Archivi Giornalieri: 19 Gennaio 2019
Il M5s ha deciso di ritirare l’emendamento che di fatto garantiva una sanatoria per gli stabilimenti balneari con procedimenti in corso. E ora si appella al Carroccio perché tolga anche il suo. Entrambe le richieste di modifica sono state presentate al decreto Semplificazioni in discussione in Senato in questi giorni e prevedono, tra le altre cose, che siano sospesi “i contenziosi amministrativi e il blocco delle procedure di decadenza e revoca delle concessioni balneari”. In mattinata i 5 stelle erano stati attaccati dal gruppo Pd. “Preparano un condono tombale“, avevano scritto in una nota Monica Cirinnà e Bruno Astorre, “in pieno accordo con i colleghi di governo della Lega. L’emendamento riguarda tutta Italia, ma avrà un effetto dirompente e immediato soprattutto ad Ostia, dove il M5s ha vinto le elezioni proprio annunciando la demolizione del cosiddetto ‘lungomuro’, la muraglia di stabilimenti che impedisce il libero accesso all’arenile. Daremo battaglia in Commissione e in Aula per impedire questo ennesimo scempio della legalità e della tutela ambientale”. L’annuncio del passo indietro da parte dei 5 stelle è arrivato dopo le proteste di Angelo Bonelli dei Verdi e del Partito democratico. “Non ci sarà alcun condono”, ha detto il senatore M5s Emanuele Dessì. “Dopo quanto il Movimento 5 stelle ha fatto in una realtà come Roma per liberare il litorale di Ostia da un sistema di concessioni impregnato dall’illegalità, non lasceremo nessuna sponda a scorciatoie o regalie”. Proprio Dessì ieri, al Fatto Quotidiano, aveva dichiarato che la modifica era stata pensata per “andare incontro a chi si prende cura delle nostre spiagge”. E in particolare i piccoli imprenditori. Una volta però realizzata l’ampiezza della sanatoria, i 5 stelle hanno deciso il passo indietro: “Accolgo con soddisfazione il ritiro dell’emendamento contestato. Esso, che in buona fede si dava l’obbiettivo di dare aiuti concreti ad attività che vivono una fase di difficoltà in alcune zone del Paese, […]
Prot. n. 1/2019 al Commissario Prefettizio del Comune di Nettuno Dott. Bruno Strati Oggetto – Obbligo di ottemperare alle sentenze del TAR n. 4796/2018 e 198/2019, ma nel rispetto della intera normativa vigente in materia Sui quotidiani locali è stato dato ampio risalto alla Sentenza del TAR n. 198 del 7 gennaio 2019, che ha accolto il ricorso della “Next” S.r.l.s. per ottenere l’ottemperanza alla Sentenza n. 4796 del 6 marzo 20188 e che ha testualmente stabilito: – di ordinare «al Comune di Nettuno di dare piena ed integrale esecuzione, nel termine di 30 giorni, alla sentenza di questo Tribunale n. 4796/2018, provvedendo al riesame dell’istanza di autorizzazione proposta dalla ricorrente»; – di condannare «il Comune di Nettuno, in caso di ulteriore inerzia, a decorrere dal trentunesimo giorno e per un periodo massimo di ulteriori 60 giorni, al pagamento in favore della ricorrente di una penalità di mora giornaliera pari ad Euro 50,00 per ogni giorno di ritardo nello svolgimento del suddetto riesame»; – di disporre che «in caso di persistente inerzia dell’Amministrazione Comunale, protrattasi per oltre 90 giorni, all’esecuzione provveda, in qualità di Commissario ad acta, il Direttore della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie e Strumentali del Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie del Ministero dell’Interno, o funzionario da lui designato», ha posto «a carico del Comune di Nettuno il compenso del Commissario ad acta, da liquidarsi con successivo provvedimento, a richiesta dell’interessato»; – di condannare «il Comune di Nettuno al pagamento delle spese di giudizio che si liquidano complessivamente in euro 1.500,00 oltre oneri di […]
Il sogno di due giovani ingegneri italiani è catturare tutta la plastica del mondo alla fonte. Grazie a barriere low- cost sperano di recuperarla mentre viaggia sui quei dieci grandi fiumi del Pianeta che da soli trasportano tra l’80 e il 90% dei rifiuti di plastica destinati al mare. I detriti saranno incanalati verso le sponde e poi riciclati con le comunità locali. Quando Fabio Dalmonte, 36 anni, faentino residente a Londra, stava lavorando a Giacarta in Indonesia è rimasto scioccato dall’enorme quantità di detriti che galleggiavano sul fiume Ciliwung. «Se non la si vede non ci si crede» spiega «è spaventoso. In certe zone dell’Asia le persone scaricano ogni tipo di rifiuto nei fiumi e le conseguenze le pagano tutti i mari del mondo». Così con Mauro Nardocci, 38 anni, romano che vive e New York, ha iniziato a ragionare su un sistema in grado di bloccare i detriti lungo i fiumi alla fonte «anziché in mare aperto dove ormai il danno è fatto». Volevano qualcosa che fosse «con costi contenuti e di facile manutenzione», una sorta di «modello da poter replicare dal Gange sino al Nilo». Hanno fondato una startup e da qui è nata Seads (Sea Defence Solutions), una barriera con struttura portante di cavi d’acciaio e una sorta di “tenda” fatta in plastica riciclata che resta immersa nell’acqua per poco più di un metro bloccando i rifiuti. Per far sì che funzioni servono due barriere che vengono posizionate in maniera obliqua e perpendicolare rispetto alla corrente: quando i detriti scendono lungo il corso vengono fermati da una prima barra e poi scivolano verso una seconda che, sempre per la sua posizione obliqua, grazie alla corrente li spinge fino alle sponde dove è previsto un punto di raccolta. «È un sistema semplice ma al tempo stesso […]