Ieri 120 leader dei popoli Pataxó, Pataxó Hau-Hãe, Tupinambá e Kamakã del sud dello Stato di Bahia hanno marciato a Brasilia nell’Esplanada dos Ministérios per chiedere l’immediata delimitazione delle terras indígenas, bloccata da governo del presidente neofascista Jair Bolsonaro con cavilli legislativi, e una reinterpretazione della Costituzione federale brasiliana che limita il diritto dei popoli nativi alla terra.
I leader indios hanno denunciato anche la rottamazione di fatto della Fundação Nacional do Índi (Funai) realizzata da Bolsonaro attraverso nomine politiche dei coordinatori regionali e locali dell’agenzia ufficiale governativa che si occupa dei popoli indigeni o come il divieto dei dipendenti pubblici di prestare servizio nei territori indigeni non ancora delimitati o la rinuncia del governo a costituirsi parte civile nei processi sulle invasioni delle terre indigene.
Gli indios hanno preso posizione anche contro la legge 191/2020 del governo di Bolsonaro, che “regolamenta” la ricerca e l’esplorazione delle risorse minerarie, l’estrazione mineraria, l’estrazione di idrocarburi, nonché l’uso delle risorse idriche per la produzione di energia elettricità nelle terre indigene, consentendoli praticamente ovunque.
E’ all’interno di questo quadro sempre più fosco (e sanguinoso) di prevaricazione e violenza istituzionalizzata che si inserisce la vicenda di Ricardo Lopes Dias, un missionario fondamentalista evangelico della Missão Novas Tribos do Brasil (MNTB o New Tribes Mission, che negli Usa è stata ribattezzata Ethnos360), che è stato nominato Coordenador Geral de Índios Isolados e de Recente Contato (CGIIRC), cioè della branca della Funai che ha il delicatissimo compito di occuparsi degli indios incontattati, in isolamento volontario o di recente contatto.
Survival International spiega che «Lopes Dias ha lavorato anni per New Tribes Mission, uno dei più grandi gruppi missionari evangelici al mondo.
Prestava servizio proprio in Brasile, nella Valle Javari, dove si trova la maggiore concentrazione di tribù incontattate del pianeta».
E proprio la Coordenação da Organização Indígena União dos Povos Indígenas do Vale do Javari (UNIVAJA), che riunisce i popoli Marubo, Mayoruna (Matsés), Matis, Kanamary, Kulina (Pano), Korubo e Tsohom-Djapá dello Stato dell’Amazonas, ha denunciato in una lettera aperta inviata a chi appoggia la causa indigena e le istituzioni «l’aumento dell’assedio dei gruppi missionari nella nostra regione.
Con la recente notizia che la Funai è diventata uno strumento dei loro interessi, il che è stato consolidato con la nomina di un missionario con una lunga storia fondamentalista ad esercitare la funzione di e Coordenador Geral de Índios Isolados e de Recente Contato (CGIIRC), alcuni missionari stanno intensificando le azioni di cooptazione degli indigeni, soprattutto giovani studenti, con l’obiettivo di destabilizzare le azioni del Movimento Indígena, per dare il via a una corsa per la “conquista delle anime” da parte di religiosi fondamentalisti e sbloccare gli ostacoli allo sfruttamento commerciale delle nostre terre da parte di un progetto governativo genocida».
E l’UNIVAJA denuncia che il candidato di Bolsonaro al CGIIRC, il pastore Ricardo Lopes Dias, è stato coinvolto direttamente e indirettamente in queste attività, promettendo assunzioni nella Funai locale ad alcuni indios e «causando una grande instabilità nei villaggi e nel movimento indigeno.
La nostra preoccupazione è che queste azioni verranno consolidate, in effetti, con la sola intuizione di “aprire le porte” della Terra Indígena ad azioni nefaste di proselitismo religioso in tutti i villaggi che “non sono stati raggiunti dalla Bibbia”, compresi quelli di popoli isolati , usando, questa volta, l’ente indigeno ufficiale come “punta di diamante” in questo assalto etnocida e genocida.
E’ interessante notare negli anni precedenti che tutto ciò non è stato realizzato grazie ai leader indigeni e alle protezione di base della Funai che impedivano l’ingresso di estranei nei villaggi che non avevano il consenso delle popolazioni indigene, in conformità con le procedure legali di consultazione libera, previa e informata con le popolazioni indigene».
I timori degli indios dell’UNIVAJA hanno solide radici in quanto è successo in Brasile dopo l’arrivo al potere di Bolsonaro: «Nell’ottobre 2019, il popolo Matis ha denunciato il lavoro del missionario americano Andrew Tolkin, che stava effettuando una spedizione illegale all’interno dell’Igarapé Lambança per accedere agli indiani isolati che vivono in quella regione.
Va notato che nel 2014 questo stesso religioso fondamentalista era già stato già formalmente denunciato da noi a diverse autorità statali (Funai, MPF, polizia federale ed esercito) per ingressi irregolari nella nostra terra indigena.
A quel tempo, usò un idrovolante, pilotato dal missionario della ONG Asas do Socorro, Wilson Kannenberg, per burlarsi dei controlli della Funai sull’accesso alla foce di alcuni fiumi nella terra indigena».
Ma il timore è diventato vera e propria paura quando il 28 febbraio un articolo sulla rivista Época ha reso noto l’acquisto di un elicottero da parte della MNTB per volare nelle terre indigene ad evangelizzare gli indios.
Secondo i Época l’elicottero farà base nel municipio di Cruzeiro do Sul, nello Stato di Acre, vicino alla Terra Indigena Vale do Javari, e l’UNIVAJA evidenzia che «Funai non ha preso posizione sull’autorizzazione dell’agenzia all’entrata di questo mezzo aereo e dei suoi missionari.
E non ci sorprenderebbe in questo attuale contesto di attacco ai diritti degli indigeni, che l’autorizzazione venga concessa dal presidente della Funai».
Gli indios della Vale do Javari si sono accorti anche della pubblicazione di un video da parte della casa madre statunitense di Ethnos360/MNTB «in cui i missionari mostrano immagini del popolo Marubo della Vale do Javari e parlano apertamente dell’uso di questo elicottero per accedere ai vari gruppi isolati della Vale do Javari, luogo di maggiore concentrazione di popoli isolati nel mondo».
Infatti, Ethnos360/MNTB ha dichiarato che «questo nuovo programma di volo con elicottero permetterà all’aviazione di Ethnos360 di aiutare i nostri missionari già nella regione e di aprire le porte per raggiungere altri dieci gruppi di persone che vivono in estremo isolamento».
La lettera aperta dell’ UNIVAJA conclude: «Di fronte a un simile affronto fattoci, denunciamo e chiediamo ancora una volta che le autorità costituite del Paese adottino misure per evitare il peggio: l’escalation dei conflitti interni tra gli indigeni della Vale do Javari e la distruzione dell’autonomia delle popolazioni isolate, con conseguenze incontrollabili come la violenza e il deterioramento delle relazioni sociali esistenti tra le diverse popolazioni e famiglie indigene. »
Il Conselho Indigenista Missionário – CIMI ricorda che già nella seconda settimana di febbraio diversi popoli indigeni avevano promosso nella città di Atalaia do Norte, nell’Amazonas, manifestazioni contro la nomina di Lopes Dias al CGIIRC.
L’organizzazione cattolica denuncia a sua volta che «membri della Missão Novas Tribos do Brasil sono entrati anche nei villaggi del popolo Deni del rio Xeruã, nella regione del rio Purus, nel municipio di Itamarati.
Secondo il rapporto delle popolazioni indigene, un gruppo di missionari ha visitato il villaggio di Morada Nova, Rio Xeruã, tra il 19 e il 26 febbraio, all’interno del territorio indigeno Deni, e lì si sarebbero spostati con il sostegno di persone provenienti da una famiglia Deni che vive in città».
Secondo i resoconti delle popolazioni indigene, i missionari fondamentalisti evangelici «hanno usato il pretesto di voler solo conoscere la gente e aiutare.
Avrebbero portato un medico, una persona per organizzare un torneo con la gente e utilizzato un idrovolante come mezzo di trasporto e, la sera, avrebbero tenuto servizi di culto con la presenza di indigeni di altre popolazioni portati dagli stessi missionari».
Secondo alcuni capi indios, i missionari della MNTB avrebbero assicurato di poter aiutare il popolo Deni nella costruzione di una pista di atterraggio per poter andare direttamente nel loro villaggio.
Il direttivo dell’Associação do Povo Deni do Rio Xeruã (ASPODEX) ha espresso la sua opposizione alla visita dei missionari fondamentalisti, «in conformità con una decisione dell’assembleia do povo secondo la quale non ammette una presenza nei nostri villaggi che non sia conforme con le nostre tradizioni».
Survival International denuncia a sua volta che MNTB/New Tribes Mission/Ethnos360 «è tragicamente nota per promuovere apertamente il contatto forzato dei popoli incontattati.
Aiutò a organizzare le “cacce all’uomo” in Paraguay tra gli anni ’70 e ’80, grazie alle quali gli Ayoreo incontattati furono catturati e portati fuori dalla foresta. Durante questi scontri, molte persone furono uccise, e tante altre morirono poi per le malattie introdotte».
Il capo della sede brasiliana di MNTB ha detto: «Dobbiamo avere una policy per approcciare questi popoli [incontattati]».
Sarah Shenker, coordinatrice della campagna di Survival per i popoli incontattati, sottolinea che «è ormai chiaro che c’è stata una precisa decisione da parte del governo brasiliano di aprire i territori indigeni ai missionari evangelici, come un passo determinante ai fini della presa delle loro terre e dello sfruttamento delle loro risorse, oro, minerali, legname e altro. Se tutto questo non sarà fermato, molti popoli saranno sterminati».
Beto Marubo, leader indigeno della Valle Javari, ha ricordato che «in Brasile, NTM ha distrutto la nostra organizzazione sociale, la nostra coesistenza pacifica.
Sono sorte differenze e è stato smantellato il mondo che conoscevamo da millenni…
Le attività dei missionari si tradurranno nella perdita totale degli ultimi popoli incontattati della Valle Javari».
E i popoli Matsés della Vale do Javari attaccano direttamente il nuovo capo designato del CGIIRC Funai: «Il signor Ricardo non ha mai avuto il permesso di venire al nostro villaggio.
Ha manipolato alcune persone del popolo Matsés per costruire un nuovo villaggio…
I leader hanno cercato di andare in questo nuovo villaggio per aprire un dialogo, ma sono stati cacciati con violenza.
Il signor Ricardo si è approfittato dei Matsés, e si è appropriato della nostra cultura.
Non vogliamo altri abusi, per cui non permetteremo al signor Ricardo di entrare nella nostra terra».
Decine di vincitori del Right Livelihood Award, il “Premio Nobel alternativo”, hanno firmato una lettera per denunciare la nomina di Lopes Dias: «Il suo passato evangelico solleva gravi preoccupazioni sulla sicurezza delle tribù isolate dalle interferenze esterne e sul fatto che potrebbe annullare la cruciale politica del Brasile, che vieta il contatto forzato dei popoli incontattati».
Stephen Corry, direttore generale di Survival International, conclude: «NTM vanta una tragica storia fatta di cacce all’uomo e contatti che hanno portato morte e malattie, abusi sessuali nelle sue scuole, e hanno introdotto epidemie mortali.
Rafforza una visione ristretta della religione che non sarebbe riconosciuta da molti cristiani.
Queste sono le ultime persone che dovrebbero trovarsi vicino alle tribù incontattate.
Metterne una a “occuparsi” di loro è grottesco e criminale.
Chiaramente, l’intenzione è quella di liberarsi degli indigeni una volta per tutte».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 marzo 2020 sul sito online “greeenreport.it”)