Il «vaffa» di Jovanotti alle sigle ambientaliste

 

E vabbé che pensa positivo ma stavolta s’è proprio annoiato.

Lui è il re della musica “alternativa”, cittadino del mondo, ispiratore di più d’una generazione di fricchettoni, simbolo poetico e sincopato di una sinistra post ideologica che si occupa più della madre terra che di operaismo.

Ma all’ennesima tappa della sua tournée sulle spiagge italiane boicottata dalle associazioni protettrici di specie animali talmente in via d’estinzione da essere onnipresenti, è sbottato.

E dopo decenni di impegno per costruirsi un’immagine politically correct, nel giro di un «Beach party» estivo, Jovanotti ha declamato un mega «vaffa» all’insegna proprio delle (una volta amate) associazioni ambientaliste.

«Non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, cialtroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al “fact checking” di molte testate.

Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi!».

Il post su Facebook trasuda delusione acida perché a rovinargli «la festa infinita» – un progetto che gode tra l’altro del supporto di Facebook Italia e con il quale il campione di tormentoni ambiva alla corona di re del live show detenuta finora da Vasco Rossi – sono state proprio le associazioni che più avrebbero dovuto mostrare empatia con quella esperienza artistica che si voleva declinata nel segno dell’ambientalismo e del rapporto fisico con la natura.

«Quando abbiamo iniziato a progettare il Jova Beach Tour – scrive Lorenzo Cherubini – la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il Wwf per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere loro un parere.

Pensavo e penso ancora che la collaborazione con il Wwf sia garanzia di rispetto delle aree.

Invece un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così».

E sì che si tratta di Rimini, Cerveteri, Castel Volturno e spiagge immacolate di questo genere, mica Ustica, tanto per dire.

Ma tant’è.

«L’ecologia è una scienza.

Non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l’aglio scaccia i vampiri, ma di scienza.

Se si trasforma in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti».

Jova, ma lo hai capito che certi terrapiattisti stanno per fare un governo con quelli della Leopolda?

 

(Articolo di E. Ma., pubblicato con questo titolo il 3 settembre 2019 sul sito online del quotidiano “il manifesto”)

 

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