ITALIA TERRA DI MAFIA E DI MAFIE

 

Italia terra di frane, Italia terra di alluvioni, Italia terra di ponti  che crollano, Italia terra di mafia e di mafie.

Vedrete, sarà insabbiato tutto, non ci sarà nessun responsabile e il refrain sarà: “doveva capitare, non ci possiamo fare nulla”.

Intanto noi abbiamo il ponte di Seiano, che qualcuno vuole chiuso ai pedoni  da tre anni, qualcuno lo monitora?

Poi c’è il viadotto dopo la seconda galleria, quello verso il casello d’ingresso all’autostrada, molte chiacchiere anche su quello.

Io non parlo.

Non sono ingegnere non so una mazza di cemento armato e di ferro e di calcolo delle strutture.

Italia terra di mafia e di mafie, terra di silenzi pesanti più dei pezzi di cemento crollati o dei cavalcavia che cedono su autostrade trafficate.

E c’è già chi fa la retorica dei vigili del fuoco come accade per gli americani alle torri  gemelle: anche questo è il solito refrain consolatorio.

Ma sì crolla tutto, ma poi noi abbiamo gli eroi, i navigatori e i santi.

questa è questa Italia.

Non si troverà nessun responsabile, nessun colpevole, nessun nome, ma tutti ci stringeremo intorno alle famiglie, per un giorno, fino a quando un’altra catastrofe si intende, sempre e solo naturale, non ruberà l’attenzione a questa. 

“Poi piangiamo i morti” diceva il mio amico ingegnere Gianni Esposito, nel frattempo non si controlla niente, nessuno fa manutenzione, ognuno afferra quello che c’è da afferrare: si interrano fiumi, si tombano rivi, si costruisce su pendii franosi, si desertificano aree, si fanno affari e affarucci.

Questa è  in effetti la tanto rincorsa crescita illimitata, la mercificazione di tutto, ognuno a salvaguardare il suo mediocre diritto di proprietà, ognuno a salvaguardare solo il proprio fondo schiena, la rapina dello sguardo, del paesaggio, la rapina di alberi distrutti, per fare spazio a montagne sventrate riempite di cemento che poi nessuno controlla.

Stiamo attuando il consumo illimitato delle risorse limitate, stiamo attuando la frantumazione della legalità che adattiamo alla bisogna ai nostri interessi egoistici e personali, e corriamo come mandrie di gnu impazziti verso  disastri immensi, solo per lucrare soldi.

Italia terra di mafia e di mafie, di politici piangenti e contriti, mai puniti.

Non sapremo mai la verità sul ponte di Genova, come non l’ abbiamo mai saputa su altre catastrofi, su altre sciagure,  ma ci sentiamo già un po’ americani con i vigili eroi, senza il bisogno di dover scomodare l’ISIS: da noi il terrorismo è una malattia autoimmune, non abbiamo bisogno di germi patogeni esterni.

Italia terra di mafia e di mafie ed è già cominciato lo sciacallaggio e i giri di valzer dei: “noi lo avevamo detto”, e invece non è vero, eppoi tutti gli sbandieratori delle diverse bandiere a tentare di lanciare più in alto la propria.

Ma quel ponte è crollato nel cuore di una città, forse lo sapevano tutti, ma non è intervenuto nessuno.

E nessuno interviene per le innumerevoli falde acquifere inquinate, per i fiumi avvelenati, per il mare intossicato per l’aria mefitica.

Proclami, solo proclami, ma nessuno che interiorizzi l’imperativo etico, nessuno che abbia la forza di uscire allo scoperto e dichiararsi responsabile per ogni azione che fa, in Italia questo non c’è, in Italia prevale l’omertà, siamo un paese di omertosi: Italia, terra di mafia e di mafie.

 

(Articolo di Franco Cuomo, responsabile del Circolo Territoriale di Vico Equense “Giovanni Esposito”, pubblicato con questo titolo il 15 agosto 2018 sul blog “Cronache da Agharta”)

 

 

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