L’Etna sta «scivolando verso il mare»

 

Lo studio “Gravitational sliding of the Mt. Etna massif along a sloping basement” pubblicato sul Bulletin of Volcanology da un team di ricercatori britannici e francesi ha stabilito che l’intero massicci dell’Etna srta scivolando verso il mediterraneo alla velocità di 14 mm all’anno e avverte che la situazione richiederà un attento monitoraggio perché potrebbe cin futuro potrebbe comportare un aumento dei rischi.

Il principale autore dello studio,  il geologo John Murray della School of environment, Earth and ecosystem sciences della Open University Milton Keynes, evidenzia su BBC News: «Direi che al momento non c’è motivo di allarme, ma è qualcosa che dobbiamo tenere d’occhio, soprattutto per vedere se c’è un’accelerazione in questo movimento».

Murray, che studia l’Etna da quasi mezzo secolo, ha posizionato una rete di stazioni GPS di alta precisione intorno al vulcano per monitorare il suo comportamento.

Si tratta di una a strumentazione sensibile ai cambiamenti millimetrici nella forma del cono vulcanico e Murray spiega che  «con 11 anni di dati è ora ovvio che la montagna si sta muovendo in direzione est-sud-est, su una linea che in generale va verso la città costiera di Giarre, che dista circa 15 km.

Essenzialmente, l’Etna sta scivolando lungo una pendenza molto dolce di 1-3 gradi. 

Questo è possibile perché è piazzato su una piattaforma sottostante di sedimenti deboli e flessibili».

Per illustrare come funziona questo gigantesco slittamento, il team di  Murray ha condotto esperimenti di laboratorio e ritiene che sia la prima volta che il sottosuolo di un intero vulcano attivo sia stato osservato direttamente.

«Se si pensa alla durata di una vita umana – dicono gli scienziati – uno spostamento di 14 mm/anno – 1,4 m in cento anni – può sembrare molto piccolo, e lo è.

Ma le indagini geologiche in altre parti del mondo hanno dimostrato che i vulcani estinti che mostrano questo tipo di tendenza possono subire danni catastrofici sul loro versante principale mentre si spostano verso il basso.

Si possono accumulare stress che portano a frane devastanti.»

Il dott. Murray e i suoi colleghi (Andy Pitty e  Luke Wooller dell’Open University; Benjamin  Observatoire du Physique du Globe; Phil Sargent,Trent University) sottolineano che «un tale comportamento è molto raro e può richiedere molti secoli, anche migliaia di anni, per svilupparsi in una fase critica» e Murray aggiunge: «Certamente, non ci sono assolutamente prove che questo stia per accadere all’Etna. I residenti locali non dovrebbero allarmarsi.

I 14 mm/anno sono una media, variano da un anno all’altro.

Credo che la cosa da osservare sia se tra 10 anni il tasso del movimento sia raddoppiato, sarebbe un avvertimento: se si sarà dimezzato, direi che non c’è nulla di cui preoccuparsi».

Quello che preoccupa maggiormente nell’immediato è l’effetto confondente che questo scivolamento potrebbe avere per la valutare giornalmente il vulcano.

Gli scienziati sanno che sta per verificarsi un’attività eruttiva quando il magma si gonfia verso l’alto e deforma l’aspetto stesso della montagna. 

Per ottenere una visione univoca di questo fenomeno ora i ricercatori dovranno sottrarre l’effetto dello spostamento dell’Etna verso il mare.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 26 marzo 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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