A Ferragosto i parchi non vanno certo in ferie e sono, anzi, nel pieno delle loro attività di conservazione ed educazione ma anche delle loro emergenze tra incendi, assalto turistico e stranezze faunistiche. Spesso per rappresentare la situazione delle aree protette si usano termini come “battaglia”, “impegno sul fronte”, “esercito per la conservazione”. In ogni caso si tratta effettivamente di un impegno enorme che gli Enti Parco, come un vero e proprio esercito, conducono da anni per la tutela del patrimonio naturale del Paese. Qualsiasi esercito per poter vincere ogni singola battaglia e, ovviamente, la guerra intera, deve essere al meglio delle proprie condizioni. Servono “truppe” altamente preparate, in numero sufficiente, con attrezzature e mezzi all’avanguardia, altrimenti non c’è che la sconfitta. Eppure, questa “gioiosa macchina da guerra” (il riferimento non è certo casuale) è priva di moltissimi suoi generali. Oltre la metà dei 23 parchi nazionali è infatti priva di un direttore regolarmente nominato. È come se si mandasse una flotta navale ad una battaglia, priva di più della metà dei comandanti. Il Ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore potranno pure dare le indicazioni, ma poi sul campo di battaglia la guerra verrà inevitabilmente persa. Lo stesso, più semplicemente, accadrebbe anche in un ristorante di qualità, se non ci fosse un capo cuoco qualificato, in grado di coordinare la cucina. Il proprietario potrà anche investire nell’arredo, invitare VIP e fare pubblicità, ma la figuraccia sarà sempre assicurata ed il cibo servito, nella migliore delle ipotesi, sarà la “solita minestra”. E allora, anche per i Parchi nazionali dovremo chiamare lo chef Cannavacciuolo per analizzare i problemi ed imporre, a suon di benevoli schiaffoni, qualche soluzione organizzativa ? Dobbiamo davvero arrivare al nuovo format “parchi da incubo” ? AIDAP ha dimostrato grandissimo rispetto (pur avendo idee […]