La battaglia ambientalista per il Monte Gennaro 2004-2018

 

La vetta del Monte Gennaro domina la linea dei monti visibili dalla campagna romana.  

E’ la meta più amata dagli escursionisti laziali ed è il luogo più noto e significativo del Parco Naturale Regionale dei M. Lucretili, istituito nel 1989.  

Il piano d’assetto del parco approvato dal Consiglio Regionale nel 2000 assegna all’area della vetta un alto livello di tutela, ed è in parte inclusa nella rete “Natura 2000” dell’Unione Europea.

Nel 2004 gli uffici regionali convocano una conferenza dei servizi (CDS), dichiarata poi irregolare, e mai chiusa, per un progetto di “risanamento ambientale” presentato dalla ditta Radio Subasio (RS).  

Si tratta di spostare le antenne sopra la stazione della funivia abbandonata, ponendole su un unico traliccio alto più di 90 m e situato presso la vetta.

Il piano d ‘assetto non consente antenne, ma i l rappresentante del parco dà un parere dubitativo, rimandando ad un quesito ai competenti uffici della Regione.

Il quesito non c’è mai stato.

Nel 2005 la Regione convoca una conferenza istituzionale per una variante del Piano Territoriale delle Comunicazioni (PTC).

Qualificando il parere del parco alla CDS come “sostanzialmente positivo” (nei documenti successivi “sostanzialmente” scompare), il nuovo PTC prevede di collocare sulla vetta del Monte Gennaro le antenne di Monte Mario e del Monte Cavo.

Oltre a quello di RS sono previsti almeno due ripetitori televisivi delle stesse dimensioni, con strade di accesso e capannoni industriali.

Un bel progetto di “risanamento ambientale”!

Con la pubblicazione del PTC, nel marzo 2007, la vicenda diventa di dominio pubblico.

Osservazioni giungono dai comuni, dalle associazioni, e dall’ente tecnico della RAI, ma sono tutte respinte.

Nel giugno 2007 Radio Subasio intende aprire il cantiere.

Si apre una battaglia legale, che blocca temporaneamente i lavori.

Una forte azione di protesta si alza, animata da associazioni nazionali e locali, e sostenuta dall’ente parco, da amministrazioni comunali e da forze politiche.

Migliaia di persone partecipano alla protesta, con manifestazioni e la raccolta di circa 3000 firme.

La vicenda finale riguarda la Valutazione d’Incidenza (VI), necessaria per progetti che incidono sulla rete Natura 2000.

Il 9/10/2008 l’Ente Parco comunica alla ditta che è necessaria una valutazione d’ incidenza (VI).

La ditta impugna la nota, e il T.A.R. la sospende, sulla base del fatto che l’Ente Parco non l’ha richiesta nella CDS del 2004.

Ad ogni buon conto RS si fa fare una VI da una ditta privata, che è subito approvata dagli uffici regionali.

Italia Nostra ricorre al T.A.R. contro l’approvazione, ma perde.

Contro quest’ultima sentenza, il Parco ricorre al Consiglio di Stato, con il WWF che interviene “ad adiuvandum”.

Finalmente nel 2011 il Consiglio di Stato annulla la sentenza del T.A.R., sulla base del fatto che non si tratta di un progetto di “risanamento ambientale”.  

Infatti il progetto finale non prevede nemmeno l’eliminazione delle antenne collocate più in basso, che era la motivazione principale del falso nullaosta del 2004.

Ma la vicenda si riapre nel 2016, quando l’attuale commissario del Parco dei Lucretili Marcello Vasselii adotta un nuovo piano d’assetto (PDA), che prevede un centro ripetitori proprio nel sito proposto da Radio Subasio, che sarebbe consentito “oltre a quanto consentito dalle presenti norme e dagli strumenti di tutela vigenti.”

Una formulazione illogica e assurda, in spregio allo spirito della legge.

Si noti che il nuovo PDA, è stato realizzato da una ditta privata, la TEMI (il precedente era nato da uno studio realizzato da università e personale tecnico dell’amministrazione), e degrada sistematicamente i livelli di tutela.

Per di più, con un emendamento proposto dal presidente della commissione regionale bilancio Marco Vincenzi (PD) è stata modificata la legge sui parchi che prevedeva che il PDA sia approvato dal consiglio regionale: d’ora in poi un PDA adottato dalla giunta potrebbe essere approvato con il silenzio-assenso se il Consiglio Regionale non lo approva entro 120 giorni dalla data di inserimento all’ordine del giorno dei lavori.  

Forse si teme che la discussione in consiglio regionale risvegli qualche coscienza.

Chiediamo alla cittadinanza un sostegno per la nostra azione per difendere il Monte Gennaro e abrogare le nuove disposizioni di legge della Regionale Lazio pericolose alla tutela dell’ambiente

Carlo Boldrighini

Italia Nostra – Aniene e Monti Lucretili – Mountain Wilderness Lazio

 

INFO: FB Liberiamo Monte Gennaro dalle Antenne – Cell  340.3723975

 

 

 

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