“Nelle 14 città metropolitane cemento triplicato in 50 anni”

 

Dice il Wwf, organizzazione ecologista, che negli ultimi cinquant’anni nelle quattordici città metropolitane del Paese il territorio urbanizzato è triplicato: è passato dal 3 al 10 per cento.

Dice, poi, che sono stati convertiti a uso urbano 3.500 chilometri quadrati di suoli liberi e naturali, area di poco inferiore all’intera Valle d’Aosta.

Il territorio di competenza delle 14 città metropolitane (sono Milano, Torino, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari, Palermo, Catania, Genova, Reggio Calabria e Messina) si estende complessivamente per 50 mila chilometri quadrati interessando 1.300 comuni: 21 milioni di abitanti, vivono in questa area.

Secondo le elaborazioni del gruppo di ricerca dell’Università dell’Aquila, che collabora con il Wwf, negli Anni Cinquanta le aree urbanizzate ammontavano a 1.500 chilometri quadrati, equivalenti a un tasso di urbanizzazione del 3 per cento mentre oggi nel territorio delle città metropolitane sono stati convertiti ad uso urbano 3.500 chilometri quadrati di suolo a una velocità di 70 chilometri quadrati l’anno: venti ettari il giorno.

Ancora, nei 111 capoluoghi di provincia il verde urbano rappresenta in media il 2,7 per cento del territorio (dati Istat 2016).

Negli stessi capoluoghi ogni abitante ha a disposizione 31 metri quadrati di verde, anche se in 19 città (per 2,2 milioni di cittadini) non raggiunge la soglia dei nove metri quadrati obbligatori per legge.

Chiedendo una risposta direttamente alle amministrazioni locali, il Wwf ha scoperto che molte città faticano ad applicare la Legge Rutelli (un albero per ogni bambino nato): difficile trovare spazi pubblici dove mettere a dimora gli alberi, è la risposta corale.

A Milano ci sono stati interventi nel Parco agricolo Sud, Venezia ha avviato un programma di rimboschimento di 220 ettari di territorio nelle aree periferiche.

Ancora, l’associazione ambientalista ha fatto emergere che Catania e Roma non hanno un regolamento sul verde, Napoli non lo ha neppure in programma.

Il Wwf, infine, ha chiesto alle amministrazioni delle 14 città metropolitane quattro impegni: pianificazione del verde, censimenti del verde, programmazione degli interventi, alleggerimento della burocrazia favorendo l’affidamento degli spazi verdi alla società civile.

 

(Articolo di Corrado Zunino, pubblicato con questo titolo il 6 ottobre 2018 sul quotidiano online “la Repubblica”)

 

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