Informativa della Giunta regionale sul tema dei rifiuti nella Regione Lazio

 

– Dal resoconto stenografico della seduta di Consiglio Regionale della mattina del 29 gennaio 2020 –

Relazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Informativa della Giunta regionale sul tema dei rifiuti nella Regione Lazio.

Abbiamo tenuto diversi Consigli sui rifiuti e, d’intesa con i Capigruppo, abbiamo ritenuto di chiedere all’Assessore questa informativa.

Trattandosi di un’informativa non è ovviamente una sede deliberante, quindi non sono previste presentazioni di ordini del giorno e mozioni.

Ovviamente, dopo l’introduzione dell’Assessore, ci sarà spazio per gli interventi da parte di tutti i Consiglieri regionali che riterranno opportuno prendere la parola.

Come d’intesa sempre con i Capigruppo, abbiamo ritenuto che questa parte della seduta terminasse alle ore 13.

Ha chiesto di parlare l’assessore Valeriani.

Ne ha facoltà.

VALERIANI, Assessore. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i Consiglieri.

Le ultime sedute del Consiglio regionale straordinario sul tema dei rifiuti rispetto alle vicende del Comune di Roma si sono svolte il 20 e il 27 novembre scorso, come ricordava lei.

Nella mia relazione ho ripercorso le iniziative intraprese dall’Amministrazione regionale per supportare il Campidoglio e la società AMA nella gestione del ciclo dei rifiuti, con l’obiettivo, sempre chiaro, di superare le ripetute criticità sull’igiene e sul decoro urbano della città che si sono verificate nel corso del 2019.

Per affrontare le varie difficoltà legate in particolare alla raccolta dei rifiuti, con notevoli disagi registrati in diversi quartieri di Roma, soprattutto nei pressi di scuole e di strutture sanitarie, il presidente Zingaretti ha emesso una nuova ordinanza lo scorso 27 novembre, indicando una serie di misure che dovevano essere attuate da AMA e dal Campidoglio.

Tra le varie misure, il provvedimento stabiliva che Roma Capitale dovesse procedere all’individuazione di siti o impianti all’interno del territorio comunale destinati allo smaltimento dei rifiuti trattati.

A tal fine, è stata anche costituita una struttura tecnica di tre rappresentanti della Regione Lazio, della Città metropolitana e di Roma Capitale, che ha predisposto una relazione con un elenco dei siti idonei a ospitare un impianto di smaltimento.

L’ordinanza regionale, inoltre, prevedeva che la società AMA e Roma Capitale avviassero la procedura per selezionare gli impianti di conferimento all’estero dei rifiuti e indicassero i siti in cui effettuare la trasferenza degli scarti indifferenziati, che dovranno essere messi in esercizio entro il 31 gennaio 2020.

AMA dovrà anche acquistare nuovi mezzi per la raccolta dei rifiuti e la pulizia della città, garantendo il rinnovo della flotta aziendale.

Nello stesso provvedimento è stato poi prescritto a tutti gli impianti del Lazio di operare con il massimo della capacità di trattamento autorizzato su base giornaliera, anche nei giorni festivi, secondo le richieste formalizzate da AMA.

Tale obbligo ha riguardato anche la discarica di Colleferro-Colle Fagiolara, la cui chiusura, prevista per il 31 dicembre 2019, è stata prorogata al 15 gennaio 2020 in virtù del temporaneo blocco delle attività di smaltimento avvenuto in seguito al tragico incidente verificatosi  all’interno dell’impianto nel mese di novembre.

Come già richiesto nella precedente ordinanza, infine, entro il 15 marzo 2020, l’AMA dovrà approvare il Piano industriale contenente tutti gli impianti (aree, strutture e attrezzature necessarie a soddisfare il fabbisogno del territorio cittadino) in base ai princìpi di autosufficienza e di prossimità.

L’ultima ordinanza regionale è stata in vigore dal 27 novembre 2019 al 15 gennaio 2020, ma la parte delle prescrizioni riguardanti il Comune di Roma ed AMA sono cessate l’8 gennaio, perché sono stati ottemperati gli impegni indicati nella suddetta ordinanza.

In particolare, la cabina tecnica ha stilato un elenco di siti per la realizzazione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti della capitale.

AMA ha indicato quattro stazioni per la trasferenza dei rifiuti e sta collaborando con Invitalia per la definizione del bando di gara per il conferimento dei rifiuti all’estero.

Il Campidoglio, inoltre, con una delibera di Giunta dello scorso 31 dicembre ha indicato il sito per lo smaltimento dei rifiuti urbani trattati.

La nostra ordinanza, pertanto, ha avuto effetti positivi e di questo, ovviamente, siamo molto soddisfatti.

Proprio questo è l’elemento nuovo, Presidente, emerso nell’ultimo periodo.

Il Campidoglio ha finalmente riconosciuto la necessità di dotare la città di Roma di un impianto di smaltimento da realizzare all’interno dei confini comunali.

Da quasi due anni, lo rammento a tutti quanti noi, perché tutti lo abbiamo detto, sia la Giunta, ma tutto il Consiglio sostenevano l’esigenza che la Capitale del Paese diventasse autonoma nella gestione del ciclo dei rifiuti secondo princìpi di autosufficienza e di prossimità, evitando di continuare a gravare sulle altre comunità del Lazio o delle altre regioni italiane senza contare l’impatto ambientale e il costo, elevatissimo, per conferire questi rifiuti in tutto il nostro territorio nazionale.

La Regione non ha mai fatto mancare il proprio supporto al Campidoglio, ma ha sempre sostenuto che non fosse accettabile che la Capitale d’Italia, produttrice di oltre il per cento dei rifiuti di tutta la nostra regione, potesse smaltire il 100 per cento degli scarti al di fuori del proprio territorio.

Per aiutare la città lo scorso anno è stata ampliata la capacità della discarica di Colleferro con lo spostamento di un elettrodotto, ma al tempo stesso era stato chiesto all’Amministrazione capitolina di trovare una soluzione alternativa perché questo impianto di smaltimento sarebbe stato chiuso definitivamente nel 2019.

Dopo aver registrato, per quasi due anni, un’opposizione a volte di principio e mai fattuale da parte del Comune di Roma verso qualsiasi idea di progetto impiantistico da realizzare in città e verso qualsiasi ruolo industriale di AMA, che da anni non ha un serio Piano industriale, ora finalmente riscontriamo un positivo cambio di rotta che dovrà consentire la realizzazione degli impianti necessari per la corretta chiusura del ciclo, come avviene in tutte le grandi capitali europee.

Il 16 gennaio scorso sono terminati anche gli obblighi di tutti gli impianti del Lazio, in ottemperanza all’ordinanza, a partire dalla discarica di Colleferro, che è stata definitivamente chiusa ed ora possono iniziare gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale.

Per sopperire alla chiusura della discarica di Colleferro, dove ogni giorno venivano conferite oltre 1.100 tonnellate di rifiuti trattati di Roma e in attesa della realizzazione di un impianto di smaltimento all’interno del confine capitolino, la Regione sta sostenendo il Campidoglio e l’AMA attraverso accordi con alcune Regioni, come l’Abruzzo e le Marche, e altre Regioni con cui puntiamo a raggiungere altri accorti per ampliare la gamma dei soggetti territoriali che daranno una mano nei prossimi mesi.

Inoltre, attraverso la definizione del bando di gara per il conferimento dei rifiuti all’estero.

Gli uffici tecnici della Regione, inoltre, stanno collaborando con quelli del Comune di AMA per favorire la chiusura del TMB di Rocca Cencia e consentire gli interventi di manutenzione straordinaria dell’impianto a partire dal 1° febbraio.

I quantitativi dei rifiuti tal quale trattati nel TMB dell’AMA saranno ripartiti e lavorati i vari impianti di diversi territori.

Attualmente, il dato relativo alla produzione di scarti indifferenziati del Comune di Roma è mediamente di 17.000-18.000 tonnellate a settimana, mentre la disponibilità ricettiva degli impianti che si sono messi a disposizione è di circa 19.000, quindi ben al di sopra di quanto è richiesto dalla città.

Lo smaltimento di questi rifiuti trattati è assicurato per il 100 per cento in discariche, però, situate fuori dal territorio capitolino.

Ricordo che, come dicevo prima, rispetto al quantitativo complessivo di questa nostra Regione Roma è ben oltre la metà.

Da qui nasce il problema dell’impiantistica e della chiusura del ciclo nella città di Roma.

Da parte sua, la Giunta ha approvato in via definitiva il nuovo Piano rifiuti 2019-2025, che è stato trasmesso alla Commissione consiliare competente e approverà in Consiglio per procedere all’esame del testo.

La città di Roma non è autosufficiente, dovrebbe in tempi brevi puntare a realizzare le condizioni per un sistema di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti da completarsi all’interno del proprio confine comunale.

Oggi il problema sembra rappresentato dagli impianti, tema che spesso nei vari Consigli che abbiamo affrontato mi avete sentito ripetere.

Il problema non sono gli impianti, il problema sono i rifiuti, senza impianti adeguati non sarà mai possibile gestire correttamente il ciclo dei rifiuti e garantire un equilibrio, la sostenibilità e l’autosufficienza territoriale di tutta la Regione, perché il problema degli impianti è di tutta la Regione.

Ricordo che per legge la Regione ha il compito di pianificare il sistema dei rifiuti e di autorizzare la realizzazione di alcuni impianti, mentre la progettazione e la costruzione di questi impianti viene affidata ai Comuni o agli operatori pubblici e privati.

Al Comune di Roma come a tutti gli Enti locali attraverso le loro aziende di gestione spetta la responsabilità della raccolta, della pulizia, del trattamento, dello smaltimento dei rifiuti.

Il tema quindi degli impianti è un fatto oggettivo, che non riguarda solo la città di Roma, ma incide su tutte le nostre Province.

Il Lazio infatti sconta un ritardo trentennale sull’impiantistica legata al ciclo dei rifiuti, la cui responsabilità deve essere condivisa tra tutte le forze, che a diverso titolo in tanti anni hanno governato Enti locali e questa istituzione.

Per superare questo gap, l’Amministrazione regionale, come abbiamo annunciato ampiamente, è disposta a stanziare risorse importanti, che potranno essere assegnate ai Comuni anche per la costruzione di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti pubblici, perché, come mi avete sentito dire tante volte, noi confidiamo nella implementazione del sistema impiantistico pubblico, perché da quello discende una maggiore trasparenza e una maggiore efficacia di tutto il sistema.

Serve una grande alleanza tra Amministrazioni, imprese e cittadini, per affermare un modello di sviluppo incentrato sulla sostenibilità, sul rispetto dell’ambiente, sull’uso consapevole delle risorse, un impegno etico, ma anche un grande occasione di crescita, e – fatemi aggiungere – anche una grande occasione di coraggio, perché a dire sempre “no” si fa più in fretta, prendere in mano questo problema e provare a risolverlo è sicuramente più complesso.

Credo però che sia compito degli amministratori dare una risposta ai problemi e non soltanto elencarli e raccontarli.

La Giunta ha definitivamente approvato il Piano regionale 2019- 2025, si tratta di uno strumento di programmazione che contiene cinque grandi azioni con l’obiettivo di far entrare il Lazio in un nuovo ciclo virtuoso di economia circolare: 70 per cento di differenziata entro il 2025, che sosterremo con 57 milioni di euro nei prossimi tre anni e con il passaggio alla tariffa puntuale, secondo il principio “chi produce meno, meno paga”, riduzione dei rifiuti attraverso la diminuzione del 50 per cento del fabbisogno di conferimento in discarica o inceneritori, riconversione dell’impianto di Colleferro, con la chiusura della discarica e dell’inceneritore che dal 2017 è fermo, in una delle aree a maggior tasso di inquinamento del Lazio, e realizzazione di un nuovo presidio industriale altamente tecnologico senza nessun impatto ambientale.

Non c’è una preclusione ideologica nei confronti dei termovalorizzatori (credo che emergerà anche oggi nella discussione), come ho ribadito tante volte l’Unione europea ha detto che a un certo punto nei prossimi anni quella tecnologia sarà superata, pertanto, considerati i tempi di realizzazione e di ammortamento dell’investimento, consideriamo quel tipo di tecnologia superata.

Rammento però un elemento nuovo, che spesso non abbiamo affrontato, rispetto alla soluzione immediata che potrebbero fornire questi impianti se fossero realizzati domani mattina: il Piano regionale rifiuti 2012-2018, quello fatto molto tempo fa (all’epoca c’era un’altra Presidenza e un’altra colorazione politica), che ancora vige se non approviamo il nuovo adesso, negli ultimi nove anni, benché in quel Piano fossero previsti quattro termovalorizzatori, come spesso è stato rammentato da molti Consiglieri, in questo arco di tempo non è stato presentato alcun progetto per la realizzazione di questa tipologia di impianti con recupero energetico.

L’ultimo è di qualche mese fa, il famoso impianto di Tarquinia, su cui si pronuncerà con una Conferenza dei servizi l’Amministrazione competente, ma in nove anni, benché fossero previsti quattro impianti dal precedente Piano regionale rifiuti, non c’è stata una sola iniziativa né pubblica, né privata, che chiedesse l’autorizzazione per realizzare questo tipo di impianti.

Per quanto riguarda il dibattito sul nuovo Piano rifiuti, vi informo che, come ha detto il Presidente, d’intesa con il presidente Cacciatore il provvedimento è stato calendarizzato in Commissione e comincerà la fase di discussione e di confronto politico il prossimo lunedì 3 febbraio.

La discussione spesso evocata come necessaria per cominciare ad approvare il nuovo Piano regionale rifiuti partirà quindi ufficialmente lunedì e sarà una grande occasione di confronto per capire anche come portare dei correttivi e delle migliorie a questo Piano, su cui abbiamo lavorato alacremente per un anno.

Grazie.

(segue t. 2)

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

Dibattito

PRESIDENTE. Apriamo gli interventi.

Ricordo venti minuti per i Capigruppo e dieci per i consiglieri.

Il primo iscritto a parlare è il consigliere Aurigemma, seguono i consiglieri Ghera e Cacciatore.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma.

Ne ha facoltà.

AURIGEMMA (Misto). Grazie, Presidente.

Innanzitutto la ringrazio per aver dato la possibilità di accogliere la nostra richiesta di avere un’informativa, visto che da mesi sentiamo parlare del problema rifiuti, ma lo leggiamo dai giornali.

Vorrei partire proprio da questo e inviterei, visto che è un argomento importante, l’assessore Valeriani, con cui abbiamo poca possibilità di incontrarci visto che con la maggioranza ci può parlare tranquillamente, perché voglio approfittare proprio di quella responsabilità che lei chiede anche a tutte le forze politiche, quindi potrebbe essere utile, ascoltando gli interventi, a cambiare idea oppure a cercare di lavorare insieme su questa cosa.

È proprio a questo senso di responsabilità, Assessore, che io voglio fare riferimento.

Vede, il problema dei rifiuti a Roma non riguarda la forza di maggioranza della Regione, è un problema che riguarda principalmente i cittadini della nostra Capitale, ma anche i cittadini della nostra Regione, che sono costretti a sopperire alle mancanze di infrastrutture che sono dentro Roma, facendosi carico di lavorare una parte dei rifiuti della nostra Capitale d’Italia.

Ho ascoltato con attenzione quello che lei ha letto e onestamente, più che ascoltare un’informativa o un Piano rifiuti, mi è sembrato di ascoltare un Piano del trasporto dei rifiuti.

Lei è soddisfatto che con la sua ordinanza il Comune di Roma abbia aperto una discarica, è soddisfatto che con la chiusura di Colleferro le regioni Marche, Abruzzo e – aggiungo – l’Austria, la Romania, la Spagna, la Grecia e qualche altra nazione europea riceva i nostri rifiuti, ma non penso che sia questo il modo di assumersi le responsabilità.

Le responsabilità si assumono quando l’Ente di competenza è in grado di chiudere un Piano rifiuti.

 Chiudere il Piano rifiuti vuol dire avere gli impianti, che non sono le discariche, che sono in grado di poter chiudere un ciclo dei rifiuti.

Roma è l’unica Capitale europea che non ha gli impianti adeguati per chiudere il ciclo dei rifiuti e questo dobbiamo dircelo onestamente.

Quando lei parla di TMB sa quanti sono attivi e che tipo di rifiuto arriva dentro il TMB.

Voi appena insediati avete tolto lo scenario di controllo, che era l’unica cosa che consentiva di evitare e forse avrebbe anche evitato qualche incendio, come quello del TMB di via Salaria, perché dentro i TMB deve arrivare il rifiuto secco, non il rifiuto umido.

Oggi non c’è alcun controllo all’interno dei TMB di Malagrotta, giusto forse a quello di Rocca Cencia, perché è un TMB meccanico che differenzia e distingue il secco dall’umido.

Questo naturalmente crea grossi problemi, crea problemi di inquinamento olfattivo, perché gli odori si sentono dappertutto.

Lei sa che i rifiuti umidi che Roma produce all’80 per cento vengono lavorati a Vicenza?

Lei sa che questo porta a una spesa di oltre 200 milioni di euro soltanto per il trasporto dei rifiuti? Proprio ultimamente, qualche decina di giorni fa, il TAR ha certificato forse l’incongruenza di questo Piano rifiuti, dando ragione a una società di Aprilia che lavora in questo settore che chiedeva alla Regione: con la chiusura di Colleferro i nostri scarti dove li portiamo?

E il TAR ha emesso una sentenza che ha obbligato la Regione, entro trenta giorni, a dover comunicare quali sono i siti alternativi alla chiusura di Colleferro.

Anche lì, a Colleferro si è chiuso un altro disastro di questa Amministrazione.

Prima si sono stanziati 10 milioni di euro per comprare due bruciatori, che giacciono in qualche deposito, con soldi pubblici di acquisto, poi qualcuno ha deciso di cambiare idea e dal termovalorizzatore si è passati a una discarica, la discarica è chiusa e oggi ci sono, nonostante i tanti impegni che proprio qui all’interno di quest’Aula sono stati presi dal presidente Zingaretti, 126 000 famiglie senza nessun tipo di lavoro.

Quel senso di responsabilità, assessore Valeriani, noi ce l’abbiamo, e ce l’abbiamo nel confrontarci e nel cercare di dare soluzioni.

Lo dico in maniera pacata.

Oggi è molto più facile forse scendere sulle strade con gli striscioni e le bandiere o partecipare a quel disastro che l’Amministrazione capitolina sta facendo, continuando a far girare la discarica in tutti i Municipi di Roma.

Io la chiamo la “roulette della discarica”.

Però, noi pretendiamo una responsabilità da parte della maggioranza, che è stata completamente inefficiente per sette anni.

Voi governate la Regione da sette anni e in questi sette anni l’unica iniziativa posta è stata quella di abolire lo scenario di controllo, che era l’unico strumento che ci consentiva di controllare la quantità di rifiuti prodotta, che tipo di rifiuto entrava all’interno degli impianti.

E non penso che il Piano rifiuti di questa Amministrazione regionale si possa concludere o si possa andare a diversificare rispetto al passato soltanto con un Piano del trasporto dei rifiuti.

L’elenco che lei ci ha fatto delle Regioni o degli altri Comuni della nostra penisola o delle nazioni della nostra Europa che ospitano, perché loro incassano, guadagnano, riescono a fare soldi dai rifiuti, producendo materiale riciclato, producendo qualcosa che consente di chiudere il ciclo dei rifiuti e di evitare soprattutto di avere un pericolo di sanità davanti le scuole, davanti gli ospedali, dove i rifiuti non vengono raccolti, ma non per la mancata organizzazione dell’AMA, ma perché l’AMA non sa più dove portarli, perché i camion non sono quelli, i punti di raccolta dei rifiuti dove poi vengono smistati sono quelli, e quando si chiudono gli impianti, così come fece il presidente Zingaretti con il sindaco Marino, quando si chiude l’impianto di Malagrotta bisogna essere in grado di sapere qual è l’alternativa, quando si chiude di Colleferro l’alternativa non possono essere le Marche e l’Abruzzo.

Una discarica o un impianto non si apre in poco tempo.

Mediamente per aprire un impianto di rifiuti nella nostra regione si impiega quattro anni soltanto per avere le autorizzazioni e in questi quattro anni i cittadini di Roma saranno costretti a subire e a sopportare la stessa inefficienza che c’è oggi?

Io non so quando sarà calendarizzato il Piano rifiuti all’interno della Commissione, non so come si intenderà procedere, però per avere senso di responsabilità, Assessore, in un momento di difficoltà come questo, dove forse è più facile cercare un facile consenso che non cercare di risolvere il problema, e il Piano rifiuti si rivede e si vede di organizzarlo in maniera tale da gestire, così come avviene in tutte le città d’Europa, ma anche in molte città italiane, in maniera competente, perché se i rifiuti prodotti sono un tot quantitativo di tonnellate noi dobbiamo avere impianti che smaltiscono quel tot quantitativo di tonnellate, se i rifiuti da smaltire all’interno degli impianti non si può pensare di farli smaltire a centinaia e centinaia di chilometri di distanza.

Questo senso di responsabilità siamo noi a chiederlo a lei, Assessore.

Così come nell’informativa: noi l’abbiamo chiesta per sapere che tipo di comunicazione c’è con l’Amministrazione capitolina, perché i dati che lei ci ha fornito ce li ha forniti anche nei numerosi Consigli che noi abbiamo richiesto sui rifiuti, come ha detto il presidente Buschini.

Questo non è il primo Consiglio, è il terzo, secondo me, che le forze di opposizione hanno chiesto.

Volevamo capire l’Amministrazione capitolina, l’interlocuzione che è intercorsa tra l’Amministrazione regionale e capitolina, dopo una lunga fase di mancanza di comunicazione, che cosa ha prodotto: la discarica di Valle Galeria?

Non penso sia questo il modo di risolvere il problema dei rifiuti a Roma.

Non penso sia il modo giusto di andare a creare altri siti su luoghi che già sono stati devastati per anni dal problema dei rifiuti con la vicina discarica di Malagrotta.

Sediamoci, confrontiamoci, senza pregiudiziali, Assessore, perché se lei viene in Commissione con un pacchetto già chiuso e blindato, con algoritmi algebrici o matematici non penso sia quello il modo di gestire i rifiuti all’interno della nostra regione.

Ormai l’Aula consiliare è diventata una sorta di pallottoliere, dove i Consiglieri si spostano da una parte all’altra cercando di acquisire un consenso.

Io più volte ho ascoltato, soprattutto in questi ultimi giorni, dopo la campagna elettorale dell’Emilia-Romagna e della Calabria, lo stesso presidente Zingaretti che ha detto che le maggioranze non si fanno su accordi algebrici, ma si fanno su idee e su confronti.

Io gradirei che il Piano rifiuti, quando va in Commissione, possa essere discusso apertamente senza blindature o senza pacchetti che vengono organizzati in maniera sicuramente non utile per i cittadini della nostra regione, non utile per i cittadini della Capitale d’Italia dove, tra l’altro, lei vive e sa benissimo le condizioni in cui si trovano i contenitori dell’immondizia, che sono spesso anche vicini a luoghi sensibili come le scuole o gli ospedali.

L’invito che lei ha rivolto all’interno di quest’Aula può essere accolto ad una semplice condizione: che questa maggioranza sia in grado di confrontarsi all’interno dei luoghi istituzionali preposti, che sono la Commissione e l’Aula consiliare, senza ostruzionismo, senza nessun tipo di pregiudiziale nei confronti delle proposte dell’opposizione.

(segue t. 3)

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Aurigemma.

Ha chiesto di parlare il consigliere Ghera.

Ne ha facoltà.

GHERA (FdI). Grazie, Presidente.

Approfitto di questa informativa dell’Assessore, che ritengo comunque importante.

Noi avevamo richiesto, in realtà, la presenza anche del presidente Zingaretti, ma come purtroppo ci è capitato tantissime volte il presidente Zingaretti oggi non c’è e non è chiamato a rispondere dei fallimenti sulla tematica dei rifiuti, che sono dei fallimenti evidenti ai cittadini del Lazio e devono essere chiari anche per tutti gli italiani, visto che poi il presidente Zingaretti, in qualche modo, porta avanti documenti e provvedimenti, come quello dei cinque punti, ad esempio, del Partito Democratico, dove cita anche la tematica dell’ambiente, della possibilità di riqualificare, della famosa economia green o verde.

Chiedo scusa perché ho visto che il Vicepresidente si è dovuto assentare, quindi non c’è né il Presidente né il Vicepresidente.

Ci “accontentiamo” dell’assessore Valeriani, che sta portando avanti, con molte difficoltà, questo Piano rifiuti.

Avevamo chiesto, il Piano rifiuti, francamente, di discuterlo prima, in diverse occasioni, insieme ai colleghi di Fratelli d’Italia, ma anche con il resto del centrodestra.

Abbiamo sollecitato la possibilità di affrontare finalmente questo tema in modo efficace.

Penso che questa sia intanto una prima, anche se non sufficiente, possibilità di confronto.

Anche in altre due occasioni abbiamo chiesto di poter affrontare questa tematica e penso che sia importante rendere trasparente, verso i cittadini, visto che quello che sta accadendo soprattutto nella Capitale sicuramente tutto è tranne che trasparente.

Da questo punto di vista credo che sia, invece, risibile quello che è accaduto qualche settimana fa, quando la Sindaca e alcuni Presidenti di Municipio si sono presentati qui invece di discutere insieme al presidente Zingaretti.

Quindi, abbiamo un Presidente che fugge al confronto con l’Aula, con la tutta la Regione, con i Comuni più importanti e d’altro canto una Sindaca, un’Amministrazione, una maggioranza a livello capitolino che si presta sicuramente a situazioni che potrebbero essere viste come risibili se non ci fosse un problema così grave, invece di confrontarsi con la Regione Lazio e trovare delle soluzioni.

Noi lo diciamo in ogni occasione: al di là di tutto, crediamo che in quattro anni di Amministrazione congiunta tra Virginia Raggi e Nicola Zingaretti si sarebbe potuto fare tranquillamente di più.

Si poteva affrontare un Piano vero, trovare delle soluzioni, purtroppo il gioco del rimpiattino e dello scaricabarile, che purtroppo stiamo conoscendo come cittadini del Lazio, sta producendo danni incalcolabili all’ambiente, perché vediamo ciò che accade in tutta la nostra Regione, partendo dalla Capitale, danni incredibili all’immagine della nostra Regione e della Capitale d’Italia.

Questa dovrebbe essere attrattrice di flussi turistici, ma purtroppo da anni viene insolentita dalle pagine dei più grandi giornali internazionali e dalle televisioni più importanti a livello mondiale, con immagini che mostrano sporcizia, gabbiani, rifiuti.

A Roma abbiamo avuto addirittura un Assessore che sosteneva non ci fossero topi e sporcizia, quindi sicuramente l’improvvisazione l’ha fatta da padrone!

È chiaro che le responsabilità sono molteplici e c’è stata una responsabilità importante nel corso degli anni di chiusura di una discarica importante come Malagrotta, che è stato ovviamente giusto per i cittadini di quel quadrante che soffrivano da decenni di questo problema, senza però trovare delle alternative.

È anomalo che il Partito Democratico con il sindaco Marino abbia accelerato, anche se erano state già preparate in precedenza, le procedure di chiusura di Malagrotta, e oggi il presidente Zingaretti di fatto faccia riaprire una discarica in quel quadrante, che tanto aveva pagato.

Tra l’altro, ricordiamo quando sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle con l’allora Consigliera comunale poi diventata Sindaca andava sul posto a promettere che in quel quadrante non si sarebbe mai più realizzata una discarica, perché il pedaggio pagato da quei cittadini era troppo alto, mentre oggi le Amministrazioni del Movimento 5 Stelle e del PD, per la loro incapacità, incompetenza, incoerenza e irresponsabilità (irresponsabilità perché non hanno mai aperto un dialogo vero) producono oggi un rischio per quel quadrante, la Valle Galeria, così importante.

Abbiamo quindi questa collettività che per quarant’anni… tra l’altro ricordiamo a tutti che quel quadrante ha pagato un prezzo, dal punto di vista ambientale, di salute, ecologico, a tutta la nostra Regione, perché Malagrotta ospitava i rifiuti di Roma, ma anche di molti altri Comuni del circondario e quindi capiamo quanto sia stato pesante quel periodo, tanto più che in quegli anni arrivava il tal quale, quindi il camion prendeva, scaricava e tornava.

Sappiamo benissimo le difficoltà ambientali che ci sono perché non erano rifiuti trattati, quindi purtroppo il danno ambientale è incalcolabile e irreparabile.

Tra l’altro, la possibilità di riqualificare quell’area non c’è stata, non c’è stato alcun investimento dal punto di vista dell’intervento di bonifica e di recupero ambientale di quelle aree, i cittadini hanno visto niente, quindi oggi è assurdo insistere con altri interventi di questo Piano.

Abbiamo presentato anche un documento in Consiglio Comunale grazie ai nostri Consiglieri a Roma, ma anche noi come Gruppo regionale chiederemo di dibattere una mozione che oggi, visto che è solamente un’informativa, non sarà possibile mettere in votazione, ma chiederemo di farlo nella prima sessione possibile.

Inizieremo ad ascoltare nei prossimi giorni, con le audizioni sul Piano rifiuti, anche i Comitati, perché penso sia importante spiegare alle persone, ai cittadini quello che è successo.

Lo sanno già, perché moltissimi si sono documentati, ma il fatto che nel Lazio e a Roma in particolare la raccolta differenziata sia ai minimi storici, sia diminuita in modo molto drastico per i continui fallimenti e le continue incapacità, perché purtroppo negli ultimi anni, dal sindaco Ignazio Marino i poi, il Commissario e la Sindaca Raggi, non c’è stato alcun investimento sulla raccolta differenziata.

Il tema è quello: se non fa impianti per differenziare, la produzione di rifiuti è alta perché Roma è una città molto importante dal punto di vista numerico, quindi inevitabilmente il numero di tonnellate non consente una gestione facile.

Sicuramente investire e aumentare anche la possibilità di premialità ai Comuni, ai Municipi, ai comprensori, ai consorzi, a tutti quelli che hanno volontà di fare questo e anche al singolo cittadino con la tariffa puntuale darebbe la possibilità di produzione di meno rifiuti.

Gli accordi, di cui parlava l’Assessore, ma di cui parlano tutti, con la grande distribuzione ad esempio a che punto sono?

Produrre meno tonnellate di rifiuti vuol dire avere meno necessità di discariche e di impianti di altro genere.

Oggi c’è una polemica importante che monta su proposte che arrivano da vari esperti e tecnici che stanno convincendo, sicuramente la problematica delle discariche è fondamentale, però altri impianti come termovalorizzatori e inceneritori hanno problematiche ugualmente importanti.

Si parla ovviamente di quello che succede all’estero, però il tema è la mancata fiducia da parte dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, e francamente non mi fiderei se risiedessi vicino agli impianti futuri, perché non c’è fiducia nei confronti della pubblica amministrazione da parte dei cittadini e dei residenti.

Ricordiamo quello che accadeva e accade oggi nei TMB al Salario, presso Rocca Cencia e anche in altri impianti, dove è quasi impossibile vivere una vita civile, perché i miasmi provenienti da questi impianti sono nauseabondi, come sanno i residenti di quei comprensori che chiedono ovviamente interventi adeguati.

Si dice che all’estero o al nord Italia questi impianti non creano problematiche, probabilmente nelle altre Regioni o nelle altre nazioni gli impianti sono tarati su un certo numero di tonnellate di rifiuti da trattare, purtroppo nella nostra Capitale queste tonnellate erano evidentemente sovrabbondanti e si produceva un rapporto purtroppo non adeguato e pertanto la situazione andava in grandissima difficoltà.

Questo ha prodotto sollevazioni popolari più che giustificate.

Molti chiedono perché si vada sempre a protestare nei vari siti come se ci fosse il nomadismo delle discariche, ma è un tema fondamentale, perché non ci si fida delle Amministrazioni, in particolare di quella guidata da Nicola Zingaretti e da Virginia Raggi, perché hanno prodotto il nulla cosmico, ormai Zingaretti per sette anni, la Raggi per quattro, almeno il potenziamento della raccolta differenziata sarebbe stato il minimo risultato da raggiungere, per non parlare della raccolta porta a porta in alcuni quartieri della città.

Questa viene realizzata nei Comuni più piccoli, in altri Comuni d’Italia dove è più facile raggiungere, viene realizzata con una certa logicità, c’è bisogno di organizzare questi processi, perché non sono facili.

Spesso il personale viene indicato da vari Sindaci come irresponsabile, invece sappiamo che su questo bisogna fare dei ragionamenti più ampi, dare fiducia a un management o comunque a una dirigenza delle aziende che si occupano di questo, che dia la possibilità di conseguire dei risultati, perché, se dopo 3 o 4 mesi cambiano l’Amministratore delegato o il CdA delle aziende pubbliche perché magari non c’è l’accordo su un bilancio.

Parliamo della situazione che abbiamo vissuto con la Commissione d’inchiesta sulla situazione AMA a Roma, per cui abbiamo avuto dei cambi di guardia incessanti e per questo probabilmente dei risultati adeguati non sono stati raggiunti.

Se fosse stato possibile avere un CdA che durasse almeno tre anni, magari ci sarebbe stata possibilità di intervento, di ragionare su come fare le cose.

Noi chiediamo solamente di avere un interlocutore serio, responsabile, credibile, che porti avanti delle politiche serie e ragioni con la Città metropolitana e con la Regione, Città metropolitana che, ovviamente, ha un ruolo importante su questo, perché il fallimento della sindaca Raggi è doppio, come Sindaco di Roma e come Sindaco della Città metropolitana.

Abbiamo, ovviamente, la difficoltà dei cittadini e dei residenti della Capitale di avere una vita degna da questo punto di vista, dal punto di vista igienico-sanitario, con pericoli che abbiamo riscontrato con gli allarmi dei pediatri, degli ospedali e di chi si occupa di questo, dal punto di vista degli allarmi che ci sono stati per quanto riguarda l’igiene pubblica e la salubrità di alcuni ambienti.

Le risposte non ci sono state e crediamo che ci siano, evidentemente, dei responsabili.

Il Piano rifiuti sarà sicuramente una possibilità di confrontarsi, di confrontare le varie idee e i vari ragionamenti, però ad oggi gli interventi non ci sono stati.

Ad esempio, la Regione, quando ha emesso l’ordinanza che in qualche modo ha aiutato a uscire dalla crisi e dall’emergenza che si era creata per un rimpallo di responsabilità, non è che era un merito, era il minimo indispensabile visto che c’era ormai l’immondizia che arrivava al secondo piano, e la soluzione sicuramente non è continuare a scaricarsi addosso la responsabilità e magari mettere la pistola alla tempia della Sindaca della Città di Roma o della Città metropolitana.

È solo con il dialogo e il ragionamento, magari anche aprendosi a esperienze che arrivano da altre parti d’Italia, visto che poi è facile prendere e spedire tutto fuori, ma d’altro canto c’è anche una situazione emergenziale che va affrontata e che non può essere scaricata, crediamo noi, solamente sulla Valle Galeria, e alla fine rimane che di tutto questo gran parlare, di tutto questo grande ragionamento che viene fatto si andrà a colpire un quadrante, un quartiere, un insieme di persone che magari nel caso specifico, tra l’altro, hanno già sofferto di questo problema per decenni.

Insieme ai colleghi di Fratelli d’Italia abbiamo portato, nel precedente Consiglio, un decalogo sul tema degli impianti pubblici, che è un tema importante.

Su quello bisogna anche ragionare visto che un po’ dappertutto il tema dei rifiuti viene visto come una ricchezza, tant’è che noi paghiamo per poter portare i nostri rifiuti nelle altre regioni e nelle altre nazioni.

Al contrario, per noi invece è una perdita secca.

Quindi, sicuramente andare a ragionare finalmente con una premialità: invece di investire tutti quei soldi per portarli fuori, magari ragioniamo sulla possibilità di differenziare; non vorremmo che poi il fatto di aver la volontà di differenziare sia quella ad aprire magari il destro e in qualche modo metta un’impossibilità di dialogo e di confronto perché c’è qualcuno che vuole realizzare determinati impianti per determinati interessi.

Non vorremmo, infatti, che dietro certi ragionamenti, certe difficoltà, certi ritardi ci sia qualcuno che continui a fare ostruzionismo perché poi deve portare avanti gli interessi di questo o quel privato.

Chiaramente questa è una visione molto negativa, che noi vorremmo non esista, però sicuramente nel passato ci sono state delle opacità di gestione un po’ di tutti, i Cinque Stelle, il PD, ma anche il centrodestra può avere sbagliato nel passato, magari non è riuscito a fare tutto, però ci sono anche stati momenti importanti.

Ricordiamo la seconda parte dell’Amministrazione di centrodestra a Roma dove l’incremento della differenziata fu importante e costante.

Ebbene, si sarebbe dovuto aumentare quel tipo di intervento.

Del resto, parliamo di rifiuti zero, è chiaro che si tende a rifiuti zero, perché meno rifiuti si producono meno rifiuti si devono portare in discarica o presso gli altri impianti, più si differenzia e meno ci sarà la necessità di discariche o altri impianti situati nella nostra regione o nelle altre province.

Credo da questo punto di vista si debba fare uno sforzo molto, molto importante.

Abbiamo visto dei ragionamenti nell’ultimo periodo anche da parte dell’azienda comunale dell’AMA, da parte del nuovo manager che è stato chiamato dall’Amministrazione dei Cinque Stelle, ed è importante che ci sia un’autonomia di giudizio, tra l’altro.

Alcune uscite non ci sono piaciute, ci sono parse molto estemporanee.

Si deve parlare di riorganizzazione di un servizio, l’AMA è un’azienda che ha più di 7.000 dipendenti, per cui se venissero messi nella possibilità di lavorare, anche riparando, ad esempio, i mezzi, perché abbiamo dei mezzi vetusti, che hanno difficoltà di uscire, dove magari spesso e volentieri il servizio è interrotto, al di là delle responsabilità, poi se c’è un singolo che viene individuato, e abbiamo visto la polemica in questi giorni, se c’è chi si comporta male, sicuramente non saremo noi né a difenderlo né a chiedere venia per chi non fa appieno il suo dovere, però d’altro canto c’è anche un ragionamento generale per cui sappiamo benissimo che ci sono mezzi che non vengono riparati per difficoltà generali e c’è l’impossibilità di intervenire in alcuni quartieri dove è stata pensata una raccolta porta a porta che lì non era necessaria e magari in altri quartieri sarebbe possibile e invece non viene fatta perché non c’è stata la possibilità di organizzare e preparare una adeguata attenzione a questo tema così importante.

Noi chiediamo responsabilità sia a Nicola Zingaretti che a Virginia Raggi.

Sappiamo che il problema c’è.

Saremo pronti anche nel Piano rifiuti in Commissione e in Consiglio a dare un contributo propositivo.

Ovviamente, ci opporremo alle scelte scellerate che state cercando di portare avanti, perché vi siete, per quattro anni, in qualche modo girati il cerino e volete magari far pagare questa vostra inadempienza, questa vostra irresponsabilità alle persone che questo problema l’hanno già pagato.

È uno scotto che hanno pagato per molti anni e crediamo che sia assurdo non ragionare con i territori e con i Municipi per trovare delle soluzioni che potrebbero essere trovate.

Ovviamente, c’è bisogno di tempo.

C’è bisogno che chi di dovere, chi di competenza, si riunisca, ragioni e porti avanti, ovviamente, insieme con i territori, insieme con la Città metropolitana, insieme con i Comuni più importanti della nostra Regione per trovare delle soluzioni che non vadano a far pagare, come al solito, sempre gli stessi.

Grazie.

(segue t. 4)

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Ghera.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cacciatore.

Ne ha facoltà.

Ha dieci minuti.

CACCIATORE (M5s). Grazie, Presidente.

Sarò breve.

Tanto non è vero!

Ho ascoltato con interesse un po’ tutti gli interventi, soprattutto quello dell’Assessore.

Ricordo che eravamo qui il 27 novembre 2019, era lo stesso giorno dell’emissione della prima ordinanza del Presidente della Regione ai sensi dell’articolo 191, il Testo unico ambientale.

Devo dire che si è respirata una buona aria.

Ricordo l’argomento sull’ATO a sé stante di Roma, l’ambito territoriale ottimale.

È stata una misura trasversalmente accolta.

Penso che per dare discontinuità e un segnale ai cittadini sarebbe anche utile che le forze politiche la smettano di fronteggiarsi sull’argomento di propaganda, ma puntino a risolvere i problemi dei cittadini, perché poi molte volte quando si parla anche individualmente si scopre che le cose che diciamo non sono neanche così dissimili.

Spieghiamo un attimino cosa si intendeva per ATO a sé stante.

Ricordiamo che il Piano è stato adottato, non approvato ancora, perché lo aspettiamo in Commissione, con il sub-ambito.

Sin dall’inizio sottolineavo che il sub-ambito per legge non esiste, non vuol dire nulla, non puoi obbligare un sistema di rifiuti come quello di Roma a scorporare l’indifferenziato dal resto dei rifiuti.

Il resto dei rifiuti ha un ambito provinciale, mentre solo l’indifferenziato ha quello romano.

Altro è se si parla di ambito.

L’ambito è riconosciuto per legge.

Facciamoci due conti: Roma, con i suoi 3 milioni di abitanti e la sua Provincia che arriva quasi a 4 milioni è sette-otto volte più grande dell’ATO provinciale più grande del Lazio, che è quello di Frosinone, dopo Roma.

Siamo sproporzionati.

Il dato numerico, chiaramente, ha un riscontro anche sul dato quantitativo e quali-quantitativo dei rifiuti prodotti.

Roma ogni anno produce un milione di rifiuti.

Di fronte al milione di rifiuti che produce Roma, con una raccolta differenziata che, va detto, e l’ho già ammesso, conta 1 milione di indifferenziato su 1,7-1,8 milioni in totale.

Va detto e va ammesso che la percentuale di crescita di raccolta differenziata non c’è stata in questi ultimi tre anni e mezzo.

Questo è impossibile negarlo.

Lo abbiamo di fronte agli occhi.

È un dato percentuale.

Ormai, la Giunta capitolina è insediata da molto e quindi avrà avuto le sue difficoltà, però noi riscontriamo questo dato.

Ebbene, prima di questa fase le discariche che erano in via di autorizzazione erano quelle di Magliano Romano, Albano Laziale, Roccasecca, che è alla fine del Frusinate, dopo la Valle del Sacco, che da Colleferro fino a Roccasecca e San Vittore sede dell’unico termovalorizzatore, direi che è la provincia più vessata.

Come vediamo, è una città che non fa raccolta differenziata e quindi non riduce il suo ricorso in discarica.

Poi, però, all’urlo di “No discariche a Roma” chiaramente traghetta fuori i rifiuti e gli scarti.

C’è stata la vicenda di Civitavecchia, che quando c’è stato un incidente su Colleferro è stata la prima discarica ad essere individuata con un’ordinanza di Città metropolitana.

Nel dire “ATO di Roma” non vogliamo condannare Roma.

Io riconosco le difficoltà oggettive dell’Amministrazione, ma sono innamorato di questa città, per quanto non sia residente.

Chiaramente, che a che cosa serve l’ATO?

Serve a dare anche uno stimolo a Roma, perché se devi ridurre di solo un terzo il tuo indifferenziato e già solo scorporando l’organico lo dimezzi quell’indifferenziato, con i tuoi TMB che attualmente trattano 700.000 tonnellate a fronte dei rifiuti indifferenziati che produci, che sono 1 milione, non mi sembra uno sforzo così esagerato!

Si potrebbe pensare ad uno scorporo dell’organico a monte, ad avviare quell’organico a una piccola impiantistica.

L’Assessore ricorderà i problemi sulla legge regionale a mia prima firma e mi fa piacere che alcuni colleghi del Centrodestra oggi riconoscano l’importanza del trattamento dell’organico.

A quegli stessi colleghi, così come all’Assessore, dico che sono d’accordo, gli impianti non sono un problema, anche la procedura Pilot dell’Unione europea, che qualcuno chiama impropriamente infrazione, riconosce che i TMB li abbiamo, infatti quando va a fuoco il Salario riusciamo a ricollocarli nella regione, per cui evidentemente le autorizzazioni ci lascerebbero tranquilli.

Peccato che il monopolio privato di quegli impianti ad ogni crisi abbassi la quota di trattamento e ci mandi in tilt nelle strade delle città, nella gestione dell’intera Regione.

Certo, non è vero quanto è stato detto, nei TMB non arriva il rifiuto secco, nei TMB arriva il rifiuto tal quale, poi viene separata la parte umida da quella secca.

Il problema viene dopo la discarica, e la prima ordinanza del 27 novembre come risolveva questo problema?

Aumentando gli impianti e delegando alla città di Roma, che avrebbe autorizzato per ordinanza, quindi in un termine molto ristretto e semplificato, perché l’ordinanza è urgente, le cose le devi fare subito, quindi le procedure vengono derogate.

Certo, non si deroga ai dispositivi di controllo igienico-sanitario, alle tutele ambientali, però la scelta del sito viene fatta in termini più immediati possibili.

Si parlava anche di poteri sostitutivi della Regione nel caso in cui Roma non avesse adempiuto nei termini stabiliti.

Subito dopo quella fase arriva il documento tecnico allegato, documento che individua 11 siti, solo cave esistenti, delle quali una parte in via di ripristino, quindi non disponibili per essere usate come discariche di FOS, e 3 discariche, che sono cave esistenti non ripristinate e quindi disponibili alla discarica di FOS, e una discarica per rifiuti pericolosi, che si diceva sul documento tecnico avrebbero potuto utilizzare anche come rifiuto non pericoloso.

Sono stato molto attaccato per aver detto “ATO di Roma”, mi si è detto “coltivi il tuo orticello elettorale, pensi a Colleferro dove hai preso i voti” (farei vedere quanti voti ho preso a Colleferro per avere un riscontro), ma no, non era quella era la mia logica.

La mia logica sono gli studi epidemiologici e lo studio ERAS 2013 del DEP Lazio individua una scala di gravità nella Regione Lazio proprio intorno agli impianti più massivi di trattamento dei rifiuti, il sito più grave dal punto di vista del rischio almeno della concentrazione patogena è Malagrotta, quindi nel dire “ATO di Roma” non ho mai detto “discarica dove già c’è stata” e allo stesso modo, però, devo dire “no Malagrotta”, perché dagli studi epidemiologici risulta così, ma neanche Colleferro, neanche Roccasecca, che sta sotto ampliamento, neanche Civitavecchia, che ha già una situazione abbastanza vessata, e la Valle del Sacco, Borgo Montello, il Pontino, i territori interessati dalle inchieste qualche mese fa, quindi dove c’è un riscontro bisogna evitarlo.

Era possibile?

Eccome se era possibile!

Il 6 dicembre alcuni colleghi erano in aula Giulio Cesare, eravamo in Consiglio capitolino a vedere il Consiglio straordinario, ricordo che un ordine del giorno a prima firma del Movimento 5 Stelle è stato bocciato dalla stessa maggioranza e parlava di individuazione di nuovi siti anche al di fuori delle cave, perché solo su Roma ne verrebbero fuori a decine, e, scorporando l’organico, sarebbero senza organico a monte prima del trattamento, quindi si riduce la portata, e ogni sito minimizza l’altro, se ne scelgono quattro o cinque ed è la soluzione di maggior tutela perché è sostenibile.

Così invece non è andata, e, laddove ero quello che voleva portare la discarica a Roma e mi si diceva “Roma ha già dato, c’è stata Malagrotta”, ho assistito ad una delibera di Giunta comunale che ha individuato il sito proprio a fianco a Malagrotta, e questo lo trovo davvero poco onesto intellettualmente.

Il 31 dicembre, poi, come nei peggiori periodi.

Dopo quella fase, gli stessi Uffici tecnici che avevano firmato il documento tecnico insieme a Regione e Città Metropolitana hanno istruito degli atti in cui hanno smentito se stessi, perché hanno rilevato l’inidoneità dei siti prima di Tragliatella, poi di Monte Carnevale.

Segue poi, Assessore, la seconda ordinanza.

Mi consenta una provocazione: secondo me, questa seconda ordinanza è frutto di un accordicchio.

Questa seconda ordinanza sostituisce la prima, ma cosa si dice?

Uno, non ci sono più deroghe, quindi noi per assurdo con un’ordinanza andiamo a realizzare una discarica che seguirà la procedura ordinaria, quindi ci vorranno anche due anni magari, con tutte le interruzioni e le integrazioni (questi sono i tempi che viviamo in Regione di solito).

Questa è una grossa contraddizione, perché rischia di decadere il fondamento di urgenza che sta alla base di un’ordinanza.

Due, non ci sono più i poteri sostitutivi; 3) il termine per la realizzazione di questa discarica è al 31/12/2022, cioè quando il mandato della Giunta comunale sarà già scaduto e chissà se ci saremo ancora noi!

Questo secondo me non è prendersi cura delle problematiche dei cittadini e affrontare seriamente, puntando alle soluzioni, le questioni che vengono sollevate, soprattutto perché dilazionando così il termine non abbiamo più tempo per cercare altri siti, perché dobbiamo dare per buoni quelli che abbiamo già trovato.

La domanda è: e se domani il Comune di Roma revocasse Monte Carnevale senza scegliere un sito sostitutivo?

Ecco che tutti gli accordi interregionali, l’export dei rifiuti, il potenziamento degli impianti, che abbiamo detto non essere un problema, decadrebbero, perché tutte le Regioni che ci firmano gli accordi li firmano sulla base del fatto che Roma ha scelto un sito, se Roma revoca, quelli revocano gli accordi.

Tra gli accordi interregionali ricordo quello della Puglia nel 2018 per 60.000 tonnellate, che per Roma sono 40-50 giorni, dell’Abruzzo, prima 10.000 poi estesi a 18.000, sono 20-30 giorni, cioè queste portate non sono mai state sufficienti a dare una soluzione strutturale al problema dello smaltimento nel Lazio, così come l’export dei rifiuti.

Nella seconda ordinanza ci sono semplificazioni per l’export, ma quando si fanno gare per l’export non si presenta proprio nessuno, quindi è inutile semplificare le procedure, non vogliono il rifiuto di Roma, perché il rifiuto di Roma è troppo indifferenziato e di scarsissima qualità…

PRESIDENTE. Consigliere Cacciatore, ha esaurito anche il bonus di Presidente della Commissione.

CACCIATORE (M5s). Vado a chiudere, solo trenta secondi.

Si è parlato di Piano rifiuti, Assessore, e secondo me bisogna dare con istituzionalità, quella vera, conto a quest’Aula, che non le ha dato un mandato, ma che ha espresso un indirizzo.

Si era creata un’ottima atmosfera intorno alla condivisione dell’ATO a sé stante di Roma, che non è una condanna, facendo in modo che Roma aumenti la sua raccolta differenziata e che scelga una o più discariche, senza organico a monte e salvaguardando i suoi siti più a rischio, e lasciando in pace quelli al di fuori di Roma.

Andremo in Commissione, a latere del Consiglio faremo un UdP, dalla settimana prossima siamo in Commissione, Assessore, la aspettiamo, saranno chiaramente la Commissione e il Consiglio a dettare i tempi, non sarà una volata, cerchiamo di sviscerare questo atto con tutti gli interlocutori e approfondirlo nel migliore dei modi.

È necessario però approcciarlo in maniera credibile, senza fare propaganda, senza spararla grossa, né darsi a facili soluzioni, e senza più rispondere ad altre amministrazioni che non siano quella regionale, perché noi diamo l’indirizzo e controlliamo gli atti.

Di conseguenza, la maggior tutela, Assessore, sarà quella credibile, sostenibile, a misura d’uomo, senza quella il Piano sarà l’ennesima carta straccia.

(segue t. 5)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il consigliere Giannini.

Ne ha facoltà.

GIANNINI (Lega). Grazie, Presidente.

Oggi ci ritroviamo di nuovo, per l’ennesima volta a distanza di poco tempo, a   parlare di questo argomento e ringrazio l’Assessore per la tesina che ci ha portato, che non ha mai portato ad una lente di ingrandimento sugli interventi che si vogliono attuare, ma ha cominciato come al solito a dare tutta una serie di linee guida, sempre condivisibili, ma che poi quando rimangono come in tutti questi anni solamente delle buone intenzioni portano a quella situazione di emergenza sanitaria e ambientale che viviamo nella nostra Regione, specialmente nella città di Roma.

Questo delle discariche è un tema pian piano tornato di attualità proprio per una mancanza di scelte in questi anni, perché non sappiamo quanto dei rifiuti urbani verrà poi differenziato, compostato, trattato e smaltito all’interno della nostra Regione, perché ormai ci siamo abituati al turismo forse più redditizio per le altre Regioni, che è il turismo dei rifiuti.

Noi conferiamo e portiamo a trattare i rifiuti in altre Regioni, che come le Marche spesso ce lo riportano trattato, quindi guadagnano su questi impianti di trattamento, poi ce lo riportano e noi poi la parte che non può essere riciclata la dobbiamo portare in discarica.

Quindi, da questo punto di vista dimostriamo tutta la mancanza di scelte per cui la Regione si è contraddistinta, perché in questi sette anni ha praticamente abdicato e si è fatta quasi commissariare dal Ministero perché non ha portato avanti nessuna proposta concreta.

Oggi ho sentito l’Assessore dire che la città di Roma non è autosufficiente.

Ebbene, questo penso si sapesse già da anni, e lo dovevate sapere anche quando in pompa magna chiudevate, con Zingaretti e Marino, Malagrotta.

Bella cosa, ma cosa avete proposto come alternativa?

Il nulla.

Adesso si viene a sapere che, nel momento in cui si va a chiudere Colleferro, ed era giusto magari chiudere quella discarica, poco tempo prima si è chiuso anche un termovalorizzatore.

Bene, chiudiamo tutto, risaniamo sicuramente dal punto vista ambientale, ma poi voglio capire come mai si sono spesi oltre 10 milioni per il revamping del termovalorizzatore di Colleferro e poi queste caldaie giacciono abbandonate in un parcheggio, in un’area di cui paghiamo anche l’affitto.

È come se uno che sa che deve rottamare la propria macchina prima di rottamarla si compra un motore nuovo, poi rottama la macchina e lascia questo motore neanche nel suo box, ma in un terreno di cui paga l’affitto.

Questa è un’altra delle grandi scelte che magari portano a un consenso immediato per vincere le comunali in un paese, ma di cui poi tutta la Regione deve pagare le conseguenze sia economiche che ambientali.

Un’altra cosa abbastanza paradossale è sentirsi dire “noi abbiamo chiesto all’Amministrazione capitolina un impianto”.

Ebbene, l’Amministrazione capitolina, secondo me sbagliando, ha indicato tutta una serie di impianti dove poter realizzare la discarica, c’era Tragliatella, poi c’è stato Monte Carnevale.

Noi abbiamo manifestato insieme ai cittadini perché poi si sono rivelate due ubicazioni per diversi motivi sbagliate.

Ebbene, il PD che chiede al sindaco Raggi di trovare delle localizzazioni, nel momento in cui il sindaco Raggi evidenzia e fa delle delibere e trova queste localizzazioni, poi si presenta in piazza a protestare o addirittura in Consiglio comunale presenta delle mozioni per bocciare queste cose.

Allora, fate un po’ pace con il cervello perché, se chiedete all’Amministrazione comunale di trovare questi spazi, o li trovate insieme visto che siete anche alleati di Governo, e Zingaretti preme tanto per avere un’alleanza organica, oppure non è che ogni volta che la Raggi trova una cosa andate in mezzo ai cittadini a protestare quando siete stati voi a chiedere alla Raggi di individuare delle localizzazioni.

Questa è veramente una presa in giro, che penso i cittadini di tutti i quartieri non si meritino.

Qui, come diceva prima il collega Aurigemma, è un po’ una roulette russa su cui ogni 2-3 settimane si individua un’area e, quindi, i cittadini sono costretti a scendere in piazza, perché nessuno oggi si fida delle Amministrazioni comunali e regionali dato che hanno dimostrato una totale inadempienza in questi anni su questo tema, specialmente sul tema dei rifiuti.

Quindi, oggi non è che uno non vuole la discarica vicino casa, uno non vuole neanche più il cassonetto, perché oggi avere un cassonetto a Roma sotto il proprio portone o accanto vuol dire avere una discarica, vuol dire avere i topi, vuol dire avere i cinghiali, vuol dire avere di tutto.

Quindi, da questo punto di vista si è persa politicamente una credibilità in questi anni, di cui tutti ci possiamo anche far carico, ma di cui voi che avete governato e che state governando da più anni in quest’ultimo lasso di tempo avete la maggiore responsabilità.

Ora ci approcceremo sicuramente.

Abbiamo visto la scadenza del 31 dicembre, dove c’era questa minaccia di commissariamento e questa delibera di Giunta dell’ultimo momento, come si faceva veramente nella vecchia politica, quando si approvavano le cose sotto Ferragosto o sotto Natale, quindi il sindaco Raggi all’ultimo momento ha buttato questa discarica di Monte Carnevale, dove tra l’altro i Cinque Stelle – ricordiamolo – giustamente avevano fatto tutta una campagna elettorale su quello che era uno dei siti, Malagrotta, che dal punto di vista epidemiologico aveva provocato maggiori danni alle persone che vivono nelle aree limitrofe.

Quindi, ironia della sorte, che cosa fa il Sindaco?

Dopo aver vinto anche su questa promessa, trova la prima destinazione utile, anzi la seconda, perché la prima era Tragliatella, che è subito saltata, proprio in quella zona dove aveva promesso di portare una bonifica e un risanamento ambientale.

Io non ho più parole, perché veramente siamo anche stufi di tutti questi “no”.

Abbiamo visto tanti “no” sui termovalorizzatori.

Ebbene, l’Emilia-Romagna, che viene portata come esempio di buon governo, sappiate che ha ben otto termovalorizzatori.

Non saranno sicuramente la scelta più ecologica, però o ci poniamo il problema, anche qui, di aumentare la raccolta differenziata, quindi lo smaltimento e il lavoro su questi rifiuti, ma visto che non ci riusciamo per tutta una serie di motivi e l’AMA va in difficoltà per mancanza di mezzi, per mancanza di personale, per un Piano industriale che manca, per l’approvazione addirittura del bilancio del 2017, che ancora non è stato approvato, per tutta questa serie di motivi, i cittadini hanno piena ragione a non avere fiducia.

È vero che andremo a lavorare in Commissione rifiuti per migliorare quello che sarà un Piano rifiuti, ma grande dovrà essere l’impegno di tutte le forze politiche per poter portare avanti un Piano rifiuti veramente praticabile, che abbia dei risultati che possono essere raggiunti e che non sia, come al solito, il libro dei sogni su cui poi non si potrà fare affidamento e quindi continueremo in questa emergenza che, come ha detto il collega Cacciatore, addirittura si trasla al 31.12.2022.

L’obiettivo della sindaca Raggi, o farsi commissariare o traslare alla prossima Amministrazione, è un problema che in cinque anni non si è saputo affrontare.

Credo che in questa Assise ci siano persone molto preparate.

Noi siamo stati eletti per decidere.

Da questa Commissione, da questo lavoro che faremo congiuntamente esca fuori veramente un dibattito poi di Aula e un Piano rifiuti che tenga conto di tutte quelle che sono le esigenze dei cittadini del Lazio e della Capitale e che, senza pregiudizi ideologici, possa portare a chiudere il ciclo dei rifiuti nella nostra regione.

Grazie.

(segue t. 6)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Pernarella.

Ne ha facoltà.

Ha dieci minuti.

PERNARELLA (M5s). Grazie, Presidente.

Probabilmente non utilizzerò tutti e dieci i minuti perché, in realtà, spero che le diatribe che attanagliano la questione dei rifiuti ormai da sette anni si attenuino.

Questo è il tempo che da questi scranni mi occupo della questione dei rifiuti.

Siamo comunque in un momento in cui da mesi riceviamo le notizie su come la Regione, che ricordo è l’ente competente alla gestione del ciclo dei rifiuti, stia gestendo una situazione che viene definita emergenziale.

Durante lo scorso Consiglio straordinario sui rifiuti io mi sono già espressa su questo tema e non mi ripeterò.

Mi sono già espressa sul fatto, e lo ricorderò solamente a chi avrà voglia di seguire la tematica, che la Regione Lazio e la città di Roma sono in uno stato di emergenza dichiarato, a fasi alterne, ma con una certa continuità, dal 1999.

Dal 1999 chiunque è stato al Governo della Regione in maniera indiscriminata non è riuscito a risolvere questo problema.

Intanto la Regione che cosa fa?

Ha adottato un Piano dei rifiuti.

Ha adottato un Piano dei rifiuti che in tutto e per tutto è una copia del Piano già esistente, perché gli impianti che vengono annoverati all’interno di questo Piano sono sempre gli stessi impianti, con le stesse problematiche, cioè quelle relative all’inquinamento che producono questi impianti, che è certificato puntualmente dall’Agenzia per la protezione ambientale.

In più, parliamo di impianti che sono in fase di esaurimento, se non già esauriti.

Sappiamo, e ce lo raccontano le cronache giudiziarie, che la Regione non è poi così zelante a controllare l’esaurimento delle volumetrie autorizzate.

Ci sono, poi, le questioni politiche perché la questione di Roma è stata gestita in maniera squisitamente politica.

Certo, c’era questo fantomatico tavolo tecnico al cui interno c’erano tutti, dal Ministero in giù, però questo tavolo tecnico, da quello che abbiamo potuto apprendere dai giornali, non è riuscito a far altro che individuare quindici siti, che siti non sono, perché sono quindici ex cave, e da qui ha dato la palla bollente al Comune di Roma, dicendo di individuare all’interno di questi quindici siti il sito per la discarica di Roma.

Roma alle strette, ovviamente dopo due anni di stalkeraggio, ha ceduto ed ha individuato quello che sappiamo, la discarica di Monte Carnevale, la cava di Monte Carnevale.

Gli atti sanno che personalmente sia nella scorsa legislatura che in questa mi sono scagliata apertamente contro la possibilità di inserire in quel sito una discarica di inerti, perché era quella la procedura di valutazione ambientale che è stata fatta su quel sito, ho partecipato personalmente alle Conferenze dei servizi e ho scritto diversi atti per scongiurare questa eventualità in un sito, già gravato, con intorno altre situazioni compromesse, perché ci sono altri impianti molto pericolosi, non c’è il rispetto della Normativa Seveso e tutta una serie di difficoltà che vedremo come la Direzione regionale supererà in fase di approvazione amministrativa delle modifiche che sono state e dovranno essere apportate al progetto e che la Direzione regionale si troverà a dover valutare.

Certo, le notizie di cronaca di questi ultimi giorni che individuano tra i vari proprietari di quel sito anche un noto imprenditore di rifiuti che gestisce già la discarica di Frosinone, con i risultati e le modalità in cui questo impianto viene gestito e con le mille deroghe che la Direzione regionale ha dato in questi anni a questo centro per il superamento dei VOC e soprattutto il fatto che la Regione non ascolti la Provincia di Frosinone, che ha fatto un’ordinanza di pericolosità ambientale di quella discarica, e continui a fare orecchie da mercante.

La Regione fa orecchie da mercante sia sulla questione ambientale, cioè il fatto che questi impianti inquinino e che l’inquinamento sia certificato e che siano inquinanti per un atteggiamento lassista dei gestori non interessa, come avrò detto mille volte da che sto qui dentro non ho mai visto un atto della Direzione regionale che andasse a limitare o controllare i gestori di questi impianti.

Ho però visto altri atti della Regione, ho visto ad esempio l’ordinanza che è uscita ad agosto, in cui il Presidente della Regione Lazio chiedeva di portare al massimo tutta l’impiantistica esistente nella Regione Lazio, fregandosene completamente del fatto che molti impianti sono sopra autorizzati, fregandosene del fatto che, nel caso in cui questi impianti andassero veramente a regime al massimo della capacità, non verrebbero rispettate le BAT.

La Regione chiede agli impianti che ha sovra-autorizzato di funzionare al massimo e quindi di non rispettare le BAT, è un cane che si morde la coda.

Questo tavolo tecnico e questo tavolo politico a cosa hanno portato hanno portato?

Hanno portato a una falsa soluzione del problema, perché le volumetrie che un giorno, quando sarà finito l’iter, potranno ospitare la discarica di Roma sicuramente non saranno sufficienti a porre fine al problema emergenziale.

L’Assessore diceva che Roma non è autosufficiente, ma le dò una notizia, Assessore: nessun ATO della Regione Lazio è autosufficiente, ma lei lo sa bene, perché sono partite in questi giorni delle lettere che sono arrivate anche alle altre Province, gettando nel panico e nell’allarmismo tutti i Comuni che adesso stanno facendo la conta a chi si deve prendere la discarica.

Peccato, però, che ci sia una sentenza del TAR di questi giorni che risponde a un ricorso al TAR fatto da un proprietario di impianti proprio su quella famosa ordinanza di agosto.

Il TAR, non per la prima volta, ma per la terza volta, dice alla Regione Lazio che ha tempo, in questo caso 180 giorni, per individuare il sito (non parla di diversi siti) dove poter conferire il residuo della lavorazione dei TMB della Regione Lazio.

Come non avete ottemperato alle sentenze n, 1 e n. 2, come non ottemperate a quanto vi segnala la Comunità Europea, non credo che in 180 giorni la Regione Lazio potrà ottemperare a quanto richiesto dal TAR qualche giorno fa, quindi siamo sempre nella stessa condizione, c’è un sistema di rifiuti che è non gestito, che è in balìa delle volontà del privato, c’è una Giunta regionale che propone un Piano che non ha una visione e una soluzione del problema.

Noi nel nostro piccolo la soluzione del problema ve la proponiamo e ve la ventiliamo da almeno sette anni, però è ovvio che mettersi contro determinati meccanismi che hanno gestito la Direzione rifiuti negli scorsi venti anni in Regione Lazio è difficile da scardinare, ma non ci sembra ci sia la volontà.

Occupo gli ultimi secondi per fare un piccolo accenno alla questione di Borgo Montello.

Questo è un altro caso eclatante, perché, sebbene il Comune porti avanti una Conferenza dei Servizi sulla bonifica del sito di Borgo Montello e sebbene l’ARPA trasmetta pareri completamente negativi nei confronti della riapertura di questa discarica, che è inquinata e in cui le attività di bonifica non hanno portato neanche miglioramenti della situazione dell’inquinamento, la Regione va avanti e fa l’ennesimo ricatto alla Provincia di Latina, “o individui la discarica (quindi il panico tra i Sindaci) oppure riapro Borgo Montello”.

Lo dico qui pubblicamente, in modo che lo sappiano tutti: Borgo Montello non può essere riaperta, perché c’è una serie di situazioni, oltre ovviamente al parere del Comune e di ARMA, che non è cosa da poco, per cui sarebbe una scelta politicamente scivolosa, anche perché tutti sappiamo chi sia tra i proprietari della discarica gestita da Ecoambiente, sappiamo che il signor Cerroni, uno dei proprietari della società, ha già scritto lettere molto chiare, con velate minacce sia alla Direzione regionale che al Comune di Latina, ricordiamo benissimo quando è entrato in questo Consiglio regionale per ricordare a tutti quali sono stati i suoi meriti nella gestione dei rifiuti della Regione Lazio negli ultimi vent’anni.

Fino a quando non si avrà il coraggio politico (questa volta sì) di mettersi contro determinate situazioni, la Regione Lazio non uscirà dalla situazione di crisi e di emergenza rifiuti.

A noi non sembra sinceramente che questa Giunta abbia la capacità politica di dire basta a questo andazzo, che ha portato avanti nel Lazio la gestione dei rifiuti tra sentenze del TAR, sequestri della Procura e quant’altro, senza che la politica e la Regione facesse minimamente il suo lavoro.

(segue t. 7)

PRESIDENTE. Grazie, consigliera Pernarella.

Ha chiesto di parlare il consigliere Ciacciarelli.

Ne ha facoltà.

Ha dieci minuti.

CIACCIARELLI (Lega). Grazie, Presidente.

Grazie, Assessore, per averci illustrato, anche se in maniera abbastanza succinta, perché nei prossimi giorni, a quanto ho capito, c’è la volontà di discussione in Commissione rifiuti di questo Piano, ma soprattutto mi auguro che da parte della maggioranza ci sia la volontà di condividere con tutta l’Aula quelle che possono essere le prerogative e soprattutto le soluzioni di un problema che sta mettendo, secondo me, in ridicolo il Lazio, perché ormai quando si parla del Lazio e di Roma purtroppo a livello nazionale e internazionale ci associano a coloro che non riescono a gestire la situazione dei rifiuti del Lazio.

Sono anche di queste ore le immagini che campeggiano soprattutto su tutti i social che soprattutto a Roma ancora non si riesce a dare una soluzione definitiva a un problema che per tante capitali europee è una ricchezza, invece per il Lazio e per Roma è diventato una grande iattura.

Ebbene, mi auguro che le linee guida di questo Piano rifiuti del Lazio possano prevedere quello che l’Aula ha già più volte ribadito nei tanti Consigli regionali chiesti dall’opposizione sul tema, come se questo fosse un problema solamente di una certa parte politica.

Io penso che quello dei rifiuti sia un problema che deve essere affrontato e risolto da tutti i partiti politici che governano questa Regione, da parte della maggioranza e della minoranza, ma soprattutto è un problema che non può essere affrontato così come è stato affrontato fino a questo momento, e cioè con uno scaricabarile tra Roma Capitale e Regione Lazio.

Noi abbiamo assistito alle molteplici richieste sulla volontà di creare degli ATO che possano rendere quantomeno autonome le province, come del resto accade già.

Lo abbiamo ribadito più volte, assessore Valeriani: noi abbiamo modelli che funzionano.

Il modello Frosinone fino a prova contraria funziona sia per la provincia di Frosinone sia addirittura per andare in soccorso delle altre province del Lazio, perché quello che accade è quello che noi vediamo ogni giorno, con un aggravio della mole dei rifiuti che vengono trasportati nella provincia di Frosinone, con un aggravio della quantità di automezzi che ogni giorno arrivano nella provincia di Frosinone portando ulteriore inquinamento, in una provincia, del resto, Assessore, provincia che lei conosce bene, già oggetto di una gravissima situazione di inquinamento, che è quella della Valle del Sacco, altro annoso problema.

Addirittura – mi auguro che non sia così, comunque leggeremo approfonditamente il documento che presenterete – si vuole, insieme a coloro che gestiscono la Provincia di Frosinone, persone del suo stesso partito, individuare un ulteriore punto di smistamento e di stoccaggio dei rifiuti del Lazio.

Quindi, se questa è la volontà di questa Amministrazione, e cioè non creare degli ATO autonomi, non creare un ATO autonomo per Roma Capitale, voler continuare con questa gestione che serve solo a incrementare i costi del trasporto dei rifiuti…

Del resto, oggi che cosa si sta facendo?

Si stanno solamente incrementando quelle che sono le spese di trasporto per cercare di tamponare un problema, spendendo migliaia e migliaia di euro, senza però trovare una soluzione definitiva.

Quindi, laddove invece il sistema funziona, come del resto, le dicevo, nella provincia di Frosinone, dove vengono smaltiti i rifiuti della stessa provincia e dove addirittura non solo arrivano a discarica, ma vengono anche trattati dai termocombustori, che vorrei ricordare sempre allocati in quella provincia, che gestiscono rifiuti provenienti anche da altre province e da Roma, ecco in quelle province bisognerebbe fare un discorso un po’ diverso, anzi magari pensare di iniziare a prevedere delle premialità.

Guardi, Assessore, il problema serio è che poi i cittadini, soprattutto i cittadini romani, visto questa gestione scellerata dei rifiuti che è stata fatta fino a questo momento e che va avanti da anni, perché non è un problema che si sta verificando solamente in questa consiliatura, ma anche nelle consiliature precedenti – badate, io faccio un discorso al di là delle appartenenze politiche –, che purtroppo si riverbera sulle tasche dei cittadini perché, avendo un costo così elevato a tonnellata di rifiuti da smaltire, poi è chiaro che i Comuni devono, a loro volta, recuperare i costi mettendoli in bolletta.

Oggi affrontare questo tema significa dare un ristoro ai cittadini in termine di una minore tassazione, ma soprattutto io aggiungerei in questo Piano rifiuti, anzi lo proporrò con un mio emendamento ad hoc, una premialità per le Province che riescono ad essere autosufficienti, perché non è possibile che ci sono Province che si organizzano, che si strutturano, che si sacrificano, che vanno a trovare un’azione, un monitoraggio perfetto della gestione dei rifiuti provinciali che sono equiparate ad altre Province che, invece, non riescono a chiudere il proprio ciclo rifiuti.

Penso che queste premialità debbano essere contemplate in questo Piano rifiuti, ma soprattutto che un’azione sinergica tra i territori debba essere messa in campo per cercare di scongiurare quello che è accaduto.

Noi, purtroppo, ci preoccupiamo dell’emergenza solamente quando si arriva alla scadenza di una determinata data.

Ci preoccupiamo dell’emergenza quando si è sotto le vacanze di Natale perché Roma va sotto i rifiuti e quindi siamo obbligati poi ad avere dei piani di emergenza, come non ci stiamo preoccupando del periodo della pausa estiva che ci sarà tra qualche mese, perché è vero che mancano sei mesi per la pausa estiva, ma non ci stiamo preoccupando di quello che accadrà poi a Roma.

Affrontiamo il problema solamente con l’emergenza, perché con l’emergenza si possono effettuare i decreti commissariali, si possono obbligare le Province del Lazio a ricevere i rifiuti, si possono obbligare i Sindaci a non poter portare avanti alcune battaglie, come quella che sta avvenendo a Roccasecca, dove, addirittura, si è concesso un ampliamento di una discarica con vincoli archeologici che aveva posto la stessa Regione, quindi la Regione da una parte pone i vincoli e dall’altra dà la concessione per aumentare la cubatura dei rifiuti, perché di questo parliamo.

Così come le promesse fatte per l’ammodernamento degli impianti pubblici per la gestione dei rifiuti.

Vorrei ricordare che è stato fatto più volte cenno alla volontà di aiutare i Sindaci della Provincia di Frosinone per poter ammodernare l’impianto pubblico della SAF, ma questo non è avvenuto ancora e quindi ci troviamo ancora a gestire una situazione che ad oggi non trova una risposta certa, provocando un aumento del costo dei rifiuti anche per quella Provincia, perché l’umido non può essere smaltito sul quell’impianto e quindi bisogna trasportarlo altrove, pagando centinaia di euro in più che gravano sui cittadini.

Vorrei far capire l’importanza delle decisioni che noi dobbiamo prendere su questo tema.

Non è una decisione che non si ripercuote sui cittadini del Lazio, si ripercuote in termini economici, in termini di salute, in termini di aggravio soprattutto del Sistema sanitario regionale, perché con una salute precaria dovuta all’inquinamento, ma non lo dico io, lo dicono i dati dell’Associazione dei medici per l’ambiente, perché l’aggravio, ad esempio, sulla Provincia di Frosinone del traffico veicolare porta a una serie di problematiche respiratorie per quel territorio, e quindi un’azione ancora più sinergica deve essere fatta sull’ospedale di Frosinone, quindi ulteriori risorse spese per la sanità regionale.

Questa decisione, questo Piano dei rifiuti deve essere, secondo me, Presidente – lei conosce bene le realtà di cui sto parlando – per la prima volta portato ad avere una discussione con una sinergia e una unanimità delle forze politiche che rappresentano quest’Aula, perché non può essere un problema affrontato così, con un’alzata di mano per una approvazione semplice, perché ci sono i numeri della maggioranza, ma penso che debba essere un problema affrontato da tutte le parti politiche.

Di spunti buoni ne ho sentiti dai tanti colleghi che sono intervenuti e quindi ritengo che si possa migliorare e trovare una soluzione definitiva al problema annoso per il Lazio.

Grazie.

(segue t. 8)

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Ciacciarelli, anche per essere stato nei tempi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Parisi.

Ne ha facoltà. Ha massimo 20 minuti.

PARISI (Laz18). Sarò molto più breve.

Solo per sottolineare il fatto che l’assessore Valeriani, nel suo intervento, richiama le responsabilità trentennali della politica nella Regione Lazio per la situazione nella quale ci si trova oggi, però omette di dire che, come è stato detto da altri colleghi, gli ultimi sette anni sono stati gestiti dalla Giunta Zingaretti e che in questi sette anni nulla è stato fatto per paura di fare.

Sono state dette tante cose, è inutile che le ripeta, sono d’accordo con molti colleghi e con altri meno, ma se ne discuterà quando si presenterà il Piano dei rifiuti.

Una sola cosa chiedo all’assessore Valeriani: di non dare informazioni sbagliate sulla questione dei termovalorizzatori.

Quando lei dice che nell’Unione europea si è deciso di smantellare i termovalorizzatori entro il 2030, lei omette di dire che questo vale solo per le tecnologie obsolete.

In Europa si stanno facendo nuovi termovalorizzatori tuttora, come è stato detto da qualche collega, nella Regione dove domenica avete vinto e dove avete governato per settant’anni ci sono molti termovalorizzatori.

Zingaretti ha paura di prendere decisioni ed è evidente che oggi questo nuovo mood che arriva a Sinistra di un forte accordo, di una forte integrazione tra l’ormai debole Movimento 5 Stelle e Zingaretti porterà a un totale blocco di qualsiasi tipo di iniziativa.

È importante (su questo fronte saremo sempre in disaccordo) che non si raccontino bugie intorno a questo, non si richiami l’Unione europea, perché l’Unione Europea non ha preso nessuna decisione in questa situazione, se non quella di smontare entro il 2030 gli impianti obsoleti, quindi quando lei dice che non c’è tempo per fare impianti nuovi perché dovrebbero essere smantellati entro il 2030 dice una cosa non vera, che credo che nella condizione in cui oggi si trovano la nostra Regione e la nostra città sia un atto di irresponsabilità.

Quando poi lei dice che ormai dal Piano del 2012, Assessore, in questi anni non è stato presentato nessun progetto per nuovi termovalorizzatori è evidente che non è stato presentato né dal pubblico, né dal privato, se non A2A l’anno scorso, esclusivamente perché non c’è stata alcuna iniziativa che promuovesse gli investimenti in nuovi impianti di termovalorizzazione in questa Regione negli ultimi sette anni, cioè da quando voi governate.

La prego, quindi, siccome dovremo discutere di questo nel prossimo futuro, almeno mettiamoci d’accordo sulle cose da non dire, perché credo che siano cose che non aiutino la verità e non aiutino una decisione dove la consapevolezza sua e della classe politica della Regione e dell’opinione pubblica devono essere come minimo trasparenti.

Siamo in una Regione ultima tra le ultime in Italia e in Europa, abbiamo esempi eccellenti di Regioni ben gestite anche governate dalla Sinistra, quindi credo che per dignità dovreste evitare di ricorrere a questo tipo di disinformazione, che credo che non aiuti nessuno.

Grazie.

(segue t. 9)

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere.

Un invito per organizzare bene la seduta: ci sono altri Consiglieri che devono iscriversi a parlare, oltre al consigliere Simeone?

Bene.

Ha chiesto di parlare il consigliere Simeone.

Ne ha facoltà.

Ha venti minuti a disposizione.

SIMEONE (FI). Grazie, Presidente.

Sarò più breve, quindi non utilizzerò i venti minuti.

Assessore Valeriani, questo Consiglio si è reso necessario all’indomani di quella sentenza del TAR che obbliga la Regione Lazio a individuare una serie di siti per discariche, ove allocare i rifiuti che vengono trattati nei TMB.

Siccome in questa materia sei mesi è un tempo relativamente breve, era necessario capire cosa fosse nella programmazione della Giunta Zingaretti, cosa nella programmazione dell’assessore Valeriani.

Nell’intervento che lei ha fatto e anche nella nota che ci ha dato non si evidenzia questo aspetto, non si dice come la Regione intenda ottemperare a quella sentenza, questo è un tema che mercoledì, se sarà il giorno in cui la Commissione comincerà ad esaminare il Piano regionale dei rifiuti, sarà il primo punto che merita secondo me un approfondimento e una risposta.

Nella relazione lei fa riferimento (l’ha detto bene nell’intervento) al fatto che nei quattro anni che hanno preceduto questo momento non c’è stata alcuna presentazione, se non una timida presentazione nel 2019 di un termovalorizzatore a Tarquinia, ma vorrei vedere, Assessore, perché l’ostilità di questa Giunta verso questa tematica è stata sempre forte, in tutte le salse, in tutti i documenti voi avete sempre sostenuto che questa Regione non ha bisogno di ulteriori termovalorizzatori.

L’avete detto anche all’indomani del decreto del Ministro Galletti, che, stante la produzione di rifiuto CDR e CSS e il sottodimensionamento degli impianti per il fabbisogno, sollecitava la Regione addirittura al quarto termovalorizzatore.

Oltre a quello di San Vittore, oltre a quello di Colleferro, ce ne voleva assolutamente un altro, perché della produzione di questo CDR la Regione deve farsi carico, o almeno questo è uno dei punti focali del Piano regionale dei rifiuti.

Noi chiediamo la chiusura del ciclo all’interno degli ATO, ma dobbiamo pretendere la chiusura del ciclo all’interno della Regione.

Mi diletto a verificare sempre qual è la produzione dei rifiuti e i dati ISPRA 2018 dicono che nel Lazio si producono 3.027.000 tonnellate di rifiuti nella sua complessità.

Di questi, 1.433.000 vengono raccolti in maniera differenziata e 1.594.000 in maniera indifferenziata, quindi nel Lazio siamo ancora al 47,34 per cento dei rifiuti.

Se questo è vero e se è vero che da mercoledì prossimo dobbiamo cominciare ad esaminare il Piano regionale dei rifiuti senza nasconderci nulla, senza nascondere i rifiuti sotto il tappeto, dando le risposte a quello di cui necessita oggi questa Regione, se questo è vero, oggi con questa produzione si producono 717.000 tonnellate di CDR o CSS, a noi necessitano impianti capaci di trattare almeno questo quantitativo.

Oggi noi abbiamo nel Lazio un solo impianto, a San Vittore del Lazio, che riesce a soddisfare un terzo di questa produzione, e gli altri due terzi?

Cominciamo anche qui a fare il giro d’Italia o d’Europa?

Questo è un punto che noi dobbiamo affrontare e risolvere, ma quand’anche volessimo ragionare a regime (mi resta difficile capire che nel 2025 riusciremo ad arrivare a quella percentuale) comunque la produzione del CDR o CSS scenderebbe a 450.000 tonnellate, quasi il doppio della potenzialità dell’unico termovalorizzatore di San Vittore del Lazio.

Per la restante parte che facciamo, cominciamo il giro d’Italia e il giro d’Europa?

Su questo, Assessore, dobbiamo confrontarci, perché i ritardi stanno in capo a tutti quanti.

Non è un fatto irrilevante che questa Amministrazione Zingaretti, a dicembre 2013, aveva assicurato dicendo: questa Regione avrà un nuovo Piano regionale dei rifiuti.

Da dicembre 2013 sono passati diversi anni e questa Regione ancora non ha un Piano regionale dei rifiuti.

Poi, Assessore, se degli atti che fa questo Consiglio bisogna tenere conto, le vorrei ricordare che nel Consiglio dedicato ai rifiuti, nel mese di novembre, questo Consiglio, all’unanimità o quasi all’unanimità, ha approvato un importante ordine del giorno dove ha detto che questa Regione ha bisogno di sei ATO, non cinque, sei, e il sesto è quello di Roma, perché Roma non è una città come Formia, la mia città, Roma è una città che produce qualcosa come 1.728.000 tonnellate di rifiuti l’anno, più della metà dell’intero rifiuto che si produce nel Lazio.

Quindi, non è un assunto questo che lei ha scritto qui che con l’individuazione del sito di smaltimento da parte del Campidoglio viene meno la necessità di istituire il subambito di Roma Capitale.

Noi siamo andati oltre, Assessore, e lei era presente in quel Consiglio.

Questo Consiglio ha detto che Roma deve essere ambito, alla pari degli altri. Quindi, non cinque ATO, sei ATO, con quello di Roma, perché noi dobbiamo dare a tutti la possibilità e l’onere evidentemente di chiudere il ciclo all’interno della propria produzione.

Quindi, Roma lo chiuderà dentro Roma, così la provincia di Roma all’interno della sua provincia, così le altre province di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo.

Ognuno dovrà pensare a chiuderlo in maniera ragionevole e in maniera anche sofferta, ma devono farlo; sennò, ci sarà qualcuno che lo farà al posto suo.

Su questo concordo con lei: noi dovremo assegnare un tempo entro il quale le Province e gli ATO dovranno definire e assicurare la chiusura del proprio ciclo dei rifiuti.

Altrimenti, la Regione dovrà, obtorto collo, esercitare il potere sostitutivo.

Con queste cose, Assessore, ci appresteremo, da mercoledì, a seguire l’iter del Piano regionale dei rifiuti, ma con questi punti.

Noi non vogliamo nascondere il rifiuto.

Il rifiuto c’è e bisogna dare una risposta.

La demagogia oppure le scelte demagogiche, le scelte che vanno a prescindere da tutto, come quella di dire “niente termovalorizzatori”, va bene, niente termovalorizzatori, però diteci quell’altra parte del CDR prodotto dove dovrà andare a finire.

Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Simeone.

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi.

Ne ha facoltà. Ha massimo venti minuti.

TRIPODI (Lega). Presidente, prenderò sicuramente minor tempo, pure perché stiamo rivedendo quanto già detto in altre aule, in altri Consigli, ma soprattutto i colleghi che mi hanno preceduto sono già intervenuti sui drammi che vive la regione Lazio in virtù dei rifiuti, ma soprattutto in un Piano dei rifiuti, come ho detto più volte, dove secondo la Lega e secondo me non ci sono tantissime criticità sull’attivazione di questo Piano.

Parto proprio dal fatto che questo Piano prevede una differenziata del 70 per cento al 2025, quando solamente negli ultimi due anni a livello regionale la differenziata è aumentata di due punti.

Ancor peggio è la situazione se parliamo del Comune di Roma: addirittura è indietreggiata di 1,1 punti.

Perciò, sono obiettivi che, secondo noi, sono inarrivabili, non ci sono possibilità.

Ma soprattutto quello che ci preoccupa è che questo Piano dei rifiuti apre a un grande dramma, appunto quello delle discariche.

Qui si parla di tutto, tranne che del reale problema, delle reali esigenze che hanno i territori, quelle della chiusura totale delle discariche, di parlare di impianti diversi, di parlare di termovalorizzazione.

Si potrebbero fare tantissimi esempi, ma voglio venire proprio agli impianti che sono in Emilia-Romagna viste le ultime vicende che sono successe proprio in quella Regione, una Regione che ha attivato e ha fatto aprire più impianti di quelli che c’erano precedentemente, perché ha capito che è l’unica soluzione che possiamo mettere in piedi per eliminare o per tamponare questo problema dei rifiuti.

Pure se si arrivasse a una grande differenziazione dei rifiuti, a un grande lavoro per ridurre il più possibile, comunque una percentuale rimane sempre da qualche parte.

Noi mandiamo questi rifiuti all’estero pagando, mandiamo questi rifiuti in Friuli Venezia Giulia e in Veneto pagando dove, invece, in altre Regioni diventano un valore e oltre a creare posti di lavoro creano naturalmente ricchezza per il territorio.

C’è un’errata, e continua a esserci ancora, interpretazione, soprattutto da parte del presidente Zingaretti, di questa normativa europea, che non parla di non aprire altri impianti, ma parla specificatamente di ristrutturare, di fare dei revamping degli impianti esistenti e renderli innovativi con un controllo ben preciso e dettagliato sulla gestione di questi impianti.

Devono essere funzionali, controllati, corretti per dare un servizio alla collettività. Secondo noi, il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso nelle Province e di questo non se ne parla in questo Piano, che è una cosa fondamentale e importante.

Non può più succedere quello che succede oggi, che spesso e volentieri i rifiuti di Roma vengono portati in provincia di Latina, vengono lavorati e naturalmente la rimanenza, invece di tornare su Roma, viene messa nelle varie discariche che sono in Provincia di Latina.

Ho una seria preoccupazione sulla discarica di Borgo Montello, per non parlare della SEP di Pontinia, naturalmente sotto indagine, sotto controllo dalla magistratura.

La Regione Lazio dà un ampliamento maggiore a una struttura che ancora non si capisce se ha fatto un buon lavoro oppure no.

Da come sembra, no in virtù del fatto di aver usato dei rifiuti non consoni a quell’impianto. Possiamo entrare in merito a tantissime cose.

Quello che ancora più mi crea dubbi è proprio l’autorizzazione firmata il 23 dicembre dell’impianto di via Canestrini.

Questo impianto sta proprio in un centro d’inchiesta della DDA di Roma “Smoking Fields”.

Questo impianto è stato ampliato.

È stato dato un ampliamento che naturalmente crea dei problemi, perché è un ampliamento in altezza, invece di cercare di frenare quell’attività che sembra che sia non corretta.

Si faccia un punto.

Speriamo adesso che andando questo Piano di rifiuti nella Commissione competente dia l’opportunità di entrare nel merito alla reale situazione e che non sia un libro dei sogni e rimanga tale; che si faccia una reale discussione per cercare di ottemperare a questo gravissimo problema dovuto anche al fatto della non azione delle varie Amministrazioni, in modo particolare dell’Amministrazione della Regione Lazio e dell’Amministrazione Raggi per quanto concerne Roma.

Noi staremo sul pezzo, controlleremo, continueremo a fare le nostre battaglie perché riteniamo che i rifiuti come la sanità siano i due mali peggiori che può avere la Regione Lazio a scapito dei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, collega Tripodi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Patanè.

Ne ha facoltà.

È l’ultimo intervento.

Ha dieci minuti.

PATANÈ (Pd). Grazie, Presidente.

Come al solito, quando sento parlare di rifiuti dai colleghi mi trovo ad apprezzare molte delle cose che sono state dette e a condividere molti dei pensieri, non da ultimo quello che il consigliere Simeone ha detto o perlomeno l’approccio che si ha quando si parla di problemi così importanti e così prioritari rispetto alle emergenze che stiamo vivendo.

Per cui, riprenderò, se mi sarà consentito, molte delle cose che sono state dette, cercando anche di dare un contributo.

Luci e ombre, Assessore, rispetto a tutto quello che è accaduto.

Innanzitutto, l’iniziativa della Regione, vorrei dire le due iniziative della Regione, le due ordinanze, quella estiva e quella del 27 novembre: hanno prodotto risultati certamente positivi.

Di questo la voglio ringraziare e voglio ringraziare il lavoro che lei ha svolto e quello del presidente Zingaretti.

Sono risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Almeno nella città siamo usciti da una situazione che era davvero indecorosa, al limite dell’emergenza sanitaria per le nostre scuole e per i nostri quartieri.

Si è raggiunto questo risultato ponendo, come il Consiglio aveva chiesto e come lei aveva individuato in una strategia corretta, alcune prescrizioni e alcuni obblighi, che per fortuna, grazie a una insistenza, senza autoritarismi, senza commissariamenti, ma con un’azione determinante da parte dell’Istituzione Regione nei confronti di un Comune che non era e non è in grado di gestire questa partita, alcune cose sono riusciti a fare.

Vorrei dire che siamo riusciti a porre in essere questi quattro siti di trasferenza che hanno alleviato di molto la situazione.

Siamo riusciti, insieme all’aiuto di Invitalia, a fare questo bando, che ci consentirà nel periodo transitorio di portare i rifiuti all’estero. Badate, dico “ci consentirà” non perché lo facciamo noi, ma perché come comunità, visto che il Comune di Roma non è in grado di fare questo lavoro, ce ne stiamo prendendo carico tutti quanti.

Siamo riusciti a fare, grazie all’ordinanza, una cosa molto importante, che anche nel metodo cambia un po’ il nostro modo di ragionare: siamo riusciti a far sì che il Comune di Roma abbia riconosciuto, per la prima volta, la necessità che impianti industriali di gestione e smaltimento del ciclo dei rifiuti debbano essere realizzati all’interno della città.

Fino a questo momento, in due anni di discussioni, l’assurdo, il paradosso di tutto questo era che il Comune di Roma e l’Amministrazione comunale di Roma non riconoscessero che Roma doveva gestire e smaltire i suoi rifiuti all’interno del Grande raccordo anulare, ma che tutto quanto si dovesse e potesse fare anche al di fuori. Era ed è un metodo sbagliato.

Badate, non è soltanto sulla gestione dei rifiuti, quelli ordinari, quelli che i cittadini producono e che devono essere gestiti e smaltiti, ma su tutto è così.

Pensate alla vicenda dei rottamatori, che è un pezzo molto importante dei rifiuti di Roma, e vedete come la si sta gestendo, sempre con lo stesso metodo.

Sono pieni i nostri, almeno quelli regolari, non si danno le autorizzazioni e i nostri veicoli dove vengono smaltiti?

Fuori!

Ma questo che cosa comporta?

Comporta un aumento dei costi per i cittadini, comporta un aumento dei costi per i rottamatori, comporta un aumento dei costi sociali e ambientali perché le bisarche da Roma devono partire e andare altrove.

È lo stesso metodo.

Allora, il risultato di questa ordinanza del 27 novembre è che il Comune di Roma dice finalmente “sì” agli impianti industriali di gestione dei rifiuti all’interno della città.

Fino a questo momento neanche un chilo di immondizia viene smaltito all’interno della città, nonostante, come prima diceva giustamente il consigliere Simeone, ma anche l’assessore Valeriani, più del 60 per cento dei rifiuti viene prodotto all’interno della città di Roma.

Quindi, siamo riusciti forse in un piccolo cambio culturale, che spero possa segnare il passo rispetto alle politiche per il futuro.

La terza cosa è che siamo riusciti in una situazione disastrata di AMA.

D’altronde, quando l’assessore Valeriani dice giustamente “attenzione, perché ciascuno deve svolgere la propria funzione, la Regione deve fare la propria funzione, quindi legiferare e pianificare, la Provincia deve individuare i siti dove fare gli impianti, ma il Comune deve gestire i propri rifiuti”, mi chiedo: ma chi è che gestisce i propri rifiuti?

Li gestisce l’azienda che gestisce i rifiuti a Roma, cioè l’AMA, che è in una situazione disastrata.

Non vengono approvati i bilanci dal 2017, e non c’è un piano industriale.

Finalmente, grazie al lavoro che la Regione ha fatto, AMA si è impegnata entro marzo ad approvare, vivaddio, i bilanci del 2018, del 2019, e forse anche un piano industriale, che ci dirà che cosa?

Vedete?

La sindaca Raggi si è molto arrabbiata perché l’assessore Valeriani ha detto una cosa vera.

E quando tu dici la verità, la verità fa male.

Ha detto un’espressione forte, che io ripeto perché è la verità.

Dice: ma voi state trasformando l’AMA in un’azienda di operai, in una cooperativa di operai.

È esattamente questo.

Che cosa succede?

Che AMA sopporta i costi, cioè si occupa dello spazzamento, si occupa dell’igiene ambientale, quindi con un contratto di servizio, il Comune paga e quelli spazzano.

Ma la parte dei ricavi, cioè la parte della gestione delle risorse, quella che vuol dire attraverso gli impianti ricavare, avere il ricavo, non ce l’ha, la fanno altri.

Io allora spero che questo piano industriale possa servire per dire come AMA può gestire l’integrità, l’interezza del ciclo dei rifiuti, cioè il tema della riduzione dei rifiuti, il tema del riuso e del riciclo, il tema del trattamento meccanico biologico.

Attenzione, quando si parla di impianti.

Io sento la consigliera Pernarella che continua, come un mantra, a dire che il problema è Cerroni.

Quello ha gli impianti, ha il trattamento meccanico biologico.

Perché l’AMA non realizza impianti di trattamento meccanico biologico, se questo è il problema?

Se il problema è Cerroni, li realizzasse, ci facesse alcuni progetti di impianti e li realizzasse; sostituisce Salario con un’altra cosa.

Invece, tutto questo non si fa, e continuiamo a prendercela con Cerroni.

Ma quello fa il lavoro suo, fa l’imprenditore.

Non solo, ma qual è il punto?

Che abbiamo sostituito Cerroni con altri imprenditori: questo è il punto, nell’assenza dell’Amministrazione comunale, e nell’assenza anche di una politica dei rifiuti.

Poi i pezzi di imprenditoria si infilano dentro gli spazi che vengono lasciati.

E la parte delle risorse?

Perché è vero quello che dice Valeriani?

Perché nella parte delle risorse non ci si infila il pubblico, che noi vorremmo, noi vorremmo che l’AMA gestisse dall’inizio alla fine il ciclo dei rifiuti, invece succede quello che dice Valeriani, che nella parte dove ci stanno le risorse ci si sta infilando qualcun altro, mentre qualcuno riprende il mantra di Cerroni.

Io dico allora con grande sincerità, che l’assessore Valeriani ha ragione, per cui, non soltanto Roma non è autosufficiente per gli impianti, ma ragazzi, non siamo usciti neanche dall’emergenza.

Siamo nel pieno della emergenza dei rifiuti.

Badate: questa visione degli impianti la fanno diventare una sorta di questione ideologica, per cui uno è a favore o contro gli impianti, ha ragione il consigliere Simeone, ha ragione il consigliere Parisi…

C’erano gli “ismi”, il liberalismo; adesso uno deve essere impiantista, o non impiantista.

Ma un impianto serve nel momento in cui tu hai un problema reale, e laicamente dici: mi serve l’impianto per gestire quella determinata cosa, ha ragione Simeone.

Dice: scusate, noi produciamo un tot di CDR, o CSS (tra l’altro, vorrei dire che nessun impianto della nostra Regione produce CSS, fino a questo momento, producono tutti combustibile di scarsa qualità); ma al di là di questo, produciamo una tot quantità di CDR?

Abbiamo necessità di impianti per smaltire quella quantità di CDR, non c’è bisogno di essere a favore o contro il termovalorizzatore.

Se tu produci quel materiale, o te lo mangi, o la fai trattare dentro un impianto di smaltimento: mi sembra una cosa talmente banale che essere a favore o contro un determinato impianto è una follia.

Allora il punto, e tentiamo di essere quanto più pratici possibile, e ho finito, signor Presidente, non le rubo più tempo, è che nel Piano rifiuti noi dobbiamo ispirare la nostra azione a due princìpi: il principio di autosufficienza, e il principio di prossimità.

Autosufficienza perché ogni ambito territoriale deve essere autosufficiente nella gestione dei suoi rifiuti.

Seconda cosa: deve essere prossima, cioè il conferimento dei rifiuti deve essere prossimo.

Prossimo vuol dire che noi non dobbiamo andare a conferire i rifiuti a 300 chilometri di distanza, ma bisogna conferirli all’interno dell’ambito.

Di fronte all’inaffidabilità, questa gliela consegno, assessore Valeriani, del Comune di Roma, e anche qui, va bene tutto, ma abbiamo detto: grande rispetto per chi si assume le responsabilità, grande rispetto per il Comune di Roma, che ha scelto finalmente una discarica; poi dove la vanno a scegliere la discarica?

La vanno a scegliere a Valle Galeria, che è uno dei siti più provati, da questo punto di vista.

Abbiamo appena chiuso una raffineria, abbiamo appena chiuso la discarica più grande d’Europa; dove si va a scegliere la discarica?

Nella Valle Galeria.

Io le dico, per usare un eufemismo, che il Partito democratico non ha stappato bottiglie di champagne quando ha visto che il sito scelto, al di là di quelli che ovviamente tecnicamente non andavano bene, come Tragliatella, eccetera, noi non abbiamo stappato bottiglie di champagne.

Ma di fronte a questa inaffidabilità, le chiedo, e concludo, di valutare attentamente la vicenda del sub-ATO di Roma. Io non sono convinto in maniera soverchia che questa vicenda abbia un fine con questa scelta scellerata della Valle Galeria come discarica e come impianto industriale per il conferimento dei rifiuti.

Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Patanè.

Replica

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Valeriani.

Ne ha facoltà.

Per una replica agli interventi, poi chiudiamo la seduta.

VALERIANI, Assessore.

Grazie, Presidente.

Grazie a tutti i Consiglieri che sono intervenuti.

Poche battute, perché come è stato anche ampiamente rilanciato dalle agenzie, da lunedì avremo il momento giusto e lo strumento giusto per discutere, come è necessario che si faccia, su questo argomento.

Da lunedì cominciamo la discussione del Piano rifiuti, quindi sarà quello il luogo in cui ci si potrà confrontare.

Le poche battute che voglio fare riguardano l’invocazione, da più parti sollevata, di predisporsi a questo lavoro di Commissione d’Aula sul Piano regionale dei rifiuti, un atteggiamento non chiuso.

Voglio rassicurare tutta l’Aula che ovviamente ci sarà una disponibilità al confronto e ci sarà un interesse ad arricchire e a migliorare il Piano, perché dobbiamo fare un piano che varrà per i prossimi sette anni, quindi c’è tutto l’interesse della maggioranza ad assumere anche indicazioni, suggerimenti, miglioramenti da parte di tutte le opposizioni.

Partendo però da un’onestà intellettuale che mi pare pian piano stia diventando patrimonio condiviso da parte di quest’Aula, e lo dobbiamo rafforzare, che è l’elemento di responsabilità.

Parto dalla vicenda di Colleferro.

Tutti sapevano che Colleferro era doloroso doverla ri-autorizzare.

Lo abbiamo fatto perché l’unico modo per chiudere le discariche è quello di completarle definitivamente, l’ho imparato facendo questo lavoro da due anni.

Come si fa a chiudere una discarica?

Bisogna chiuderla, saturarla.

L’unico modo per chiudere definitivamente una stagione, è quello.

L’abbiamo chiusa.

Era stato ampiamente detto che quell’impegno lo avremmo mantenuto, qualcuno ha ironizzato fino al giorno prima, qualcuno ha ipotizzato che stavamo scherzando, che non sarebbe accaduto, invece è accaduto.

Però qual è l’elemento che per tutti deve essere di svolta?

La vicenda Colleferro è un campanello che suona non solo per Roma ma per tante altre province.

Quella discarica ha servito molti bacini, e oggi non vale neanche più, lo dico da romano, che per due anni ha parlato di necessità di realizzare impianti importanti nella nostra città, non è molto gratificante parlare di questi argomenti.

Ma credo che sia di grande responsabilità, una volta che la città di Roma – io lo saluto come elemento positivo – finalmente ha deciso, come ricordava adesso il presidente Patanè, di assumere una decisione importante, essere adesso coerenti dappertutto.

Del resto, basta anche l’ipocrisia che, se Roma non fa nulla, tutti stiamo fermi.

Il problema degli impianti è un problema regionale, è un problema che riguarda tutti gli ATO.

Quindi, vi è la necessità di fare un Piano rifiuti che prefiguri uno scenario dove, ha ragione il presidente Simeone, bisogna puntare alla chiusura degli ATO, rendere obbligatoria la ripartenza degli ATO e renderli il più possibile indipendenti.

Ovviamente facendo questo non dobbiamo neanche confliggere con la legge, che dice che, comunque, in un momento di necessità e di stress di un singolo bacino può essere sostenuto, come elemento di solidarietà, da quello vicino. Attenzione, sui rifiuti mai dirsi sicuri per l’eternità.

Può accadere in qualsiasi ambito un problema, un incidente, un imprevisto, per cui hai bisogno della mano del vicino.

Quindi, guai a smarrire questo elemento di solidarietà.

Noi, però, dobbiamo fare un salto di qualità.

Quindi, siccome in quest’Aula siedono rappresentanti autorevolissimi di tutte le province del Lazio, noi dobbiamo sapere che il tema di Colleferro è stato il tema che ci ha consentito di aprire una discussione a un certo punto complessa ma alla fine positiva con l’Amministrazione del Campidoglio, però deve diventare un elemento di sprone per il territorio della provincia di Roma, che ha lo stesso identico problema di dotarsi degli impianti, di tutti gli impianti, della provincia di Latina, della provincia di Rieti e di molte altre realtà che hanno bisogno di fare i conti con il sistema degli impianti.

Infine, una volta per tutte, e chiudo per davvero, facciamo chiarezza sul fatto di chi fa cosa.

D’altronde, se noi cominciamo la discussione sul Piano rifiuti ancora invocando il fatto che la Regione in questi anni non ha realizzato nessun tipo di innovazione e di implementazione impiantistica, continuiamo a dire una cosa che in quest’Aula non dovrebbe albergare, non dovrebbe albergare.

Noi non siamo l’Istituzione che realizza gli impianti, noi siamo l’Istituzione che dice di quali impianti si ha bisogno per non andare in emergenza.

Sono due cose diametralmente opposte. Io decido quali sono gli impianti che servono per non andare in emergenza in ogni singolo ambito poi, come ricordava adesso il presidente Patanè, che ringrazio per averlo detto in modo efficacissimo, quell’impianto o lo realizza il privato o lo realizza un soggetto pubblico.

Questa è la sfida che dobbiamo raccogliere.

Allora, siccome nel Piano c’è una grande possibilità di incentivare l’impiantistica pubblica, proviamo a essere tutti noi un po’ più coraggiosi per convincere i nostri amministratori che basta con la stagione per cui “il tuo problema lo puoi risolvere da un’altra parte”, ma è necessario trovare la forza per poter realizzare adesso tutta l’impiantistica di cui abbiamo bisogno, approvare il Piano e avere nei prossimi anni una Regione che è definitivamente fuori dal meccanismo micidiale dell’emergenza, una Regione che ha pianificato i suoi impianti, che in tutte le comunità hanno capito che si possono acquisire risorse straordinarie dalla gestione virtuosa dei rifiuti e produrre servizi di assistenza ai cittadini, migliorare la qualità dei servizi, perché questo accade nelle regioni del Nord.

Un’ultima battuta, e mi taccio per davvero.

Non volevo essere polemico o ironizzare sugli impianti di termovalorizzazione.

Anche qui faremo una discussione di merito dentro la Commissione competente.

Io ho semplicemente riportato un numero, che voglio ripetere perché magari qualcuno ha capito male.

Io ho semplicemente detto che nel mio ragionamento, che credo sia quello della maggioranza, che ha ispirato il Piano regionale dei rifiuti, che andremo a discutere e anche a migliorare e a cambiare in alcuni aspetti, abbiamo preso atto che quella tecnologia non è fuorilegge, è una tecnologia che progressivamente verrà superata.

E noi abbiamo raccontato semplicemente un elemento fattuale: nel Piano che andiamo a sostituire, quello approvato durante la Giunta Polverini, il 2012-2018, si prevedeva la realizzazione di quattro impianti di termovalorizzazione.

Badate, non è un’invenzione dell’Assessore.

Come non è un’obiezione quella di dire: perché non li avete incentivati?

Io ho detto che in nove anni non c’è stata nessuna iniziativa, né pubblica né privata, per realizzare quel tipo di impianto.

Questo è un elemento che io fornisco all’Aula per poter fare delle valutazioni.

Del resto, non c’è stato un atteggiamento ostracistico da parte della Regione Lazio.

Io adesso posso rappresentare un’idea che è la volontà politica di superare quel tipo di impiantistica; ma nel piano vigente, chi voleva poteva.

Allora, forse, il fatto che quell’impiantistica tecnologicamente viene superata con l’andare del tempo, è stato forse un elemento che ha condizionato molto imprenditoria privata, ma anche molti soggetti pubblici a non realizzare impianti di quel tipo.

Vorrei che di questo fossimo tutti consapevoli.

Poi si può discutere se quella previsione che facciamo nel piano 2019-2025 è efficace, coerente, sufficiente, se su quell’impiantistica si può avere qualche ripensamento. Io non ce l’ho, ma sono disponibile a discutere.

Però, di questo si tratta.

Nel nostro territorio, chi poteva realizzare quel tipo di impianti non l’ha fatto, e forse di questo i Consiglieri regionali che devono discutere di questo argomento insieme a tanti altri rispetto allo scenario dei rifiuti, debbono tenerne conto.

Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Grazie a tutti i Consiglieri.

La seduta è aggiornata e riapre alle ore 14,30 per l’altro punto all’ordine del giorno. Buon lavoro.

(La seduta è sospesa alle ore 12,56)

(segue t. 10)

(La seduta è sospesa alle ore 12,56 e riprende alle ore 14,54)

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