno della zona B», ndr.]

Con riferimento al centro storico di Roma, il Prof. Carlo Valorani ha quindi portato l’esempio di 65 impianti impropriamente localizzati nella sottozona B1 del P.R.I.P..

Fra i punti di incoerenza ha portato il caso degli impianti posizionati a ridosso delle aree verdi [sempre in attesa di poter vedere nel dettaglio lo studio, c’è comunque da far presente che l’art. 8 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.I.P. dispone testualmente quanto segue: «Nelle aree attrezzate a verde pubblico o destinate a verde pubblico dai vigenti strumenti urbanistici, nonché lungo le strade che delimitano il perimetro di queste, è vietata la collocazione di impianti pubblicitari ad eccezione delle aree incluse nelle sottozone B2 e B3 di cui agli artt. 13, 16 e 17, nelle quali è ammessa esclusivamente l’istallazione di impianti di proprietà di Roma Capitale e destinati a comunicazioni di tipo istituzionale nella misura massima di 1 mq di superficie espositiva ogni 1.000 mq di superficie destinata a verde pubblico.

Nelle sottozone B2 e B3, ad esclusione delle aree soggette a vincoli di tutela dei beni culturali e paesaggistici e delle aree già attrezzate ed in consegna al servizio giardini, sono ammesse deroghe per progetti unitari finalizzati alla sistemazione e alla manutenzione delle aree di verde pubblico in accordo con il Dipartimento Tutela Ambiente e del Verde – Protezione Civile», ndr.]

[Il Prof. Carlo Valorani deve inoltre aver sottovalutato o ignorato del tutto la seguente precisazione contenuta al riguardo alle pagg. 39 e 40 della Relazione ai PiaLMIP: «Per quanto riguarda le aree verdi, nelle tavole di piano sono state rappresentate tutte le zone destinate e verde pubblico nel piano regolatore generale vigente. Si tratta evidentemente di aree oggetto di pianificazione urbanistica che risultano in parte esistenti e in parte di nuova previsione.

Non è stato attualmente possibile acquisire il catasto delle aree verdi in gestione al servizio giardini di Roma Capitale. Sono state quindi quantificate le superfici espositive ricadenti in prossimità di tali aree verdi. L’effettiva istallazione degli impianti dovrà essere definita d’intesa con il Dipartimento tutela ambiente secondo le procedure stabilite dalla lett. c), co. 1, art. 18 del

regolamento capitolino (Del A.C. 50/2014). A seguito di tali determinazioni potrà essere definita nel dettaglio la superficie espositiva da confermare a quella oggetto di spostamento e assumere  adeguate determinazioni per un eventuale recupero come previsto per gli impianti in corrispondenza dei mercati comunali.», ndr.] 

Il Prof. Valorani ha quindi fatto presente che le scelte possibili per dare soluzione a tutti i punti di incoerenza sono la soppressione delle posizioni sbagliate oppure il loro spostamento.

È passato quindi a parlare della Deliberazione del Consiglio Comunale n. 609 del 3 aprile 1981 di cui ha proiettato una slide con i suoi confini, grosso modo corrispondenti al Grande Raccordo Anulare, all’interno dei quali è vietato installare impianti di dimensioni superiori ai 6 mq. (cioè impianti al massimo di mt. 3 x 2), per sostenere che è stata violato il divieto posizionando all’interno impianti speciali di mt. 3,20 x 2,40.

[Il Prof. Carlo Valorani deve aver sottovalutato o ignorato del tutto anche la seguente precisazione contenuta al riguardo alla pag. 29 della Relazione ai PiaLMIP: «Limitatamente agli impianti per i servizi di pubblica utilità rivolti al bike-sharing e servizi igienici, appare opportuno svolgere alcune considerazioni in relazione alla collocazione dei formati H. 3,20×2,40 m e alle disposizioni dell’art. 20, co. 1, lett. F) del Regolamento Capitolino.

La storica Del. C.C. n. 609/1981 prevedeva, fino all’approvazione del PRIP, una perimetrazione non di dettaglio dell’area urbana del territorio comunale nella quale limitare la proliferazione di nuovi impianti. Il successivo Regolamento di Pubblicità (Del. C.C. n.37/2009), all’art.34 comma 1, ne faceva salvi gli effetti, dunque ne venivano confermate tutte le limitazioni in essa previste, comunque fino all’entrata in vigore dei Piani di cui all’art.19.

Con l’approvazione del PRIP, sono state individuate, sull’intero territorio capitolino, le aree e le strade sulle quali è consentita l’esposizione pubblicitaria definendone puntualmente limiti e modalità, dando così luogo ad una dettagliata pianificazione del territorio che di fatto risulta più organica, coerente e logica della vecchia perimetrazione dell’area urbana.

Pertanto, per i lotti funzionali ai servizi di pubblica utilità, il formato H. 3,20×2,40 m è stato considerato ed ubicato sul territorio secondo un criterio di sostenibilità economica dei servizi connessi, prevedendone la collocazione in tutta la zona B, in particolare lungo le strade e in prossimità delle posizioni che già allo stato attuale presentano impianti di grande formato, per le quali si può ragionevolmente supporre che ci siano favorevoli condizioni di interesse commerciale; considerando appunto il superamento de facto in tutto e per tutto della perimetrazione della Del.C.C. n. 609/1981 (come detto temporanea e generica), anche l’esplicito richiamo di cui all’art. 20, co. 1, lett. F) della Del. 50 deve considerarsi superato così come riportato nella citata notadall’Assessorato Roma Produttiva e Città Metropolitana prot. QHH/20521 del 23.3.2015», ndr.]

Il Prof. Valorani ha citato come ulteriore caso di incoerenza gli impianti SPQR di proprietà comunale posizionati su strade locali non pianificate dal P.R.I.P.: ha portato ad esempio la zona di Centocelle per mettere a confronto gli impianti che vi risultano installati oggi e quelli che sono previsti per un domani nei Piani di Localizzazione, per mettere in risalto che c’è uno spostamento degli assi verso l’interno del quartiere, con impianti non correttamente posizionati.

Ha aggiunto che le incoerenze sono superabili secondo lui con un riposizionamento su cui bisogna anche riattivare la partecipazione dei cittadini.

Ha posto l’accento anche sulla incoerenza registrata tra impianti di servizio dichiarati (anche nel P.R.I.P.) ed i 1.844 previsti nei PiaLMIP, ma secondo lui mancanti.

Con riferimento alla indizione delle gare ha fatto presente che 4 formati su 8 non hanno indicazioni precise e che c’è confusione tra pubblico e privato.

[al riguardo va precisato che per ogni Municipio sono previste tutte le seguenti tipologie di impianti:

– impianti per pubbliche affissioni;

– impianti SPQR;

– impianti di servizio;

– impianti privati su area pubblica;

– impianti privati su suolo privato.

C’è da far presente che i formati previsti sono i seguenti 10 che nei grafici relativi alla “Articolazione del dimensionamento di progetto del PiaLMIP per tipologie di esposizione e formato degli impianti”, riportati nella prima pagina di ogni Piano di Localizzazione sono stati classificati con le lettere maiuscole da “A” a “P”:

  1. 1,00 x 1,00 m
  2. 1,00 x 1,40 m
  3. 1,20 x 1,80 m
  4. 1,40 x 2,00 m
  5. 2,00 x 2,00 m
  6. 3,00×1,40 m
  7. 3,00×2,00 m
  8. 3,20×2,40 m
  9. 1,00×0,70 m – orologio
  10. 1,00×0,70 m – parapedonale., ndr.]

Il Prof. Carlo Valorani ha fatto poi il caso di impianti di cui non si sa se sono monofacciali o bifacciali [nella legenda di ognuna delle tavole del PiaLMIP sono espressamente specificati quali sono gli impianti monofacciali e quali invece quelli bifacciali, questi ultimi contraddistinti da un puntino al centro del rispettivo simbolo, ndr.]

Il Prof. Valorani ha poi fatto presente che non sono stati considerati gli impedimenti fisici, come ad esempio le alberature ecc.).

Si è quindi soffermato sulla criticità dei 50 metri di tollerabilità consentiti: a suo giudizio non ci sarebbe stato nemmeno il rispetto delle distanze minime prescritte dal Regolamento di Attuazione del Codice della Strada, emanato con D.P.R. n. 495/1992 [alla pag. 31 della Relazione dei Piani di Localizzazione è precisato che «determinato quindi il “pacchetto” di impianti afferenti a ciascun asse stradale si è provveduto a collocare gli impianti in maniera uniforme nei tratti stradali esterni alle aree di interferenza con le intersezioni, gli impianti semaforici e gli attraversamenti pedonali.» ndr.].

Il Prof. Valorani è quindi passato al terzo livello, affermando che è opportuno procedere ad una revisione generale.

Riguardo al quarto livello (punto a suo giudizio forse il più delicato) ha toccato l’argomento delle aree a progettazione unitaria [rappresentate nelle tavole del P.R.I.P. da 2.a a 2.c e disciplinate dall’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione, che dispone fra l’altro che «nelle aree a progettazione unitaria possono essere studiati specifici progetti-tipo degli impianti, anche diversi da quelli utilizzati nella restante parte del territorio capitolino, con l’obiettivo di rafforzarne la riconoscibilità e l’integrazione con gli elementi dell’arredo urbano» ndr.] per lamentare che gli impianti ricadenti in queste aree non sono stati progettati.

Aree a progettazione unitaria

Ambito a progettazione unitaria dell’EUR

Il Prof. Carlo Valorani ha affermato poi che la scala di rappresentazione dei Piani di Localizzazione appare inadeguata a verificare altezza, formati ecc.: ha anche fatto presente che in molti casi è stato superato anche l’indice di affollamento.

Sul tema della tutela il Prof. Valorani ha affermato che il P.T.P.R. non è stato recepito in modo coerente: ha proiettato quindi una slide sul perimetro rosso del centro storico di Roma per sostenere che ci sono state incoerenze anche al di fuori del perimetro in termini di densità, sia su base municipale che in ambito di P.T.P.R..

Ha portato ad ulteriore esempio delle incoerenza zone con impianti previsti e zone contigue senza alcun impianto, rilevando la stessa incoerenza con gli assi stradali [al riguardo occorre far presente che, a parte un recupero del 10% su strade locali, i Piani di Localizzazione hanno dovuto rispettare le tavole del P.R.I.P. con l’indicazione dei tratti stradali pianificati con i rispettivi indici di affollamento, cioè di impianti previsti ogni 100 metri, ndr.]

Il Prof. Valorani ha voluto rilevare incoerenze anche sul piano stilistico dei disegni degli impianti, proiettando al riguardo una slide con schemi di impianti più o meno simili alle schede tecniche degli impianti allegate alle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.I.P..

È arrivato quindi alla conclusione che occorre un profondo ripensamento degli strumenti di pianificazione.

Ha voluto poi fare un’ultima considerazione sul valore economico, che ha disarticolato nei due seguenti punti:

1) 10% di impianti posizionati sui strade locali di nessun valore;

2) squilibrio con gli impianti riservati al servizio di Bike Sharing che sarebbero favoriti (al riguardo ha portato ad esempio gli impianti speciali posizionati su Corso di Francia, mentre quelli privati sono ubicati sulle strade locali contigue).

Ha concluso il suo intervento auspicando un maggiore equilibrio sulla distribuzione dei futuri lotti.

Ha ripreso la parola il coordinatore Corrado Ruggeri per chiedere scherzosamente al Prof. Valorani che voto si sarebbe dato se lo studio fosse stato fatto da uno studente: ha fatto presente ad ogni modo che con lo studio è stata indicata una strada per dare soluzione più concreta alla pianificazione.

Rilevando che la pubblicità ha una storia che parte dal 1517 di Martin Lutero per arrivare fino ad oggi, ha dato la parola a Paola Pilati, giornalista del gruppo Repubblica-Espresso, che è intervenuta in sostituzione del giornalista Eugenio Occorsio, impossibilitato a partecipare da un impegno improvviso non rimandabile, per relazionare su “Il settore della Pubblicità Esterna a Roma”.

Paola Pilati

Ha fatto presente di avere iniziato con la “Old Economy”, dove la pubblicità la facevano a quell’epoca i giornali: poi tutto è cambiato perché la carta stampata è stata soppiantata dalla TV prima e da Mediaset poi.

Questo ha innescato un meccanismo, poi dilatato tra i due giganti televisivi per una reciproca conquista di una rendita di posizione, che è andata a vantaggio di Mediaset all’epoca del Governo Berlusconi.

C’è stata poi internet che ha rivoluzionato di nuovo il settore: ha ricordato che storicamente il 1° “banner” di internet risale al 1994.

Ha quindi fatto presente che ormai la pubblicità è dominio di un grande strumento che è “Big Data” [termine usato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore, ndr.], a cui noi stessi diamo incremento involontario.

Tutto questo flusso di informazioni può essere gestito in vario modo (ha portato come esempio la multinazionale statunitense “General Electric”).

Ha ricordato che in un recente convegno “Big Data è stata definita il “petrolio” del settore.

Per quanto riguarda Roma in particolare a suo giudizio siamo in gran parte allo stato nativo, ma ha anche fatto presente al tempo stesso che in ogni “Advertising” si configurano molte ed articolate forme di pubblicità.

Secondo lei oggi a Roma siamo ancora allo “stadio 3” (preistorico) della “Old Economy”: nelle altre città basta prendere la metropolitana per avere tutte le informazioni.

Pur con i Regolamenti da rispettare, il settore a Roma è secondo lei sottodimensionato, benché non sia “povero”: basterebbe secondo lei che le “regole” fossero un po’ più elastiche.

A quest’ultimo riguardo ha parlato di un “foglio normativo” molto complicato, per cui sarebbe auspicabile una semplificazione per avere una economia che sfrutti appieno il settore della pubblicità (ha fatto l’esempio della pubblicità elettorale che è per lei “statica”): si farebbe così un salto straordinario.

Ha ripreso la parola il coordinatore Corrado Ruggeri per fare un saluto ed un ringraziamento ai molti personaggi che hanno voluto partecipare al convegno: oltre ai rappresentanti dell’amministrazione capitolina ricordati all’inizio di questo articolo, ha fatto fra gli altri i nomi dei consiglieri comunali Gemma Guerrini (M5S), Ignazio Cozzoli Poli (Gruppo Misto), Davide Bordoni (Forza Italia), Simone Proietti (M5S, Assessore al Commercio del III Municipio), oltre a Gianni Alemanno (Azione Nazionale) che poco prima aveva partecipato alla manifestazione di protesta dei tassisti in piazza Venezia.

A tutti Corrado Ruggeri ha fatto presente che il minimo che si possa dire è augurare un buon lavoro: ha dato quindi la parola al Dott. Bruno Amoroso, magistrato amministrativo, che ha relazionato sulle “Riflessioni conclusive sulla compatibilità tra i vari strumenti urbanistici” .

  

Bruno Amoroso

Ha esordito affermando che si prova sgomento di fronte a 24 punti di incoerenza, che motivano una modifica della regolamentazione: occorre a suo giudizio “una mano unificatrice”.

Ha fatto presente che il quadro normativo attuale tocca molti argomenti diversi e rimanda ad una interdisciplinarietà, per cui sarebbe meglio disporre di strumenti normativi del tipo “Testi Unici” per una nuova regolamentazione organica e non più frazionata, compito però molto difficile per il Comune.

Ci vorrebbe pertanto una normativa che venga dall’alto: sarebbe opportuno a suo giudizio un Osservatorio Generale per studiare gli aggiustamenti continui da apportare e per arrivare ad un riesame con strumenti flessibili.

Di fronte a 24 punti di incoerenza non è pensabile di andare avanti così, per cui la proposta che secondo lui si può fare è quella di creare organismi che possano interpretare, aggiustare e modificare la normativa vigente, per avere forme più dinamiche della pubblicità.

Ha ripreso la parola il coordinatore Corrado Ruggeri per chiedere a Daniela Aga Rossi di fare un bilancio di questa prima parte del convegno.

Daniela Aga Rossi

Ha tenuto a mettere in risalto che questo è un convegno propositivo, che non punta ad allungare i tempi, ed ha precisato che come primo punto la proposta dell’A.I.P.E. consiste:

1) in una caratterizzazione dello stato di fatto ;

2) nella tutela dell’ambiente in cui viviamo.

Il 2° punto della proposta punta ad una pubblicità che diventi arredo, badando alla qualità di materiali appropriati, dotando gli impianti delle migliori e più avanzate tecnologie, per diventare i primi in Europa.

Ha fatto presente che è stretto il tempo per tutto questo, con la normativa che abbiamo.

Ha quindi citato il comma 5 bis dell’art. 7 del nuovo Regolamento di Pubblicità che riserva alla ditte che hanno partecipato al procedimento del riordino” la possibilità di partecipare alla assegnazione degli impianti SPQR di proprietà del Comune: ha ricordato anche la delibera che ha individuato i criteri di selezione [Deliberazione della Giunta Capitolina n. 343 del 23 ottobre 2015, ndr.] che dovranno basarsi sulla meritocrazia, anche per aumentare il gettito delle entrate del Comune.

A suo giudizio la selezione delle ditte pubblicitarie deve andare di pari passo con la selezione dei tecnici.

Ha messo in evidenza che non si vuole un aumento delle superfici espositive, ma che si spera solo di avere strumenti adeguati per essere all’avanguardia dei tempi.

A questo punto il coordinatore Corrado Ruggeri ha aperto il dibattito: si è iscritto ad intervenire per primo il consigliere Ignazio Cozzoli Poli.

Ignazio Cozzoli Poli

Ha voluto ricordare il dibattito politico che c’è stato sul P.R.I.P. e sul nuovo Regolamento di Pubblicità, per far sapere che lui li ha avversati.

Ha richiamato l’impianto debole dei PiaLMIP ed ha parlato della differenziazione dei lotti in impianti privati ed in impianti SPQR, per precisare che lo scopo della riforma è di stabilizzare il gettito.

Ha quindi parlato della necessità di una riflessione politica su tutti gli strumenti di pianificazione generale: ha fatto presente che nel P.R.G. che risale al 2008 non sono previsti i Punti Verde Qualità e che il P.G.T.U. è stato licenziato dall’allora Assessore Improta in assenza di una adeguata partecipazione ed appare inficiato per le sue debolezze (al riguardo ha fatto notare che oggi è impossibile aprire un distributore di benzina a Porte di Roma).

Ha ricordato infine le pensiline multiuso che gestisce la Clear Channel.

Il coordinatore Corrado Ruggeri ha dato la parola a Franco Meroni della associazione di categoria A.A.P.I. (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane).

Franco Meroni

Dopo avere premesso che l’A.A.P.I. opera dal 1945 a livello nazionale, ha fatto un paio di osservazioni.

A suo giudizio il vero passaggio essenziale è individuare quali siano gli obiettivi prefissi e con quali strumenti.

Ha fatto notare che il Codice della Strada che risale al 1992 vieta gli impianti a led, per cui bisognerebbe rivedere la normativa, che ad ogni modo prevede un ampio potere derogatorio.

Occorre un ridisegno dell’esistente con una proiezione sullo sviluppo futuro: i PiLMIP rappresentano una pianificazione funzionale all’oggi e non in prospettiva al domani.

Occorre una visione più generale che vada oltre le dislocazioni attuali, impiantate su ciò che era prima: si perde così la possibilità di andare verso elementi innovativi (a tal riguardo ha fatto una considerazione sugli audiodoor).

Il coordinatore Corrado Ruggeri ha dato la parola ad Andrea Coia, Presidente della Commissione Commercio.

Andrea Coia

Ha esordito affermando che lo “studio” può arricchire la documentazione già in possesso della Commissione Commercio e costituisce la prima occasione di revisione dei Piani di Localizzazione, ma pur sempre con l’esigenza di dare riordino e decoro.

Ha affermato che è d’accordo con Daniela Aga Rossi per quanto riguarda la necessità di trovare una soluzione: ha assicurato che sicuramente si confronterà con l’Assessorato ed il Dipartimento per vedere di verificare le incoerenze dei Piani di Localizzazione che sono state riscontrate e la possibilità di accogliere la proposta dell’A.I.P.E. di una soluzione.

A suo giudizio anche il discorso sulla equivalenza dei lotti è determinante: ha garantito che troverà il modo per cooperare e per “andare dove dobbiamo andare”.

A questo punto ho chiesto ed ottenuto di poter intervenire anch’io, lasciando prima la parola al Prof. Carlo Valorani che ha voluto precisare il ruolo in generale dell’Università ed in particolare del suo Dipartimento di Architettura, che è quello di collaborare al miglioramento della vita sociale della città, verso una “smart city”: a suo giudizio l’università è una risorsa a favore della città.

Senza che io mi fossi qualificato, il coordinatore mi ha presentato come Rodolfo Bosi della associazione V.A.S. (Verdi Ambiente e Società).

Ho premesso che mi trovavo d’accordo, da architetto, con il ruolo sociale dell’Università in generale e della Facoltà di Architettura in particolare: ho quindi fatto presente che il mio intervento avrebbe riguardato alcune precisazioni riguardo alla relazione del Prof. Carlo Valorani.

Con riferimento alla presunta mancata tutela dei vincoli archeologici, paesaggistici e storico monumentali ho ricordato che fra gli elaborati di analisi del P.R.I.P. c’erano le tavole di sintesi dei vincoli paesaggistici [ tavole da A2.a ad A2.c, ndr.] e le tavole di sintesi del P.T.P.R. [tavole da A1.a ad A1.c, ndr.], oltre che le tavole di sintesi del P.R.G. [tavole da A3.a ad A3.c, ndr.].

Ho ricordato che i Piani di Localizzazione sono stati sottoposti al “parere” delle tre Soprintendenze interessate, che dopo ben 5 Conferenze di Servizi hanno dettato prescrizioni anche al di fuori della loro stretta competenza, perché si sono espresse anche su aree non vincolate.

Ho messo in evidenza, che benché non tenuta a rispettare i “pareri” relativi alle aree senza nessun vincolo, per evitare il rischio di contenziosi “Aequa Roma” ha preferito recepire tutti i “pareri” espressi, per cui si è scesi agli attuali 62.000 mq.: ho quindi fatto notare che le “incoerenze” rilevate su questo fronte dal Porf. Carlo Valorani suonano come una critica all’operato delle tre Soprintendenze.

La seconda precisazione ha riguardato le mancata pianificazione delle aree a progettazione unitaria: ho fatto presente al riguardo che dal dibattito che c’è stato in passato sull’argomento è venuto fuori che l’unitarietà degli impianti in queste aree è demandata ai futuri bandi di gara, che dovranno riguardare lotti di impianti con ubicazioni ormai controllate e definitive su cui chi si aggiudica il bando potrà installare immediatamente i propri impianti, anche quelli in area vincolata perché dotati a priori delle dovute autorizzazioni paesaggistiche e dei dovuti nulla osta.

Riguardo ai 62.000 mq. ho fatto presente che non sono stati pianificati 10.000 mq. da riservare alle strade locali, per cui la superficie espositiva totale ammonta a 72.000 mq. circa.

Ho infine messo in risalto che le critiche ai PiaLMIP non sono addebitali ad “Aequa Roma“, che si è limitata a rispettare i criteri dettati dalla Giunta Capitolina, secondo i quali ha dovuto individuare le stesse ubicazioni degli impianti pubblicitari attualmente registrati nella Nuova Banca Dati del Comune, che sono risultati in regola con la normativa vigente in materia, a cui ha dovuto aggiungere gli impianti speciali, perché introdotti ex novo: ciò ha determinato l’accavallamento su tutte le strade di impianti di varia tipologia, quindi in concorrenza tra di loro e con conseguente perdita di valore economico da rendita di posizione.

Ho concluso il mio intervento facendo presente che i Piani di Localizzazione sono stati già fatti oggetto di osservazioni a cui la Giunta Capitolina deve ancora controdedurre: in tale sede bisogna fare in modo di riservare ad ogni circuito di impianti una parte esclusiva di strade in modo da rendere appetibili tutti i futuri lotti, assicurando una equivalenza economica che assicuri soprattutto alle ditte che hanno operato e continuano ad operare a Roma nella piena legalità di poter continuare a svolgere l’attività da cui dipende il loro domani.

È quindi intervenuto il consigliere Davide Bordoni che si è astenuto sul P.R.I.P. ed ha votato contro il nuovo regolamento di Pubblicità.

Davide Bordoni

Ha fatto presente che c’è comunque un passo avanti con questa pianificazione, che va però perfezionata.

A suo giudizio si sta lasciando troppo la pianificazione ai Municipi: ha quindi affermato che si farà dare lo “studio”.

Secondo lui il servizio di Bike Sharing va finanziato in altro modo.

Ha concluso assicurando che si farà carico di questo apporto contributivo portato dalle associazioni di categoria.

Ha chiesto a questo punto ed ottenuto di parlare il Dott. Gianluca Giattino, che ha curato i Piani di Localizzazione.

Gianluca Giattino

Ha ringraziato per l’invito a partecipare al convegno, perché è servito per fare uno spunto di riflessione: ha ringraziato al tempo stesso le centinaia di cittadini che hanno partecipato a tutto il percorso della riforma degli impianti pubblicitari, dimostrando che questo è un settore vivo.

È quindi passato a parlare del PiaLMIP (termine secondo lui terribile e cacofonico) per rifarsi alle criticità delle alberature che non sarebbero state considerate: ha fatto presente al riguardo che la situazione è estremamente dinamica e cambia in continuazione.

Ha voluto fare anche una precisazione riguardo alla delibera n. 609 del 1981, che prevede una disciplina molto generica, dettata in assenza di P.R.I.P. che oggi invece c’è e che quindi l’ha superata.

Ha affermato che non vede l’ora di confrontarsi con il Prof. Carlo Valorani: ha fatto presente che il P.T.P.R. per il centro storico non detta alcuna disciplina, dal momento che rimanda al piano di gestione del Patrimonio Unesco.

Ha concluso affermando che pensava di trovarsi in un convegno che fosse “anti” quando invece è stato un convegno “pro”.

A questo punto la giornalista Paola Pilati ha voluto sapere le seguenti 2 cose su:

1) abusivismo (qual è la stima del fenomeno),

2) autotassazione proposta dall’A.I.P.E. (capire bende in che tipo di iniziativa si immagina di realizzare).

Daniela Aga Rossi ha fatto presente che il fenomeno dell’abusivismo è importante e non molto gestibile per causa della vastità del territorio del Comune di Roma.

Ha messo in evidenza che ci sono a Roma zone non pianificate dove si sarebbe bisogno che arrivasse la pubblicità.

Riguardo alla autotassazione ha fatto presente che il Consiglio Comunale avrebbe voluto aumentare il Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) per poi accorgersi che per legge non lo può fare: a suo giudizio si può applicare un canone extra gettito, a cui l’A.I.P.E. aderirebbe nel caso che fosse portato avanti [c’è da far presente che i futuri bandi di gara per gli impianti SPQR e per gli impianti privati su suolo pubblico verranno aggiudicati alla maggiore offerta, ndr.]

Il Prof. Carlo Valorani ha voluto fare una precisazione riguardo alle Soprintendenze, affermando che nella Relazione ci sono tre pagine sul caso.

Daniela Aga Rossi ha chiuso il convegno ribadendo che ci tiene ad aprire un tavolo di confronto propositivo ed un Osservatorio.

 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

RASSEGNA STAMPA

Dire Lazio

21 febbraio 2017

Roma, convegno con Aipe sui piani affissioni del Comune

ROMA – Si è svolto oggi, martedì 21 febbraio, alle ore 10, presso l’associazione Civita, in piazza Venezia 11, il convegno ‘Roma. La comunicazione esterna: quale futuro?‘ promosso da Clear channel Italia, media company leader nel settore della comunicazione esterna, e dall’Associazione imprese pubblicità esterna (Aipe) che riunisce quindici tra le maggiori aziende di affissioni di Roma.

L’incontro intende proporre all’Amministrazione comunale uno strumento scientifico per individuare le coerenze/incoerenze presenti nel Prip e nei Piani di localizzazione degli impianti pubblicitari al fine di proporre nelle fasi amministrative successive una documentazione che possa portare l’impiantistica pubblicitaria della Capitale agli standard di una città moderna e internazionale.

Cosa che sicuramente non è ora.

Nel corso del convegno verrà presentato lo studio di valutazione tecnico-scientifica dell’università La Sapienza sul Prip e sui Pialmip adottati da Roma Capitale.

Secondo lo studio elaborato dal dipartimento Pianificazione design tecnologia dell’architettura (Pdta) della Sapienza, questi piani di localizzazione degli impianti pubblicitari – se approvati dall’attuale Giunta comunale così come redatti e pervenuti da AequaRoma – renderanno difficile raggiungere gli obiettivi di pubblico interesse per cui erano stati commissionati: il riordino della pubblicità esterna nel rispetto dell’ambiente e del patrimonio storico-artistico cittadino e il significativo incremento delle entrate tributarie per Roma Capitale.

Le affissioni sono il mezzo di comunicazione più antico e diffuso nel mondo.

Già in epoca romana fogli di papiro incollati ai muri venivano usati per annunciare spettacoli, gare sportive e vendite di schiavi o per invitare a votare per un certo candidato alle elezioni.

Oggi, le affissioni sono l’unico mezzo di comunicazione che, generando introiti per le casse comunali, influenza direttamente le politiche di bilancio e di investimento dei Comuni; per tale ragione le procedure pubbliche di assegnazione delle concessioni degli impianti pubblicitari devono essere il più possibile trasparenti per garantire una pluralità di operatori ed evitare monopoli o posizioni dominanti di mercato che limitano l’accesso degli utenti a questo mezzo di comunicazione e compromettono la libertà di espressione.

Per Daniela Aga Rossi, presidente dell’Aipe, “le valutazioni dell’università La Sapienza sul Prip e sul Pialmip sono utili per riallacciare il dialogo con l’Amministrazione comunale su un tema così sentito e importante per Roma, in quanto rappresentano un’analisi scientifica e oggettiva che eviterà di dare, a chi non vuole cambiare nulla, il pretesto per facili ricorsi amministrativi”.

Gli organizzatori del convegno, consapevoli della responsabilità sociale per l’impatto della pubblicità esterna sul decoro della città e sulle entrate comunali, chiedono all’Amministrazione cittadina di affrontare un percorso condiviso e trasparente che porti alla modifica dei Piani di localizzazione degli impianti pubblicitari elaborati da AequaRoma che, così come ampiamente dimostrato dallo studio di valutazione dell’università La Sapienza, compromettono l’immagine della capitale d’Italia e favoriscono interessi particolari.

http://www.dire.it/21-02-2017/107233-roma-convegno-aipe-sui-piani-affissioni-del-comune/

L’esigenza è nata perché come imprenditori e come associazione di categoria a livello empirico avevamo visto delle criticità nei piani.  

Però avevamo paura di essere di parte, per cui abbiamo affidato a degli esperti uno strumento che potesse essere a disposizione della città.  

Purtroppo gli esperti hanno confermato quelle che erano le criticità che noi abbiamo riscontrato, ma noi in questa fase siamo propositivi perché vogliamo dare lo strumento all’amministrazione per poter avere una pianificazione efficiente”.

Così Daniela Aga Rossi a margine della presentazione dello studio di valutazione del Piano regolatore degli impianti pubblicitari (Prip) e dei Piani di localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari (Pialmip) del Comune di Roma realizzato dall’università La Sapienza, presentato presso la sala Gianfranco Imperatori, sede dell’associazione Civita.

Presenti alla conferenza anche Bruno Amoroso, magistrato amministrativo, Carlo Valorani, docente di Pianificazione territoriale e paesaggio del dipartimento Pdta, Pianificazione design tecnologia dell’architettura della Sapienza.

Fondamentalmente– ha continuato- ci sono delle incongruenze negli ambiti di tutela: ad esempio sono stati posizionati degli impianti dove gli impianti non possono essere.  

Però ci sono anche delle criticità sul posizionamento, per cui molti sono stati spostati dalle assi principali alle zone residenziali, per cui da una parte la cittadinanza potrebbe vedere sorgere nuovi impianti e dall’altra però non avrebbero valore commerciale in quanto le zone residenziali non hanno una appetibilità per l’inserzionista.  

Quindi ci vuole un ripensamento a livello progettuale, in modo tale che si tenga conto di quelle che sono le esigenze del tessuto urbano – e quindi progettazione di altezza e formati, anche con una riduzione – ma anche dell’effettiva commerciabilità degli impianti.  

Tutto questo però chiedendo alle aziende di investire in impianti belli, impianti tecnologici che portino finalmente la comunicazione esterna a Roma a livello delle altre città europee.  

Chiediamo una razionalizzazione e una revisione del Piano in modo tale che sia un reale strumento di pianificazione”.

Megaschermi o anche schermi più piccoli digitali- ha concluso la presidente dell’Aipe, Daniela Aga Rossi- potrebbero essere distribuiti sul territorio: potrebbero avere uno spazio destinato alle informazioni sociali utili o turistiche, quindi potrebbe essere una risorsa sia per i cittadini che per coloro che vengono a visitare la nostra bellissima città”.

 

Spot And WEB

22 febbraio 2017

Roma. La Comunicazione Esterna: quale futuro?

Si è tenuto a Roma il convegno “Roma. La Comunicazione Esterna: quale futuro?” promosso da Clear Channel Italia, media company – leader nel settore della Comunicazione Esterna, e dall’Associazione Imprese Pubblicità Esterna (AIPE) che riunisce quindici tra le maggiori aziende di affissioni di Roma.

Sono intervenuti:

  • Daniela Aga Rossi, presidente Aipe
  • Prof. Carlo Valorani, docente della Pianificazione Territoriale e Paesaggio del Dipartimento PDTA dell’Università La Sapienza
  • Bruno Amoroso, Magistrato Amministrativo
  • Paola Pilati, giornalista del Gruppo Editoriale L’Espresso.

Corrado Ruggeri, giornalista, è stato il coordinatore del Convegno. 

Scopo del convegno: proporre all’Amministrazione Comunale uno strumento scientifico per correggere errori normativi e tecnici presenti nel PRIP e nei Piani di localizzazione impianti al fine di operare nelle fasi amministrative successive con la documentazione corretta per portare l’impiantistica pubblicitaria della Capitale agli standard di una città moderna e mondiale.  

Nel corso del convegno è stato presentato lo studio di valutazione dell’Università LA SAPIENZA sul Piano Regolatore degli impianti pubblicitari (PRIP) e sui Piani di Localizzazione dei mezzi e degli Impianti pubblicitari (PiaLMIP) adottati dal Comune di Roma.

Secondo lo studio elaborato dal Dipartimento Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura (PDTA) dell’Università LA SAPIENZA, questi piani di localizzazione degli impianti pubblicitari – se approvati dall’attuale Giunta comunale così come pervenuti da AequaRoma – renderanno irraggiungibili gli obiettivi di pubblico interesse per i quali erano stati commissionati: il riordino della pubblicità esterna nel rispetto dell’ambiente e del patrimonio storico-artistico cittadino e il significativo incremento delle entrate tributarie per Roma Capitale.

Di seguito, la sintesi della relazione del Dipartimento Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura (PDTA) dell’Università La Sapienza sugli strumenti di pianificazione adottati dal Comune per il riordino del settore della pubblicità esterna e delle affissioni a Roma.

L’oggetto della ricerca del Dipartimento Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura (PDTA) dell’Università La Sapienza è stata la redazione di un parere tecnico scientifico in ordine alla pianificazione di Roma Capitale del settore della pubblicità esterna e delle affissioni.

Va premesso che in materia di pubblicità e di pubbliche affissioni l’azione dell’Amministrazione Capitolina interviene, dopo molti anni di dibattito, per disciplinare un’attività commerciale potenzialmente rilevante in termini di risorse economiche per l’Ente pubblico e certamente determinante nella costruzione dello spazio visivo e del decoro della città.

L’analisi di merito del Dipartimento PDTA è stata condotta comparando gli elaborati testuali e grafici dei diversi strumenti capitolini tra loro e con le norme e gli strumenti che costituiscono il quadro normativo e regolamentare generale.

Per procedere alle necessarie comparazioni dirette, durante l’attività di studio-ricerca sono state prodotte elaborazioni di mosaicatura e georeferenziazione e ove possibile operazioni di vettorializzazione.

Dalla relazione del Dipartimento PDTA emergono 5 aree principali, di coerenza/ incoerenza con gli strumenti sovraordinati, o di rispetto/ non rispetto degli obiettivi prefissati:

1) Singoli impianti con posizionamento non coerente con il Regolamento capitolino (e/o il PRIP);

2) Insiemi di impianti con posizionamento non coerente con le disposizioni sovraordinate;

La relazione del Dipartimento PDTA evidenzia come la semplice soppressione dei posizionamenti avrebbe una sensibile incidenza sul dimensionamento complessivo della superficie espositiva. Sembra quindi opportuno prendere in considerazione la ricollocazione dei posizionamenti impropri fermo restando l’aggiornamento del procedimento di partecipazione del pubblico.

3) PiaLMIP come “atto presupposto dell’indizione delle procedure di gara con cui rilasciare autorizzazioni per nuovi impianti pubblicitari“; in merito a questo punto la relazione evidenzia le seguenti criticità:

• Nella documentazione si è riscontrato che la localizzazione degli “impianti di pubblico servizio“, pur prevista e computata, è del tutto assente nelle mappe.

• Il computo degli impianti presenta scostamenti, sulla base di singoli municipi, che si attestano su valori che vanno da + 48% a -20% tra le quantità dichiarate e quanto effettivamente localizzato su mappa.

• Il ricorso alla localizzazione di “accorpamenti” di “forme di esposizione” e la non completa descrizione delle caratteristiche degli impianti (spesso la loro rappresentazione non consente di accertare la dimensione della superficie di esposizione), consegna alle successive fasi una descrizione incerta della composizione e del dimensionamento dei singoli lotti.

• La definizione dei lotti di gara sconta anche una incertezza generale in ordine al posizionamento dei singoli impianti causata da una caratterizzazione dello stato di fatto inadeguata alla fase progettuale attuativa (non sono stati considerati alcuni impedimenti amministrativi – segnaletica, impianti semaforici, attraversamenti – e i condizionamenti fisici – alberature, reti dei sottoservizi, chioschi, ecc.) combinata ad una tolleranza troppo ampia sul posizionamento che consente spostamenti fino a 50 m. In presenza di impedimenti non rilevati l’impianto potrà quindi essere soppresso (con variazione del lotto di gara) ovvero ricollocato anche a una distanza ragguardevole impattando su aree ed elementi sensibili (ad es. vetrine negozi) in prima istanza non coinvolte dal piano attuativo.

La relazione del Dipartimento PDTA evidenzia come sembra opportuno prendere in considerazione una generale revisione degli strumenti attuativi che ponga maggiore attenzione alla precisazione dei posizionamenti e alla composizione dei lotti

4) Coerenza con gli obiettivi di tutela ambientale, paesaggistica, storica e artistica; in merito a questo punto la relazione evidenzia le seguenti criticità:

• Le aree a progettazione unitaria (previste dal PRIP per “rendere compatibile l’esposizione pubblicitaria con le caratteristiche storiche, architettoniche e ambientali del contesto urbano – PRIP-NTA art. 33”) non trovano attuazione.

• L’Applicazione delle tutele previste in forma d’indirizzo dagli strumenti sovraordinati (PTPR) è effettuata con una condotta incoerente: sugli assi delle strade consolari è applicata in modo rigoroso, nel caso del centro storico, con vincolo Unesco, vengono invece posizionati numerosi impianti (anche di grande dimensione).

• Il numero di formati e il design previsto per gli impianti (che mostra evidenti incoerenze stilistiche) costituisce un fattore di confusione visiva che si aggiunge alla ricollocazione su strade locali della

• forma di esposizione denominata SPQR. Questa ultima scelta introduce elementi di disturbo visivo nelle zone più residenziali e intime della città fino ad oggi escluse dal fenomeno dell’esposizione pubblicitaria. 

La relazione del Dipartimento PDTA evidenzia come considerata la rilevanza che l’Amministrazione assegna all’obiettivo della tutela ambientale, paesaggistica, storica e artistica, potrebbe essere presa in considerazione una profonda revisione degli strumenti attuativi che ponga maggiore attenzione alle istanze di tutela.

5) Coerenza con gli obiettivi di “regolamentazione del mercato pubblicitario secondo regole di equità e concorrenza” e di “stabile programmazione delle entrate capitoline”, in merito a questo punto la relazione evidenzia le seguenti criticità:

• La decisione di ricollocare alcune forme di esposizione (SPQR e impianti privati) su strade locali è anche rilevante in termini di affidabilità del gettito ed equità. La loro collocazione su strade locali commercialmente non affidabili (si noti che oggi sono prive di installazioni) rende incerto il valore commerciale del lotto.

• Allo stesso tempo i Piani di localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari (PialMIP) assegnano in modo univoco solo a determinati raggruppamenti di forme di esposizione i formati più grandi e i posizionamenti dal maggiore valore commerciale. In questo modo sono stati creati alcuni lotti eccessivamente dominanti. I lotti svantaggiati potrebbero non avere un buon esito provocando la contrazione del gettito.

 

La relazione del Dipartimento PDTA evidenzia come considerata la rilevanza che l’Amministrazione assegna agli obiettivi di “regolamentazione del mercato pubblicitario secondo regole di equità e concorrenza” e di “stabile programmazione delle entrate capitoline” potrebbe essere presa in considerazione una profonda revisione degli strumenti attuativi e generali che ponga maggiore attenzione alle istanze di equità e concorrenza e di stabilità delle entrate.

PROPOSTE per una soluzione corretta e democratica, elaborate da Clear Channel e AIPE

Al fine di uscire dalla situazione di blocco del settore della pubblicità esterna a Roma e garantire futuro alle imprese, decoro alla città e gettito erariale al Comune, la proposta è di pianificare una “road map” serrata ed efficace per raggiungere un accordo di larghe intese, che tenga conto realmente di tutti gli interessi in gioco.

Gli obiettivi sono così sintetizzabili:

1. dotare la città di Roma di un sistema di pianificazione del territorio dettagliato e completo di tutti gli elementi utili ad evitare contrasti con lo stato di fatto e con le esigenze di rispetto dell’ambiente e tutela del patrimonio artistico e storico della Città;

2. stabilire un disciplinare tecnico per omogeneizzare i modelli di impianti pubblicitari in base alle loro caratteristiche e formati, renderli “smart” attraverso il completamento degli stessi con componenti e dettagli volti a garantire dei servizi alla cittadinanza e tutelare il decoro della Città.

LA SOLUZIONE PROPOSTA

1. Selezione delle concessionarie in base ai comportamenti ed adempimenti delle stesse attraverso l’Art. 7 comma 5 Bis del regolamento vigente (o ad altra determinazione che eventualmente il Comune potrà adottare), al fine di consentire una programmatica gestione delle esigenze di assetto del territorio e della corretta amministrazione degli impianti sul territorio.

2. Selezione di un team di legali, giuristi e tecnici per predisporre un combinato di norme e regolamenti volto ad impostare il nuovo assetto cittadino mediante l’assegnazione dei mq. derivanti dalla procedura di selezione dell’art. 7 c. 5 bis: le aziende individuate sarebbero gravate di un costo accessorio e di scopo per la creazione di un fondo apposito e apportare professionalità e mezzi per la stesura di nuovi PialMip andando a risolvere tutte le lacune evidenziate.

3 . Studiare e introdurre un’impiantistica tecnologicamente avanzata, all’altezza di Roma Capitale e già presente in tutte le principali città europee e mondiali.

4. Organizzare il contrasto sistematico dell’abusivismo.

Tale operazione, in cui il punto 1, 2 e 4 possono procedere di pari passo, per far sì che il 2017 veda nascere una disciplina armonica e integrata del settore e avere un riscontro immediato sul territorio mediante la selezione delle aziende virtuose e la liberazione di risorse per la rimozione degli impianti irregolari.

Una volta adottato uno strumento di pianificazione territoriale adeguato, l’amministrazione comunale potrà non solo mantenere il gettito di Cip ed il canone accessorio di scopo per altri progetti (in primis arredo urbano ed il desiderato Bike Sharing), ma sarà anche in grado di esperire le procedure per affidare i nuovi lotti con una maggiore affidabilità del risultato, così come previsto dalle norme comunitarie, e di eliminare i numerosi contenziosi che una soluzione non condivisa porterebbe con sé.

Gli organizzatori del convegno, consapevoli della responsabilità sociale per l’impatto della pubblicità esterna sul decoro della città e sulle entrate comunali, chiedono all’Amministrazione cittadina di affrontare un percorso condiviso e trasparente che porti alla modifica dei Piani di localizzazione degli impianti pubblicitari elaborati da AequaRoma che, così come ampiamente dimostrato dallo studio di valutazione dell’Università La Sapienza, compromettono l’immagine della Capitale d’Italia e favoriscono interessi particolari. 

Per Sergio Verrecchia – Contracts, Development & Bike Sharing Director di Clear Channel Italia: “Clear Channel è impegnata, a livello di Gruppo, in un importante piano di investimenti sul Digitale e nell’ambito di questa strategia è disposta ad investire anche a Rom, ma con la sicurezza che tali investimenti trovino riscontro in un mercato il cui regolare funzionamento sia garantito.  

Il nostro intento, insieme ad AIPE, sarebbe quello di riaprire un dialogo chiaro e trasparente con il Comune di Roma su un argomento complesso quale il PRIP, partendo dalle valutazioni della Sapienza al fine di iniziare un percorso che porti alla modifica di quei progetti che stanno per essere sottoposti al vaglio del Consiglio Comunale”.

Per Daniela Aga Rossi – Presidente dell’Aipe: “Le valutazioni dell’Università La Sapienza sono utili per riallacciare il dialogo con l’Amministrazione comunale su un tema così sentito ed importante per Roma, in quanto rappresentano un’analisi scientifica ed oggettiva che eviterà di dare, a chi non vuole cambiare nulla, il pretesto per facili ricorsi amministrativi giustificati dagli errori tecnici e dagli squilibri di collocazione della nuova impiantistica presenti nei piani di localizzazione del Comune, come ad esempio in quelli previsti per l’arredo urbano ed il bike sharing.

 

Annuario Media & Sport

22 febbraio 2017

N.B. – Ha pubblicato un estratto dell’articolo uscito su Spot And Web

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