UN APPELLO PER LA DIFESA DELLE FORESTE

 

Riportiamo il testo dell’appello, sotto forma di lettera aperta al Presidente della Repubblica, per la difesa delle foreste dalla loro “valorizzazione energetica”, in realtà impoverimento in nome della produzione di energia da “fonti rinnovabili” (biomasse) già sottoposte a fondate critiche dalle associazioni ambientaliste e da molti scienziati (una essenza vegetale, ancor più se inserita in un “essere” quale è una foresta, non è semplicemente un “pezzo di legno”, in qualunque fase della sua vita, che può produrre energia e viene sostituito – chissà quando – da un altro “pezzo di legno”!).
L’appello è stato sottoscritto da Medicina Democratica che invita ad ulteriori sottoscrizioni su http://www.isde.it/no-al-decreto-sulle-normative-in-materia-di-foreste-basta-tagli-di-alberi-che-aumentano-linquinamento-atmosferico/

Lettera Aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Per la difesa del patrimonio ambientale italiano, della salute dei cittadini e delle risorse economiche del paese

 

Oggetto: Il D.Lgs riguardante le “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali” viola la Costituzione Italiana e rappresenta un danno all’ambiente, alla salute e all’economia del paese.

Gent.mo Presidente Mattarella,

Ci rivolgiamo a Lei in quanto garante delle Costituzione della Repubblica Italiana, su cui si fonda la vita democratica del paese.

Con questa nostra lettera vogliamo portare la Sua cortese attenzione sui problemi posti dal D.Lgs. riguardante le “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali” che a breve Lei sarà chiamato a visionare.

È nostra convinzione, supportata da dati scientifici, che tale D.Lgs. contrasti con alcuni punti fondanti del nostro ordine Costituzionale, in particolare con gli
Art. 9, La Repubblica “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Art. 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività
Art. 41. L’iniziativa economia… “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Un D.Lgs. che se attuato porterebbe danni enormi all’ambiente, all’economia e alla salute dei cittadini italiani, ripetendo un copione sfortunatamente visto troppe volte.

Questa nostra lettera si associa ad altre iniziative come l’Appello sottoscritto da 264 docenti e ricercatori universitari, che come noi esprimono profonde preoccupazioni e fa seguito al Comunicato Congiunto fra ISDE e Scienziati di Energia per l’Italia e altre petizioni di cittadini italiani.
Il D.Lgs promuove la “valorizzazione energetica” del bosco, ma, oltre alla promozione di una inefficiente fonte energetica, di fatto ne favorisce il taglio in modo incondizionato e sistematico. Ciò si traduce in:

danni al patrimonio ambientale

  • promozione di un insostenibile processo di consumo e degradazione del territorio
    • danno al patrimonio boschivo e ambientale italiano, già messo a dura prova dai recenti atti vandalici e criminali e verosimilmente incentivato dallo smantellamento del Corpo Forestale
    • degrado di importanti servizi ambientali, come la depurazione dell’aria, la regolazione del regime idrico, la conservazione del suolo e della biodiversità
  • aumento delle emissioni nette di gas a effetto serra, data l’inefficienza energetica del processo
    danni alla salute dei cittadini
  • aumento dell’inquinamento atmosferico, sia per il venir meno dell’azione depurativa dell’aria operata dalle piante, che per aumento di combustione di biomassa: già oggi il nostro paese è sotto procedura di infrazione da parte dell’UE per la cattiva qualità dell’aria, i cui rischi per la salute saranno meglio specificati in seguito.
  • rischio che il proliferare incontrollato di tali impianti porti alla combustione di materiale pericoloso per la salute pubblica
  • perdita di spazi verdi e/o naturali, fruibili dai cittadini e importante fonte di salute e benessere psicofisico danni all’economia
  • spreco di preziose risorse economiche (denaro pubblico) in attività che sono energeticamente inefficienti, come provato da decenni, da dettagliati lavori scientifici svolti dai maggiori esperti di energia
    • le stesse risorse economiche potrebbero essere usate per fini più utili come gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di fonti energetiche più sostenibili e nell’aumento dell’efficienza energetica
  • danni al capitale naturale e ai servizi ambientali a cui tale capitale provvede
  • perdita di attività economiche veramente sostenibili come l’ecoturismo

Un D.Lgs. di tale impatto necessita di un ampio e approfondito dibattito pubblico e, come suggerisce la lettera degli accademici, l’apertura di un tavolo interdisciplinare.

Non possiamo lasciare tali decisioni nelle mani di pochi tecnici, che con le loro limitate competenze non sono in grado di valutare la portata di queste complesse questioni.

Data l’insensatezza del D.Lgs., è ragionevole anche chiedersi se non vi sia il tentativo, da parte di interessi particolari, di sfruttare il momento per garantirsi dei benefici economici a scapito della Comunità.
Anche dal punto di vista della protezione ambientale e dei servizi ecosistemici il decreto cita molto fuggevolmente la Direttiva 92/43/CEE “Habitat” rimandando a “piani di coordinamento territoriali” e non alla protezione integrale del patrimonio rappresentato in “toto” dalle specie e dagli habitat protetti a livello europeo dalla Rete Natura 2000.

Nemmeno vi sono riferimenti diretti alla Direttiva 2009/147/CE Uccelli, alla Convenzione di Rio de Janeiro sulla Diversità Biologica (CBD), alla Strategia Nazionale per la Biodiversità, nonostante le norme di protezione dovrebbero essere basilari e prioritarie in particolare nella gestione della vegetazione forestale indigena naturale e spontanea.

Il bosco non è riconosciuto nel suo valore naturale e come fornitore di servizi ecosistemici, ma, in modo del tutto obsoleto e ignorando le strategie di protezione della biodiversità sottese dal Testo Unico Ambientale (d.lgs. n. 152/2006) solo come potenziale patrimonio economico.

Manca una vera Strategia Nazionale di Tutela della biodiversità forestale demandando alla buona fede degli enti locali strategie che hanno, invece, valore globale.

Una erronea ed ingannevole interpretazione delle “energie rinnovabili” continua a incentivare i processi di combustione e trasformazione di biomassa (biofuels, legna) energeticamente ed economicamente inefficienti, che trovano il loro sostegno solo nei sussidi pubblici.

Ciò sottrae preziose risorse economiche alla ricerca e allo sviluppo di fonti energetiche più efficienti e sostenibili.

La produzione di cosiddette “bioenergie” (da combustione di biogas, biomasse, rifiuti) ha subito una chiara accelerazione, nel nostro Paese, a partire dal 2008 in conseguenza delle politiche incentivanti; già abbiamo visto come il mercato delle quote credito per la CO2 oggi in vigore, mostri di essere di scarsa efficacia per contenere le emissioni di gas a effetto serra.

Il sistema ETS (Emissions Trading Scheme) da anni infatti non funziona perché ha accumulato il surplus di crediti di emissione, che ne ha falsato l’andamento.

La politica comunitaria fissa un tetto alle emissioni di CO2 per oltre 11.000 industrie “energivore”, obbligandole a scambiare sul mercato quote di carbonio (un credito equivale a una tonnellata di CO2) per rispettare i limiti cui sono sottoposte.

Così in pratica chi emette meno anidride carbonica rimanendo largamente nei limiti fissati, può vendere crediti a chi ne emette di più.

Questo mercato, però, funziona se il prezzo della CO2 è abbastanza elevato.

Non è incentivante, al contrario, come sta accadendo da diversi anni a questa parte, con i prezzi molto bassi dei crediti, scesi anche a meno di 4 euro per la singola tonnellata di CO2.

Ne deriva che alle imprese non conviene investire in efficienza energetica e tecnologie pulite per abbattere le emissioni inquinanti.

Da sfatare anche la considerazione semplicistica per cui la combustione delle biomasse sarebbe “neutrale” rispetto al bilancio della CO2 perché le emissioni di anidride carbonica sarebbero compensate dalla CO2 a suo tempo assorbita attraverso la fotosintesi.

Questo punto di vista non tiene conto del fattore “tempo”: in fondo il petrolio, il carbone e il metano che usiamo, non derivano forse tutti da biomasse sepolte in ere geologiche?

La scienza avverte che la riduzione delle emissioni climalteranti deve avvenire da subito, con urgenza e anche da questo punto di vista conviene che il carbonio, per quanto possibile, resti immobilizzato negli ecosistemi forestali.

A queste considerazioni va poi aggiunto l’ulteriore inquinamento prodotto dai processi di taglio, cippatura, trasporto e smaltimento delle ceneri e in conclusione ribadiamo che a nessuno converrebbe produrre elettricità bruciando biomasse se tale pratica non fosse incentivata con soldi pubblici!

Per quanto attiene i rischi per la salute, come anticipato, già oggi nel nostro paese la qualità dell’aria è particolarmente scadente e per questo siamo sotto procedura di infrazione da parte dell’UE.

Le biomasse solide contribuiscono (dati ISPRA ) per circa il 68% al PM2.5 primario, cui va attribuito una consistente quota dei decessi prematuri che si registrano ogni anno in Italia .

La componente ultrafine del PM2.5, una volta inalata, passa direttamente nel torrente sanguigno e da lì nelle cellule di ogni distretto dell’organismo.

La cattiva qualità dell’aria è uno dei più importanti fattori di rischio a livello globale cui vanno ascritte, oltre alle morti premature per eventi cardiovascolari, numerose altre patologie quali alterazioni della fertilità, della gravidanza e del periodo perinatale, nonché numerose patologie croniche cardio-respiratorie, metaboliche e neurologiche, compreso l’Alzheimer e ricoveri per patologie acute (soprattutto negli esposti più suscettibili come bambini e anziani).

A fronte dei rassicuranti messaggi sullo stato di salute degli italiani, vogliamo solo ricordare che ormai 1 maschio su 2 ed 1 donna su 3 sono destinati ad ammalarsi di cancro nel corso della vita.

Soprattutto ci preoccupa il fatto che in Italia si osservino le più elevate incidenze, a livello continentale, di tumori sia nella popolazione infantile (0-14 anni) che adolescenziale (15-19 anni).

Facciamo nostre le preoccupazioni che troviamo mirabilmente espresse nelle parole scritte da Lorenzo Tomatis nel 1987 e che rappresentano, in modo profetico, lo scenario che ulteriormente si acuirebbe con l’approvazione definitiva del Dlgs. in oggetto:

“…La deliberata spietatezza si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone anche la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche di varia natura presenti nell’acqua, nell’aria, suolo e cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”.

Chiediamo che il patrimonio boschivo del paese sia rispettato, tutelato, se possibile aumentato evitando di mettere ulteriormente a rischio la qualità dell’ambiente e la salute dei cittadini.

Il patrimonio boschivo è fonte di preziosi servizi ambientali, come la regolazione dei flussi idrici e la depurazione dell’aria ed il suo aumento è una delle azioni concrete attraverso cui è possibile ridurre i gas a effetto serra, grazie al loro accumulo naturale e a costo zero, nella biomassa vegetale e nel suolo.

La preghiamo di ascoltare la voce di ricercatori ed esperti indipendenti perché non vorremmo che visioni riduzionistiche o conflitti di interesse, che troppo spesso offuscano una parte della scienza, supportino soluzioni che rischiano di essere peggiori dei mali che si vorrebbero risolvere.

Ci appelliamo quindi a Lei, Presidente Mattarella, perché rimandi questa decisione ad una consultazione partecipata ed a studi più approfonditi sugli impatti di tale D.Lgs

 

Note e riferimenti

https://www.eea.europa.eu/publications/late-lessons-2

Il nuovo Testo Unico Forestale è un decreto legge ammazza-foreste di fine legislatura?

http://www.isde.it/wp-content/uploads/2018/02/2018.02.19-Comunicato-stampa-congiunto-isde_energiaperlitalia_biomasse-1.pdf
http://chn.ge/2EEEDxd
Biello, D. (2011). Energy: The false promises of biofuels. Sci. Am., 305, 59–65. Hall, C.A.S., Lambert, J.G., Balogh, S.B. (2014). EROI of different fuels and the implications for society. Energy Policy, 64, 141–152. MacKay, D.J.C. (2009). Sustainable Energy -Without the Hot Air. UIT Cambridge Ltd., Cambridge, UK. Giampietro, M., Mayumi, K. (2009). The Biofuel Delusion: The Fallacy of Large Scale Agro-Biofuels Production. Earthscan. London, UK. Gomiero, T. (2018). Large-scale biofuels production: a possible threat to soil conservation and environmental services. Applied Soil Ecology, in press. Pimentel, D. (Ed.) (2008). Biofuels, Solar and Wind as Renewable Energy Systems: Benefits and Risks. Springer, New York, NY, USA. Smil, V. (2010). Energy: Myths and Realities. The AEI Press, Washington, DC, USA. Smil, V. (1983). Biomass Energies. Plenum Press. New York, NY, USA. Ulgiati, S.A. (2011). comprehensive energy and economic assessment of biofuels: When green is not enough. Crit. Rev. Plant Sci., 20, 71–106.
http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni/informative-inventory-report/view
http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni/fattori-di-emissione-per-le-sorgenti-di-combustione-stazionarie-in-italia/view
https://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2017
http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs313/en/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4740122/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5534122/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3780365/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28886413
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https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2740858/
http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3081
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5461370/
http://www.epidemiologiaeprevenzione.it/tomatis/pezzi%20tomatis/04E&PsuMacca.pdf

 

(Pubblicato il 5 marzo con questo titolo sul sito di “Medicina Democratica”)

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