Emergenza climatica, Onu: è ora di sedersi al tavolo dei giovani e mantenere le promesse

 

Chiudendo la World conference of ministers responsible for youth e lo Youth Forum (Lisboa+21) nella capitale portoghese Lisbona, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «le generazioni più anziane non reagiscono in maniera adeguata all’emergenza climatica, mentre i giovani accolgono la sfida e prendono la testa per rallentare gli effetti distruttivi del riscaldamento planetario

Il summit arriva 21 anni dopo l’adozione della Lisbon Declaration on Youth Policies and Programmes e ha offerto ai governi nazionali la possibilità di «parlare dei progressi realizzati direttamente con i giovani, nonché di introdurre nuovi approcci per responsabilizzare i giovani nella politica e nel processo decisionale».

Basandosi su un discorso che sta portando avanti da alcuni mesi sulla minaccia esistenziale posta all’umanità dal cambiamento climatico, la stessa che ha portato i Paesi del mondo a sottoscrivere nel 2015 l’Accordo di Parigi per mantenere il riscaldamento planetario ben al di sotto dei 2 gradi Celsius e possibilmente entro gli 1,5* C, Guterres ha ricordato ai delegati che «non basta ascoltare i giovani e dar loro un posto al tavolo; dobbiamo prendere posto al loro tavolo».

Rifacendosi all’esempio e alle azioni di giovani leader come la svedese Greta Thunberg e agli scioperi studenteschi per il clima  in tutto il mondo, Guterres ha sottolineato che «gli studenti  hanno compreso l’emergenza meglio dei leader globali. 

Sanno che la finestra delle opportunità si sta chiudendo; sono determinati a sconfiggere questa minaccia e stanno già facendo una grande differenza».

Nonostante quel che è successo il 20 giugno al Consiglio europeo – sul quale Lisboa+21 contava molto e dove 4 Paesi hanno impedito che l’Ue si dotasse di un impegno emissioni net-zero per il 2050 –  il capo dell’Onu ha detto che i governi hanno iniziato ad ascoltare i giovani e che «le imprese cominciano a rendersi conto che una grossa impronta di carbonio è cattiva per la loro immagine e anche per i loro guadagni.

E’ solo l’inizio: l’energia e l’impegno dei giovani sono importanti.

Dobbiamo creare un ambiente favorevole per i giovani, dove non siano visti come dei soggetti da proteggere ma come dei cittadini con uguali diritti, uguali voci e una pari influenza, interamente membri delle nostre società e potenti agenti del cambiamento».

L’inviata del segretario generale dell’Onu per la gioventù, la singalese Jayathma Wickramanayake, ha aggiunto che «il potenziale della gioventù deve essere valorizzato. La UN’s Youth 2030 strategy, lanciata l’anno scorso, è un piano globale che mira a promuovere i diritti dei giovani e a garantire il loro coinvolgimento nell’attuazione dell’Agenda 2013 per lo sviluppo sostenibile.

E’ stata un piano olistico per costruire l’agenda e far progredire i diritti dei giovani e assicurare il loro impegno».

La Wickramanayake, che ha parlato a nome dell’intero sistema delle Nazioni Unite, ha ricordato ai delegati dello Youth Forum di Lisboa+21 una cosa della quale Paesi vecchi e impauriti come l’Italia, dai quali i giovani emigrano, sembrano non essere consapevoli: «Rappresentate la più grande generazione di giovani nella storia umana, con 1,8 miliardi tra i 10 e i 24 anni.

Circa il 90% vive nei Paesi in via di sviluppo: non sarà possibile raggiungere uno sviluppo sostenibile a meno che non si coinvolgano i giovani e che si creino le condizioni che permettano loro di raggiungere il loro pieno potenziale.

I giovani dovrebbero essere valutati per il loro potenziale e le loro promesse, non essere visti come un problema».

Rivolgendosi ai ministri presenti in aula, l’inviata del segretario generale dell’Onu per la gioventù, ha ricordato che «quando attuate e finanziate in modo adeguato, delle solide politiche giovanili possono essere funzionali a ridurre la disuguaglianza tra i giovani e tra i giovani e la più ampia comunità».

La Wickramanayake ha rivolto un appello ai ministri e ai decisori politici perché lavorino con l’Onu per «offrire alle generazioni più giovani un futuro migliore» e, rivolata ai giovani presenti, ha confermato quanto detto da Guterres: «Noi dobbiamo sederci al vostro tavolo».

Dal canto suo, Guterres ha lodato la Youth 2030 strategy Onu sottolineando che «sta incoraggiando una più ampia attenzione ai processi decisionali e ai programmi che sono veramente rilevanti per i giovani di tutto il mondo. 

Dal momento che non possiamo costruire comunità e società forti, giuste e resilienti senza la piena partecipazione e leadership di metà dei loro componenti, le politiche di genere sono particolarmente importanti». 

E ha concluso invitando i delegati a partecipare al vertice Onu sul clima che si terrà a New York a settembre, anche per contribuire a «un’azione globale più urgente e una sua ambiziosa attuazione».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 24 giugno 2019 sul sito online “greenreport.it”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas