Parco dell’Appennino Lucano: archiviare l’intero progetto di ricerca petrolifera

 

Anche il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese ha presentato le osservazioni riguardanti la richiesta della Shell di permessi di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nei siti di La cerasa, Pignola e Monte Cavallo, a confine tra Basilicata e Campania.

Nel documento inviato al Ministero dell’Ambiente l’Ente Parco giudica «inammissibile l’istanza presentata da Shell» e chiede che «l’intero progetto di ricerca venga archiviato».

In una nota l’Ente Parco spiega che «il giudizio riguarda in particolare le aree contigue del Parco ed è incentrato non solo su ragioni di ordine procedurale ma soprattutto sulla necessità di conservazione dell’immensa ricchezza di biodiversità presente nelle aree interessate ai permessi.  

Tale ricchezza, si rileva nelle osservazioni elaborate dagli uffici dell’Ente, impedisce di fatto uno sfruttamento dell’eventuale giacimento di idrocarburi, pur nell’ipotesi di realizzazione di perforazioni in aree contigue all’area Parco».

L’Ente Parco sottolinea «l’importante lavoro di squadra dei due parchi nazionali del Cilento e dell’Appennino Lucano, dai comuni interessati, dalla provincia di Potenza e dalle regioni Basilicata e Campania».

Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese cnclude: «Il decreto istitutivo del Parco dell’Appennino Lucano fa divieto di nuovi permessi di ricerca e trivellazioni.  

L’azione di tutela messa in campo dall’Ente Parco con l’invio delle osservazioni al ministero, mira dunque alla salvaguardia delle aree contigue, zone speciali di conservazione (Zsc), e siti naturali di primaria importanza comunitaria ricadenti nella Rete natura 2000».

Il 23 febbraio, dopo le notizie sulla situazione del Lago del Pertusillo, presumibilmente inquinato da idrocarburi, data la colorazione anomala delle sue acque, il presidente del Parco dell’Appennino Lucano, Domenico Totaro, aveva detto: «Mi auguro si tratti di un’anomalia dovuta a delle cause esclusivamente naturali.

Il Pertusillo è un ambiente di estremo rilievo per l’area del Parco ed è una risorsa chiave per la sua importantissima funzione.  

Si tratta, infatti, di un ecosistema delicato la cui presenza floro-faunistica è completamente in simbiosi con l’ambiente naturalistico circostante.  

È un’area che va salvaguardata e monitorata nel modo migliore possibile se consideriamo, altresì, che fornisce acqua a moltissimi territori della Basilicata e della Puglia, oltre ad essere utilizzato per le irrigazioni agricole i cui prodotti arrivano sulle nostre tavole.  

Esprimo la mia grande preoccupazione per questa situazione.  

Chiedo che si faccia chiarezza al più presto e che si risalga, con indagini opportune, alle reali cause di questo fenomeno inspiegabile, per tranquillizzare le popolazioni ed anche i sindaci dei comuni interessati.  

Pur adoperando quella cautela che ci suggerisce di attendere i risultati delle analisi già avviate dall’Arpab, voglio ribadire che qualora dovesse trattarsi di inquinamento dovuto ad insediamenti industriali non opportunamente controllati e condotti, l’Ente Parco intende esercitare la legittimità di costituirsi parte civile ed addurre un’azione risarcitoria per eventuali danni ambientali provocati da questo fenomeno».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 28 febbraio 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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