South, Oil and Magic: un documentario fotografico nella Basilicata dei riti e del petrolio

 

Il giovane fotografo e documentarista Emanuele Gaudioso, originario di Potenza e con una formazione che l’ha portato dalla Bulgaria alla Russia fino a completare gli studi presso la Westminster University, ha sviluppato durante il suo lavoro di tesi il progetto fotografico South, Oil and Magic dedicato alla sua terra: la Basilicata.

Ne riportiamo di seguito alcuni scatti ed estratti.

Il progetto esplora gli effetti delle estrazioni petrolifere in Basilicata, nell’Italia meridionale, una delle regioni più povere del paese.

Poiché gli interessi delle compagnie petrolifere hanno colpito la regione, l’area ha subìto un cambiamento radicale nell’economia, nella natura e nell’antropologia.

Ha provato a documentarne gli effetti e come la popolazione è stata costretta ad adeguare la propria identità, fortemente legata alle tradizioni e al rapporto con l’ambiente, ad un contesto artificiale.

Sud, petrolio e magia vuole mostrare questo passaggio: la ricerca di una nuova identità, il passato di antiche tradizioni e rituali magici verso un futuro di industrializzazione e inquinamento.

Petrolio

Il rapporto con la natura è cambiato.

Da quando l’industria petrolifera si è avvicinata alla regione, la Basilicata sta subendo una massiccia mutazione.

All’inizio del 1900 il Regno italiano lanciò, attraverso il regio decreto n. 1443 del 29 luglio del 1927, quello che sarebbe diventato, fino ad assumere le proporzioni odierne, il massiccio sfruttamento della terra a causa di una scoperta cruciale: il petrolio.

Oggi le estrazioni interessano numerose aree della regione ed alcune di esse sono anche coinvolte in attività illegali di discarica.

Le acque utilizzate per trasformare il greggio in combustibile vengono reiniettate nel terreno all’interno delle torri di trivellazione esauste.

Magia

Da millenni i Lucani vivono in diretto contatto con la natura: agricoltura, tradizione, riti magici, antiche credenze, streghe, curatrici.

Queste erano famose per vivere in capanni nei boschi o in prossimità di ponti, al punto da suggerire alcuni toponimi ancora oggi utilizzati.

Il folklore fortemente radicato sta rivivendo nonostante la possente spinta industriale, come nel caso dell’uomo albero del carnevale di Satriano, simbolo dell’uomo congiunto alla natura.

Magia è anche la realtà dell’inquinamento.

Alcune aree del terreno rigurgitano acque avvelenate da acidi, metalli pesanti, derivanti dal trattamento delle acque impiegate nella desolforizzazione del greggio estratto.

Come una fonte di acqua che a caso regala vita, il rosso degli acidi petroliferi regala a tutti la morte.

Inquinamento nel fiume Basento, zona industriale di Ferrandina, Matera.

Le condutture fanno parte di una rete più grande.

Costruite negli ultimi decenni, le tubazioni scorrono sotto il suolo di tutta la valle e portano il greggio estratto direttamente al C.O.V.A.(Centro Oli Val d’Agri).

In seguito la raffineria fornisce il petrolio raffinato alla città pugliese di Taranto attraverso un’altra enorme conduttura sotterranea.

Da lì viene spedito in paesi stranieri o usato nella zona locale per scopi civili o industriali.

Località Viggiano, Potenza.

Fiume Basento, zona industriale di Ferrandina, Matera.

L’area lungo la riva del fiume è contaminata.

I colori naturali di un tipico ambiente fluviale sono alterati.

Rigagnoli rossi sulle rive, uno strato nero a pochi millimetri di profondità nella sabbia sulle rive, pietre del fondale annerite, schiume marroni ed un senso di vertigine si avverte intorno tutta l’area.

Affioramento di acque di re-iniezione lungo le rive del Basento, zona industriale di Ferrandina.

Le compagnie petrolifere smaltiscono i reflui che risultano dal processo di de-solforazione del petrolio o del gas estratto re-iniettandoli nel sottosuolo, all’interno dei pozzi esausti.

La struttura morfologica del giacimento petrolifero presenta una grande camera sotterranea dove in ordine è presente: uno strato di metano, uno di petrolio ed infine d’acqua.

I reflui re-iniettati regolarmente, e per movimenti naturali del suolo, sgorgano insieme all’acqua e in luoghi diversi nella zona dove il giacimento ha luogo, causando così inquinamento in superficie.

“Non è il problema dell’attività in sé, sappiamo che abbiamo bisogno del petrolio, altrimenti come muoveremmo le macchine, usiamo la plastica e quindi….

Quindi, se consideriamo le energie rinnovabili, il petrolio diventa improvvisamente inutile e le cose che abbiamo ora sono, diciamo inadeguate.

Tuttavia, come Lucani, siamo abituati al vecchio venduto come nuovo.

Crediamo in tutto, abbiamo sempre lavorato nel fango, abbiamo lavorato duramente e tutto ciò che potrebbe essere un sollievo è ben accolto…

Se dovessi scegliere penso proprio che preferirei essere una guardia di sicurezza piuttosto che scavare o pascolare il gregge”. G.N.

Sorgente naturale di idrocarburi. Tramutola, Potenza.

“Negli ultimi anni, numerosi biologi consideravano l’uso della canapa per aiutare la terra in quelle zone in cui l’inquinamento del suolo è troppo alto.

Questa pianta ha la capacità di riconvertire e trasformare gli elementi tossici e arricchire il humus. Tuttavia non è l’unica pianta capace di ciò.

Alcuni alberi e altri come specie particolari di alghe sono in grado di attuare la medesima trasformazione.

La canapa può curare la terra e essere utilizzata per produrre molte cose.

Cibo, olio, tessuti e molti altri oggetti.

Tra questi, anche la carta.

È stato scoperto che anche una sorta di plastica può essere ottenuta da questa pianta.

Beh, sembra essere il sostituto naturale del petrolio che oggi è ampiamente utilizzato per molte cose”.

“L’area della valle ora sta vivendo.

Questo è grazie alla società Eni, da quando è arrivata qui.

Quello che sto dicendo è che quasi tutte le attività qui sono legate ad esso.

Le piccole industrie, le imprese di manutenzione, le lavanderie, i ristoranti, i caffè, come si può vedere tutto qui è cresciuto intorno ad esso.

Non puoi immaginare cosa accadrebbe se la raffineria un giorno chiudesse.

In questo periodo, quando è temporaneamente chiuso, i lavoratori non prendono stipendio.

Guarda, tutti i campi agricoli qui intorno sono praticamente deserti.

Forse in 5 anni l’agricoltura intorno la raffineria finirà.

L’inquinamento è una delle ragioni; oggigiorno chi ha voglia di lavorare ancora la terra?

L’Eni si sta espandendo anno dopo anno e questo vuol dire più lavoro e meno agricoltura”. P.R.

La devozione naturale della Basilicata, come economia rurale, ha forgiato l’identità dei locali con la natura e la terra.

Questa relazione non è solo nell’economia, ma nelle antiche tradizioni religiose.

Rituali magici, streghe, spiriti, maschere e talvolta fatti reali hanno costruito l’identità dei Lucani. La progressiva svolta del mondo in un’ampia superficie industrializzata distrugge regolarmente ogni differenza e cultura.

Essa stabilisce un’identità globale e singolare.

La lotta ad accettare tale cambiamento non è per il cambiamento in se stesso, ma come i cambiamenti stanno interessando la realtà.

Petrolio e magia. 1878, Parigi, Mostra universale.

Una fiala contenente acqua e petrolio è stata esposta per la prima volta in un paese straniero.

Lo stupore di tale sostanza è l’evento che ha spinto l’attenzione degli interessi economici internazionali sulla regione.

Nel 1927, con il decreto n.1443 dell’ex Regno d’Italia, è iniziata l’esplorazione del campo petrolifero sotterraneo.

Sorgente di Idrocarburi, Tramutola, Potenza.

Miti e leggende su persone e luoghi sono parte della cultura attuale.

Rituali esoterici, formule magiche e preghiere pagane sono usate dalle donne anziane e dagli uomini per liberarsi della sfortuna e mantenere l’ordine nella comunità.

Lo stregone ha il compito di annullare l’effetto dell’influenza negativa di uomini o esseri maligni, cioè curare da malattie e sortilegi.

Sui locali tutte le negatività, fisiche o astratte, sono riconducibili all’azione di uomini o entità, che con l’ausilio della magia nera diventano portatori di morte.”

“La maschera si chiama “Il Romita”.

Appartiene al nostro carnevale.

Il costume ha cambiato il suo significato originale negli ultimi anni, da quando la nostra organizzazione ha deciso di far rivivere la tradizione.

In origine aveva due accezioni: rappresentava il povero abitante del villaggio che a causa di problemi economici non era in grado di lasciare il villaggio e comprare un vestito decente per lui. Così si rivestì di edera e bussò alle porte chiedendo cibo; il secondo è più coerente, con l’interpretazione attuale.

È la connessione con la natura; il Romita come simbolo del rapporto tra uomo e natura e con il immagine del nostro villaggio.” R.P.

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 aprile 2018 sul sito online “greenreport”)

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