“Clima, fare tutto ciò che è umanamente possibile”. L’appello di 16 capi di Stato

 

Roma. “Sulla base delle competenze scientifiche e dei mezzi finanziari abbiamo l’obbligo nei confronti delle generazioni future di fare tutto ciò che è umanamente possibile per fermare i cambiamenti climatici e per rispondere ai loro perniciosi effetti.

Facciamo appello alla comunità internazionale e a tutte le parti dell’accordo di Parigi: agiamo insieme, in modo deciso e rapido per fermare la crisi climatica globale“.

Lo si legge in una dichiarazione, diffusa dal Quirinale, di 16 capi di Stato e di governo europei alla vigilia della Conferenza Onu di Katowice.

Tre anni fa, il 12 dicembre 2015, il mondo è stato testimone di un grande momento di speranza e di fiducia: alla COP21, la comunità internazionale – si legge nella lunga dichiarazione firmata da 16 capi di Stato e di governo europei – ha adottato lo storico accordo di Parigi con l’obiettivo di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, mantenendo l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, e proseguendo gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi Celsius.

Nell’ambito dell’accordo raggiunto a Parigi, la COP21 ha invitato il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) a preparare una relazione speciale sulla limitazione dell’innalzamento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius.

Tre anni dopo, in vista della COP24 in Polonia, la valutazione del Panel è chiara: il rapporto dell’Ipcc sull’impatto di un riscaldamento globale pari a 1,5 gradi Celsius conferma inequivocabilmente che stiamo già osservando le ricadute negative dei cambiamenti climatici; inoltre, dimostra chiaramente le vulnerabilità, l’impatto e i rischi di un ulteriore riscaldamento globale per l’uomo e la natura, inclusa la possibilità di perseguire uno sviluppo sostenibile e raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg).

Le attuali misure adottate dalla comunità internazionale, espresse in contributi nazionali (Ndc) per l’accordo di Parigi, non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi a lungo termine stabiliti nell’accordo stesso.

Bisogna fare di più e l’azione deve essere rapida, decisiva e congiunta.

Noi, Capi di Stato e di Governo firmatari di questa dichiarazione, siamo convinti che efficaci misure per la lotta ai cambiamenti climatici non siano solo necessarie di per sé, ma anche che queste creeranno ulteriori benefici collaterali e nuove opportunità per le nostre economie e società. Siamo convinti che l’adozione di misure sostanziali ci aiuterà a guidare il nostro pianeta verso un futuro sicuro, pacifico e prospero.

Sulla COP24 in Polonia grava una particolare responsabilità.

A Katowice le parti, ai sensi dell’accordo di Parigi, concorderanno il piano d’azione futuro.

Ciò riguarda non solo la definizione dei contributi nazionali per il 2025 e il 2030, ma anche l’enunciazione degli obiettivi a lungo termine, che costituiscono un impegno condiviso tra tutti i membri dell’accordo, al fine di conseguire sia una transizione globale verso bassi livelli di emissioni di carbonio e verso la resilienza climatica, passando da fonti energetiche fossili a energie rinnovabili; sia il conseguimento, entro la seconda metà del secolo, di un equilibrio tra emissioni e assorbimento del carbonio“.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 23 novembre 2018 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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