Più tavolini all’aperto per bar e ristoranti: nuovo flop della giunta

 

La soluzione per consentire alle attività di somministrazione di aumentare i tavolini all’aperto doveva arrivare ieri al culmine di un’altra giornata di acrobazie, passata a lambiccarsi sui possibili escamotage.

Se non fosse che, in serata, salta la giunta (martedì la sindaca annunciava in tv: «Sto per prendere provvedimenti»). 

L’iter che vorrebbe imboccare il Campidoglio per sciogliere il nodo delle occupazioni di suolo pubblico è in due tempi: subito una delibera di giunta esecutiva in 24 ore (probabilmente da lunedì) che, in linea con l’ultimo decreto del governo e nel rispetto di un decalogo con i criteri minimi indicati dall’amministrazione, consente all’esercente di ampliare gli spazi all’esterno fino a un massimo del 35% presentando un’autocertificazione.

Nel centro storico, fermo restando l’obbligo di attenersi al Codice della strada, si potranno allestire pedane temporanee per accogliere i coperti extra.

Di fatto, una deroga a tutte le norme aggiuntive al Regolamento comunale che, dall’inizio della prossima settimana, permetterebbe ai titolari di bar e ristoranti di allargarsi.

Le domande dovranno comunque essere autorizzate entro 30 giorni dai Municipi.

Alla strategia d’urgenza, quando ormai era chiaro che l’ordinanza della sindaca fosse impraticabile, hanno lavorato gli uffici e l’assessore allo Sviluppo economico, Carlo Cafarotti: uno sforzo che i rumors filtrati da Palazzo Senatorio descrivono ai limiti della prova di nervi.

Se non fosse che questo primo atto, da solo, non basta: servirà infatti una seconda delibera, più articolata, che modifichi il Regolamento sia per rafforzare l’efficacia dell’atto amministrativo sia per includere altre fattispecie (ad esempio le librerie).

Ma con il passaggio in aula potrebbero riaffiorare i dissidi già emersi tra i Cinque stelle.

La sovrapposizione dell’esecutivo guidato da Virginia Raggi al lavoro svolto in questi mesi in commissione Commercio dal presidente, Andrea Coia (M5S), ha infatti aperto un fronte: una parte di consiglieri vicini al collega bypassato dai livelli superiori non avrebbe digerito la gestione della vicenda.

È lo stesso Coia a ribadire di voler continuare a portare avanti la sua proposta: «In Consiglio presenteremo emendamenti, bisogna cambiare anche la normativa ordinaria».

La moltiplicazione di provvedimenti, suscettibili di modifiche, non lo sorprende: «È già successo, non sarebbe la prima volta.

Penso alla delibera sulle rastrelliere di Stefàno (Enrico, presidente della commissione Mobilità, ndr) andata in aula due-tre volte».

Dalle opposizioni monta la protesta per l’ennesimo rinvio: «Il senso di responsabilità ha un limite: il rispetto dei cittadini, in questo caso i commercianti provati dalla crisi – attacca Giulio Pelonzi, capogruppo del Pd – . Un altro giorno a vuoto, ora basta.

Chiarissero se c’è la volontà politica di approvare questa delibera, altrimenti votassero la nostra, presentata 11 giorni fa.

Se sono privi di idee, si facessero da parte: una giunta bloccata da contrasti interni nuoce alla città, liberassero i romani da questo fardello e facessero un passo indietro».

(Articolo di Andrea Arzilli e Maria Egizia Fiaschetti, pubblicato con questo titolo il 21 maggio 2020 sul sito online del quotidiano “Corriere della Sera”)

 

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