La Ue vieta la pesca elettrica, dal 2021 divieti anche nel Mare del Nord

 

L’EUROPA stacca la spina a una delle pratiche più crudeli dei mari.

Dal 2021 la pesca elettrica sarà vietata, anche nel Mare del Nord.

Questa pratica, che consiste in un sistema di impulsi elettrici utilizzati per tramortire i pesci con scariche elettriche inviate alle reti sui fondali, è ad oggi vietata in Italia ed altri Paesi ma continua ad essere una delle forme di pesca più utilizzate nel Mare del Nord, soprattutto dagli olandesi.

Sono anni che diverse associazioni, in prima linea l’ong francese Bloom, si battono perché venga abolita.

Il 16 aprile il Parlamento europeo ha deliberato su decisioni prese a inizio anno e vietato la pesca ad impulsi abolendo anche il regime speciale corrente che consentiva in certe condizioni di proseguire con la pratica.

E’ una buona notizia non solo chiaramente dal punto di vista ambientale, ma anche economico: l’abolizione della pratica nelle acque del Nord Europa riduce infatti anche, per esempio per la pesca italiana, la concorrenza dei pescherecci olandesi che usavano questo sistema catturando grandi quantità di pesce. 

Sistema usato soprattutto dagli olandesi

Finora proprio gli olandesi avevano beneficiato di questo sistema investendo su imbarcazioni dotate della pratica ad impulsi: da giugno la loro licenza cesserà, almeno per la maggior parte dei pescherecci. Sarà ancora in uso invece per un limitato gruppo che potrà proseguire per altri due anni fino al divieto completo.

In termini di voti la ratifica dell’accordo è passata con 571 preferenze contro 60, una maggioranza schiacciante per approvare il regolamento sulle “misure tecniche” relative alla pesca elettrica.

Le normative europee saranno ufficialmente in vigore dal 1 luglio 2021 ma i singoli Stati potranno vietare fin da subito l’uso della corrente per tramortire gli animali.

In Olanda il numero di pescherecci autorizzati passerà da 84 a meno di una decina.

L’associazione Bloom ricorda che “ogni Stato membro potrà anche decidere di vietare la pesca elettrica nella propria fascia costiera fino a 12 miglia nautiche, ossia 22,2 km“.

I paesi europei si muovono in questa direzione

Diversi Paesi si stanno già muovendo per abolire le pratiche: in Francia c’è il disegno di legge  del deputato Erwan Balanant (Modem), in Belgio quello dell’eurodeputato belga Tom Vandenkendelaere (PPE).

Anche in Olanda c’è contrasto: ad opporsi all’uso dell’elettrico (che è stato utilizzato inizialmente anche a scopi di ricerca) si sono per esempio i pescatori artigianali di C-LIFE.

In Italia come detto è già vietata anche se capita non di rado, per le forze dell’ordine, di intervenire per bloccare pescatori di frodo che usano la corrente illegalmente dal Po sino alla Calabria dove, ad esempio a inizio mese, alcune persone sono state fermate per aver pescato illegalmente trote con la corrente sul fiume Simeri. 

L’ong Bloom attacca i Paesi Bassi

Sulla questione Bloom chiede anche che il Collegio dei Commissari apra una procedura di infrazione contro i Paesi Bassi per aver ottenuto numerose deroghe illegali.

Vogliamo anche il rimborso ai cittadini dei 21,5 milioni di euro di sovvenzioni che hanno permesso lo sviluppo della pesca elettrica e il risarcimento dei pescatori artigianali francesi che hanno subito un forte calo delle loro catture di sogliole in concomitanza con lo sviluppo della pesca elettrica. Devono essere risarciti per evitare che falliscano le loro imprese familiari“. 

Nell’epoca della disinformazione la verità ha trionfato, e continuerà a prevalere di fronte alle palesi menzogne dell’industria olandese che ha tentato di screditarci” afferma Frédéric Le Manach, direttore scientifico di Bloom. 

Abbiamo portato alla luce molti malfunzionamenti delle nostre istituzioni: l’assegnazione di licenze illegali, le menzogne della Commissione riguardo alle prime deroghe concesse, le sovvenzioni illegali per finanziare lo sviluppo di questa tecnica” chiosa infine Laetitia Bisiaux, ricercatrice dell’ong, soddisfatta per il neo divieto europeo.

 

(Articolo di Giacomo Taliagnani, pubblicato con questo titolo il 19 aprile 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

 

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