La prossima settimana per gli ambientalisti ricorre un importante appuntamento e data da ricordare la nascita del Club di Roma ? Il 17 e il 18 ottobre si terrà a Roma una manifestazione per ricordare il 50° anniversario della fondazione del Club di Roma. Gli anni sessanta, mezzo secolo fa, erano turbolenti, di tensioni fra le potenze nucleari, di guerre per le materie prime e di rapido aumento della popolazione soprattutto nei paesi appena liberati dal colonialismo. Aurelio Peccei, uno degli intellettuali più attenti al destino dell’umanità, decise di riunire a Roma un gruppo di studiosi e imprenditori, costituitisi poi in Club di Roma, al fine d studiare la “difficile situazione” dell’umanità e di cercare dei rimedi e incontrando esperti di vari paesi. Vogliamo allora ricordare che lo studio di Forrester si tradusse in un libro ? Ecco si tratta di una pubblicazione importante, curata dagli allievi del ricercatore americano, che apparve in tutti i paesi nel giugno 1972, esce in concomitanza con la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano di Stoccolma col titolo “I limiti dello sviluppo” che nella sua conclusione ci dice, in un pianeta di risorse limitate, l’aumento della popolazione e la crescita della produzione agricola e industriale e dei conseguenti inquinamenti e impoverimento delle riserve di risorse naturali, non avrebbe potuto continuare a lungo. La soluzione andava cercata nel raggiungimento di una situazione di equilibrio in cui cibo e beni materiali fossero prodotti in modo da non danneggiare, con gli inquinamenti, l’ambiente naturale e la salute di una popolazione stazionaria. Dopo l’intuizione della pubblicazione dei “Limiti dello sviluppo” come si è evoluto il lavoro di Peccei ? Col passare del tempo gli avvertimenti del Club di Roma furono accantonati e il gruppo continuò il suo lavoro, anche dopo la morte di Peccei avvenuta nel 1984. […]
Archivi Giornalieri: 16 Ottobre 2018
Secondo il giornale norvegese Barents Observer una spedizione scientifica russa in Novaya Zemlya ha scoperto «grandi concentrazioni di radioattività» e conclude che «i ghiacciai si stanno sciogliendo in mare a velocità record». Il principale obiettivo dei ricercatori russi era quello di capire se le centinaia di bidoni pieni di scorie e gli altri rifiuti radioattivi scaricati in epoca sovietica e post-sovietica nel mare di Kara perdessero radioattività. Navigando dal 17 agosto al 20 settembre tra il Mare di Kara e le remote baie lungo la costa orientale della Novaya Zemlya, i ricercatori a bordo della nave da ricerca scientifica Akademik Keldysh hanno concluso che «ci sono buone ragioni per continuare a monitorare i container scaricati, ma i risultati preliminari non danno indicazioni di perdite. Tuttavia, soprattutto una chiatta scoperta a 400 metri di profondità, piena di container di rifiuti radioattivi, richiede un’attenzione particolare per il futuro». Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, i filmati sottomarini dimostrano che la chiatta è stata distrutta e alcuni bidoni sono finiti sul fondale marino. Ma la cosa più preoccupante è la radiazione scoperta nei ghiacciai che si estendono fino in mare. Il Barents Observerspiega che «dal 1957 al 1962, nella Novaya Zemlya sono stati effettuati 86 test con bombe nucleari. I test includevano i più grandi ordigni nucleari mai esplosi, come la cosiddetta bomba Zar da 58 megatoni il 30 ottobre 1961. La maggior parte delle bombe sono state fatte esplodere al di sopra del suolo nel poligono settentrionale vicino al Matotchin Shar, che divide l’isola settentrionale e meridionale dell’arcipelago. Quando si sono svolti, la maggior parte delle volte la direzione del vento era verso nord. Sono le conseguenze di questi test che stanno per sciogliersi al mare». I ricercatori russi hanno prelevato campioni radioattivi dal ghiacciaio Nally nella baia di Blagopoluchiya, proprio ai confini settentrionali […]
Il 17 e il 18 ottobre si terrà a Roma una manifestazione per ricordare il 50° anniversario della fondazione del Club di Roma. Gli anni sessanta, mezzo secolo fa, erano turbolenti, di tensioni fra le potenze nucleari, di guerre per le materie prime e di rapido aumento della popolazione soprattutto nei paesi appena liberati dal colonialismo. Aurelio Peccei, uno degli intellettuali più attenti al destino dell’umanità, decise di riunire a Roma un gruppo di studiosi e imprenditori, costituitisi poi in Club di Roma, al fine d studiare la “difficile situazione” dell’umanità e di cercare dei rimedi. Poco dopo Peccei incontrò un professore del Massachusetts Institute of Technology (MIT), Jay Forrester, che gli propose di affrontare il problema con l’analisi dei sistemi, una tecnica che aveva applicato per fare previsioni nel campo industriale e urbanistico. Jay Forrester Forrester nel 1970 elaborò uno studio che metteva in relazione le prevedibili variazioni col tempo della popolazione, della produzione agricola e industriale e dei relativi inquinamenti e della disponibilità di risorse naturali non rinnovabili. La variazione di ciascuna grandezza influenza l’aumento o la diminuzione delle altre con effetti reciproci “controintuitivi”. Le relative equazioni potevano essere risolte con l’uso dei calcolatori elettronici che cominciavano ad essere disponibili negli Stati Uniti. Una prima versione dello studio di Forrester col titolo: “Counterituitive bahavior of social systems” fu presentata al Congresso degli Stati Uniti nell’ottobre 1970 e al Senato italiano nel marzo 1971. Lo studio di Forrester si tradusse in un libro, curato dai suoi allievi, che apparve nel giugno 1972 in concomitanza con la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano di Stoccolma col titolo inglese “The Limits to Growth” e fu immediatamente tradotto in tutte le lingue, in italiano col titolo “I limiti dello sviluppo”. La conclusione era che, in un pianeta di risorse limitate, l’aumento […]
N.B. – C’è da far presente che a tutt’oggi l’Astral non ha contrastato affatto la cartellonistica pubblicitaria abusiva, dal momento che non ha rimosso nessuno dei numerosi impianti pubblicitari segnalati dal responsabile del Circolo territoriale di Roma di VAS. Dott. Arch. Rodolfo Bosi