I dolori di Greta, sotto accusa sul web per quella bottiglia di plastica

 

QUANTO è difficile essere Greta.

La giovane sedicenne svedese, dopo quindici giorni di traversata dell’Atlantico, è arrivata a New York portandosi dietro una scia di continue polemiche fomentante dalla rete.

Nell’ultimo caso, a fare le pulci all’attivista che si batte contro il cambiamento climatico, una serie di utenti osservando bene una sua fotografia a bordo della Malizia II hanno notato sullo sfondo una bottiglia d’acqua di plastica.

Si chiedono cosa ci faccia, nella nave a emissioni zero utilizzata per evitare di inquinare ed emettere CO2, una singola bottiglia di plastica (che per inciso non è detto sia sua).

Lì, rincarando con una serie di insulti, “non dovrebbe esserci” le ricordano, visto l’impegno globale di Greta per salvare gli oceani. 

Così accade che per una sola foto, come già avvenuto in passato quando consumava un pranzo vegano in contenitori non idonei secondo i criticoni, si scatenino odio e polemiche: “Ehi, Greta.

La tua acqua è imbottigliata nella plastica!

Da noi in Italia si dice ‘parla, parla’” scrive un commentatore all’ambientalista.

Perché sullo sfondo c’è quell’oggetto?” digitano altri e ancora “cosa ci fa lì la plastica? Assurdo!“, oppure “non sei credibile con una bottiglia di Evian” e via dicendo.

Per fortuna, fra le migliaia di commenti a sostegno della attivista, quelli di sdegno sono pochi: anche perché, fa notare una utente, nelle immagini della partenza dal porto di Playmouth si vedeva chiaramente Greta con la sua borraccia rossa che utilizza sempre per ricaricare acqua e non consumare plastica. 

Seppur  siano in milioni a difendere il suo operato e sostenere la sua missione in America prima per il Summit Onu e poi in Cile per il Cop24, gli “haters” della giovane Thunberg sembrano trovare ogni pretesto per criticare la sua credibilità.

L’adolescente è stata attaccata per i suoi pranzi, per riportare a detta degli scettici sul climate change dei dati incorretti, poi perché “alle sue spalle c’è un disegno politico“.

Altri l’hanno colpita con commenti sulla sua età, l’aspetto fisico, la sua malattia (la sindrome di Asperger), il rendimento scolastico (prontamente smentito pubblicando la sua pagella) fino ad arrivare, come ha fatto l’editorialista australiano Andrew Bolt recentemente sull’Herald Sun, a definirla “profondamente disturbata“. 

C’è chi c’è andato più piano, suggerendole soltanto “un promemoria amichevole: non hai bisogno di trascorrere due settimane in barca per fare la tua parte sull’emergenza climatica.

Basta che tu faccia tutto quello che puoi, con chiunque tu possa, per cambiare tutto il possibile.

Se lo facessimo tutti, sarebbe sufficiente” le ha twittato ad esempio il meteorologo-ambientalista Eric Holthaus.

 

(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il 30 agosto 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

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