La COP25 Unfccc di Madrid inizia con un appello a far progredire davvero l’azione climatica

 

La United Nations Climate Change Conference (COP25 Unfccc) di Madrid è cominciata con un appello urgente per far progredire seriamente l’azione climatica nei colloqui che si terranno nelle prossime settimane nella capitale spagnola.

Aprendo la COP25, il segretario Generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «con gli impatti del cambiamento climatico ogni volta più pericolosi ed evidenti, la COP25 deve trasmettere al mondo una ferma determinazione a cambiare rotta.

Dobbiamo finalmente dimostrare che siamo seri nel nostro impegno a fermare la guerra contro la natura, che abbiamo la volontà politica di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050».

Guterres ha poi ricordato ai delegati della COP25 che «l’obiettivo più importante della conferenza è quello di progredire su punti chiave, in particolare l’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi relativo ai carbon market, e continuare a rafforzare l’ambizione in preparazione di piani d’azione nazionali nuovi e rivisti previsti per il prossimo anno.

Se vogliamo avere qualche possibilità di limitare l’innalzamento della temperatura globale ed evitare i cambiamenti climatici galoppanti, è fondamentale definire un prezzo per il carbonio.

L’operatività dell’articolo 6 contribuirà a far funzionare i mercati, a mobilitare il settore privato e garantire che le regole siano le stesse per tutti».

Il segretario generale dell’Onu ha detto che si aspetta che tutti i governi si impegnino a rivedere i loro Nationally Determined Contributions  (NDC) «con l’ambizione necessaria per affrontare l’emergenza climatica nel corso dei prossimi 12 mesi fino alla COP26, data entro la quale i governi devono presentare piani aggiornati e migliorati».

Poi ha nuovamente invitato i governi dei Paesi sviluppati a «garantire che almeno 100 miliardi di dollari all’anno siano disponibili per i Paesi in via di sviluppo per misure volte a ridurre le emissioni di gas serra e per rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici»

Il presidente dell’Intergovernmental panel on climatechange (Ipcc), Hoesung Lee, ha sottolineato i vantaggi economici di un’azione climatica più ambiziosa che potrebbe generare opportunità di investimento nell’innovazione.

Questi investimenti genererebbero grandi benefici in tutti i settori della società e dell’economia, rendendoli più puliti, più sani e più resilienti.

Carolina Schmidt, la ministro dell’ambiente del Cile (il Paese che avrebbe dovuto ospitare la COP25, ma ci ha rinunciato a causa del clima pre-rivoluzionario e degli scontri tra polizia e manifestanti), dopo essere stata nominata presidente della Conferenza ha a sua volta ricordato ai delegati che i lavori della COP25 devono portare a un’accelerazione dell’impegno climatico globale e che quindi bisognerebbe basarsi sui migliori NCD presentati finora: «Dobbiamo assumerci nuovi e più ambiziosi impegni che includano tutti gli aspetti dell’azione per il clima: mitigazione, adattamento e mezzi di attuazione.

Il principale veicolo per stimolare più ambizione sono i Nationally Determined Contributions».

Nel suo discorso di apertura, il primo ministro spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, ha sottolineato l’importanza delle donne nell’azione climatica e ha ricordato una scienziata americana che nel 1856 fu la prima a identificare l’effetto di riscaldamento della CO2: «Volevo iniziare evocando la memoria di Eunice Foote per due motivi: primo per salvaguardare la sua memoria e il ricordo di tante altre scienziate, dall’ingiustizia dell’oblio.

Secondo, per ricordare a tutti che è passato molto tempo da quando la scienza ha iniziato ad avvertirci del cambiamento climatico.

Questo doppio paradosso è un invito a riflettere. 

Per così tanti decenni, il progresso è stato concepito senza coinvolgere metà dell’umanità e, allo stesso tempo, la nozione di progresso non ha tenuto conto dei limiti fisici che rendono possibile la vita umana sul nostro pianeta».

In una precedente conferenza stampa Guterres, aveva sottolineato che «i disastri naturali legati al clima sono sempre più frequenti, mortali e distruttivi, con costi umani e finanziari ogni volta maggiori.

In alcune parti del mondo la siccità avanza a un ritmo allarmante, distrugge gli habitat umani e mette in pericolo la sicurezza alimentare.

Ogni anno, l’inquinamento dell’aria, associato al cambiamento climatico, uccide 7 milioni di persone. Il cambiamento climatico è diventato una minaccia drammatica per la salute e la sicurezza umane».

Guterres ha descritto l’attuale comportamento dell’umanità come «una guerra alla natura.

Per mantenere il cambiamenti climatico entro limiti gestibili, i Paesi dovrebbero limitare l’aumento della temperatura mondiale a 1,5 gradi centigradi, raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 e ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 45% rispetto ai livelli del 2010 .

Questi sono i limiti tracciati dall’Ipcc.

Finora gli sforzi della comunità internazionale per raggiungere questi obiettivi sono stati del tutto insufficienti.

Oggi, il mondo è destinato a produrre il 120% in più di combustibili fossili di quanto non sia coerente con un percorso di 1,5 gradi. 

E, nel caso del carbone, la cifra è del 280%. Ma la comunità scientifica ci sta anche dicendo che roadmap per rimanere al di sotto di 1,5 gradi è ancora a portata di mano».

Guterres ha detto di aspettarsi dalla COP25 Unfccc – e dai Paesi nei prossimi mesi – «una chiara dimostrazione di maggiori ambizioni e impegni che dimostrino responsabilità, responsabilità e leadership».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 3 dicembre 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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