Sentenza storica in Colombia, la Corte Suprema al governo: ferma la deforestazione in Amazzonia

 

«Le conseguenze dell’attuale distruzione della natura le subiranno principalmente le generazioni future».

È da questa premessa che la Corte Suprema de Justicia della Colombia ha emesso una sentenza storica accogliendo la denuncia e la richiesta di tutela avanzata da un gruppo di bambini e di ragazzi colombiani che affermano che «la deforestazione mette a rischio la nostra sopravvivenza» e che per questo chiedono che vengano prese iniziative urgenti ed efficaci per contenerla.

Alla sentenza dedicano un’inchiesta congiunta Semana Sostenible de Colombia e Mongabay Latam, ricordando che «secondo l’Instituto de Hidrología, Meteorología y Estudios Ambientales (Ideam), nel 2016 il Paese ha perso 178.597 ettari di foreste vergini, una cifra impressionante che ha rappresentato un aumento del 44% rispetto a quella riportata nel 2015. 

Di questo ammontare, 70.074 ettari sono scomparsi in Amazzonia, uno dei luoghi più biodiversi del pianeta, che inoltre svolge un compito fondamentale nella regolazione dei cicli idrologici e del clima».

Lo stesso governo colombiano ha assunto impegni internazionali per ridurre la deforestazione  in Amazzonia e ha approvato programmi destinati specificamente a questo obiettivo, come Visión Amazonía.

Ma, come denunciano le associazioni ambientaliste colombiane e gli esperti, la deforestazione è ormai fuori controllo e i dati provvisori indicano che in Colombia nel 2017 è stata abbattuta molta più foresta che nel 2016.

L’Ideam ha detto che il 66% delle  Alertas Tempranas de Deforestación che ha emesso nel 2017 riguardano proprio l’Amazzonia e che solo a febbraio di quest’anno nel dipartimento di Guaviare sono stati abbattuti più di 20.000 ettari di foresta, incendiata illegalmente per far spazio a allevamenti di bestiame, coltivazioni di coca e strade.

«Insomma – scrivono Semana Sostenible de Colombia e Mongabay Latamuna tragedia ambientale per la quale lo Stato non ha dato una vera risposta.

Per questo 25 bambini e ragazzi colombiani, rappresentati dal direttore del Centro de Estudios Dejusticia, César Rodríguez Garavito, hanno presentato lo scorso febbraio una richiesta di tutela nella quale chiedono che questa situazione venga risolta, perché minaccia i loro diritti fondamentali alla salute, a un ambiente sano e alla vita».

Gabriela Eslava, una delle giovani attiviste di Dejusticia che hanno seguito il processo, spiega: «Siamo troppo giovani per frenare il cambiamento climatico e la deforestazione, però saremo noi ad essere colpiti direttamente dalle decisioni che si stanno prendendo oggi».

Secondo i calcoli dell’Ideam, in Colombia, per colpa del cambiamento climatico, le temperature potrebbero aumentare fino a 1,6° C entro il 2041, il che ridurrebbe le piogge fino al 32%, producendo innumerevoli disastri.

A quell’epoca la maggior parte dei ragazzi che hanno denunciato il governo saranno adulti con famiglia e saranno i più danneggiati se non vengono prese subito le misure necessarie. Eslava aggiunge: «Siamo quelli che vivranno in un futuro con molto più riscaldamento globale e per questo chiediamo azioni concrete».  

Sono questi gli argomenti portati dai ragazzi in tribunale e che sono stati accolti dalla Sala de Casación Civil, che ha emesso una sentenza che rappresenta una pietra miliare in materia di giustizia ambientale e climatica per la Colombia e per l’intera America Latina.

Secondo la Corte, «lo Stato colombiano non ha affrontato efficientemente la problematica della deforestazione in Amazzonia», nonostante il governo di Bogotà abbia sottoscritto numerosi  accordi internazionali e che la Colombia abbia normative e giurisprudenza che permettono di affrontare la materia.

La Corte  ha trovato che «questa situazione ha un nesso diretto con il riscaldamento globale e in particolare con il conseguente danneggiamento dei diritti fondamentali dei richiedenti tutela, però anche con tutti gli abitanti del Paese in generale».

Nella sentenza si legge che «i fattori sopra citati producono direttamente la deforestazione in Amazzonia, causando danni a breve, medio e lungo termine, imminenti e gravi per bambini, adolescenti e adulti, sia per le generazioni presenti che future, come un aumento incontrollabile dell’emissione di diossido carbonio (CO2) nell’atmosfera, producendo l’effetto serra, che trasforma e frammenta gli ecosistemi, alterando la risorsa idrica e con essa, l’approvvigionamento idrico dei centri abitati e il degrado del suolo».

Quindi, come ha già fatto in passato la Corte Constitucional per il fiume Atrato, la Corte Suprema ha dichiarato l’Amazzonia «entità soggetto di diritti, titolare della protezione, della conservazione, tutela e ripristino a carico dello Stato e delle entità territoriali che lo integrano».

E, per ottenere questo scopo, la Corte ha ordinato alla Presidenza della Repubblica e alle autorità nazionali, regionali e municipali  di «adottare un Piano di azione a breve, medio e lungo termine per proteggere questa regione del Paese».

Tra le misure ordinate dalla Corte c’è la costituzione di  un “pacto intergeneracional por la vida del amazonas colombiano – Pivac”, attraverso il quale adottare misure per ridurre a zero la deforestazione e le emissioni di gas serra e che dovrebbe contare su una strategia di attuazione nazionale, regionale e locale, «di tipo preventivo, obbligatorio, correttivo e pedagogico, finalizzato a sua volta all’adattamento al cambiamento climatico».

La sentenza della Corte esige che tutti i municipi dell’Amazzonia colombiana aggiornino entro i prossimi 5 mesi i loro Planes de Ordenamiento Territorial per andare all’attacco della deforestazione nei loro territori.  

La Corte ha dato anche un termine perentorio a Corpoamazonía, Cormacarena e alla CDA perché mettano in atto un piano di azione che «affronti mediante mezzi politici, giudiziari, amministrativi  i problemi della deforestazione» resi noti da Ideam.

Semana Sostenible de Colombia e Mongabay Latam concludono: «Per ora nessuna delle entità coinvolte ha detto qualcosa su questa sentenza che stabilisce un precedente fondamentale nella protezione della ricchezza naturale della Colombia.

Per la prima volta nella storia del Paese, un organo giudiziario riconosce che i cambiamenti climatici hanno potenziali effetti sulla salute umana e sulla vita e ordina allo Stato di intraprendere azioni efficaci per attenuarli».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 6 aprile 2018 sul sito online greenreport.it”)

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