Venezia invasa dall’acqua alta per giorni, fiumi di mezza Italia sorvegliati speciali, valli isolate e territori flagellati da nubifragi e venti intensi lungo tutto lo Stivale.
Non è una semplice ondata di maltempo, siamo in piena emergenza climatica.
L’aumento di frequenza e intensità dei fenomeni meteorologi estremi è uno dei sintomi più chiari dei mutamenti climatici in atto.
Se il governo vuole dare risposte adeguate a questa sfida, come chiedono i giovani dei climate strike, è arrivato il momento di agire.
A partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza climatica e da una finanziaria green, che inizi a tagliare i sussidi dannosi per l’ambiente (SAD), ad alzare i canoni di concessione per i beni pubblici, a rimodulare l’Iva premiando i prodotti a minor impatto ambientale.
Ed è proprio quanto sollecita la mozione che ho depositato alla Camera per dichiarare anche l’Italia in emergenza climatica.
L’atto approderà in Aula lunedì 25 e impegna il governo ad accelerare la transizione energetica per ridurre le emissioni in tutti i settori e arrivare al 100% di rinnovabili al 2050.
La mozione chiede un Green new deal che porti alla conversione ecologica dell’economia e si finanzi con le risorse recuperate dai SAD e dalla fiscalità verde.
In sostanza impegna il governo a un piano di investimenti decennale che coinvolga i principali settori produttivi e preveda programmi nazionali per la messa in sicurezza del territorio, la mitigazione del rischio e l’adattamento al climate change, per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza statica degli edifici, per la riqualificazione delle produzioni ad elevato impatto ambientale e per la mobilità sostenibile.
L’esecutivo dovrà lavorare anche all’istituzione di una carbon-tax europea.
Perché non c’è un pianeta B.
(Comunicato di Rossella Muroni, deputata LeU, pubblicato con questo titolo il 22 novembre 2019 sul sito online “greenreport.it”)