LA SOPPRESSIONE DELLA FORESTALE ITALIANA ALL’ESAME DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La Prima Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso di dare conoscenza al Governo italiano del ricorso presentato nel 2017, attraverso l’Avv. Ascanio Amenduni del Foro di Bari, da alcuni agenti del Corpo Forestale dello Stato, soppresso dal decreto legislativo n. 177 del 2016 in esecuzione della legge Madia n. 124 del 7 agosto 2015.

La Cancelleria della Corte di Strasburgo, in via preliminare, ha invitato il Governo italiano a tentare una regolamentazione amichevole con i ricorrenti, entro il 19 novembre 2020.

Per quella data entrambe le parti dovranno far pervenire alla Cancelleria proposte di soluzione conciliativa, in particolare per quanto concerne il danno materiale subito, le spese e le competenze legali.

L’ipotesi di violazione della convenzione europea individuata dalla Corte, è lo spoglio di alcuni diritti fondamentali direttamente ad opera del legislatore italiano in danno dei forestali che tra l’altro hanno lamentato, nei loro ricorsi il coattivo passaggio da una polizia civile a una polizia militare e la perdita di molti diritti, tra cui quello di sciopero e quello di libera associazione sindacale, protetti dall’art. 11 della Convenzione.

Il secondo spoglio è stato di recente ridimensionato, anche se non annullato, dalla Corte Costituzionale italiana, mentre il primo, nettamente più importante, relativo al diritto di sciopero, permane, e perciò la Corte europea chiede al Governo italiano di rispondere a una serie di contestazioni e quesiti.

Questa decisione getta nuove ombre sulla scelta legislativa fatta dal Governo Renzi, e potrebbe creare i presupposti per una controriforma riparatoria.

Infatti se è vero che la Corte Costituzionale italiana, con sentenza n. 170 del 2019, decidendo sulle questioni sollevate dai TAR di Abruzzo, Veneto e Molise, ha dichiarato legittimo l’assorbimento dei Forestali nell’Arma Carabinieri, perché si sarebbe tradotto solo in una discrezionale riorganizzazione legislativa a scopo di contenimento dei costi, ora la Corte Europea potrebbe dichiarare inconvenzionale la stessa legge, a riprova che i livelli di tutela europea  dell’individuo secondo il diritto sovranazionale superano l’ordinamento interno.

(Comitato foresta foresta, 22 giugno 2020)

 

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