Bio e plastic free, ecco la spiaggia «green»

 

Ogni sera, prima del tramonto, la spiaggia del Dum Dum Republic si trasforma in una pista da ballo, con dj set e musica dal vivo, e mentre i bambini si muovono sulla pista i genitori sorseggiano i loro drink senza cannuccia.

Di fronte al mare del Cilento, a pochi chilometri dagli scavi archeologici di Paestum, il Dum Dum è un’oasi che ha scelto di impattare il meno possibile sull’ambiente: per sorseggiare cocktail in riva al mare, così, è previsto l’utilizzo di maccheroni di zito, perché la cannuccia in plastica non è utile e nemmeno decorativa, e rappresenta anzi una sciagura mostruosa, responsabile dell’inquinamento delle spiagge e dei mari.

Non è l’unica scelta green: nel ristorante si mangia (con prodotti del territorio) utilizzando piatti in ceramica per il pranzo, stoviglie di acciaio e l’acqua in bottiglie di vetro.

Tutto il lido è «invaso» da una massiccia campagna sulla raccolta differenziata in spiaggia.

Il Dum Dum è uno dei (molti) stabilimenti balneari sostenibili censiti nell’ultimo Rapporto spiagge 2020 di Legambiente, insieme a spiagge libere attrezzate e gestite dai Comuni.

Se è vero che il rapporto evidenzia tutte le criticità del mondo delle concessioni demaniali in spiaggia (ne abbiamo scritto sul manifesto del 5 agosto), l’associazione sottolinea anche l’importanza di valorizzare coloro che – titolari di un lido privato, o enti pubblici – fanno scelte responsabili dal punto di vista ambientali e sociale.

Tra le scelte premiate da Legambiente, anche quelle che puntano sull’accessibilità.

Uno degli esempi in questo senso è quello del Comune di Montesilvano, che dal 2009 ha attivato due spiagge libere completamente prive di barriere, che ogni estate vengono allestite in due diversi punti del lungomare.

«Le spiagge sono dotate di palme per l’ombreggiatura, di tavolini e lunghe passerelle cementizie che portano direttamente sulla battigia che consentono a quanti abbiano difficoltà motorie e ai non vedenti di percorrere agevolmente tutto il tratto di spiaggia», spiega il Rapporto spiagge 2020 di Legambiente.

Le due aree sono fornite di servizi igienici accessibili e di posti auto dedicati.

A disposizione degli utenti vi sono anche tre sedie che consentono alle persone con disabilità di immergersi in acqua.

La località balneare di Bibione, nel comune di San Vito al Tagliamento (Ve), è intanto divenuta destinazione totalmente accessibile, grazie al lavoro fatto nell’ultimo anno con Village for All, un Marchio di qualità internazionale dedicato all’ospitalità accessibile, che attraverso le informazioni consente alle persone con disabilità, agli anziani, alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere una vacanza adeguata alle loro esigenze.

Village for All è il primo network di villaggi e campeggi accessibili alle persone con disabilità: un portale molto semplice da usare che permette di (ri)cercare servizi ed esperienze in tutta Italia e in Croazia.

In Toscana, il Comune di Castiglione della Pescaia (Gr) ha partecipato alla sperimentazione del Green Beach Model, realizzato nell’ambito di un progetto Interreg, Mito Med+, finanziato dalla Commissione europea (e che vede in rete la Toscana, la Catalogna, Cipro e l’Istria).

Il «modello» prevede la realizzazione di spiagge ecologiche, progettate e costruite seguendo criteri sostenibili, in grado di includere attività ricreative ed economiche e, allo stesso tempo, preservare il patrimonio naturale e culturale.

Il Green Beach Model aiuta le autorità locali e operatore di spiaggia per prendere decisioni più informate sulla gestione delle spiagge con un approccio coerente.

Castiglione della Pescaia ha incluso nel progetto una delle spiagge libere nella Pineta del Tombolo, caratterizzata dalla presenza di dune di oltre due metri, coperte da una vegetazione tipica che sembra proteggere la pineta dall’influenza del mare.

La spiaggia è situata all’interno di un Sito di importanza naturalistica regionale, è lunga circa 6 chilometri e larga fino a 100 metri.

A differenza di altre località lungo la costa toscana, si tratta principalmente di una spiaggia libera, frequentata da sportivi e amanti della natura selvaggia, ed è raggiungibile a piedi lungo un tratto di splendida pineta.

Passando dalla costa tirrenica a quella adriatica, Legambiente segnala in Romagna il progetto Happy Bio, nato dalla collaborazione tra Confcommercio e Camera di Commercio di Ravenna, stabilimenti balneari della costa romagnola e fattorie delle colline forlivesi.

Prevede di portare in spiaggia una volta a settimana i prodotti tipici del territorio all’ora dell’aperitivo, soprattutto frutta e verdura da produzioni biologiche.

Gli stabilimenti che partecipano sono una decina, principalmente sul litorale ravennate.

Nel 2020 è arrivato anche il Frutta Box, ortofrutta biologica per il pranzo o uno spuntino sotto l’ombrellone.

Un ultimo esempio arriva invece dal Lazio, da Capocotta, l’unica porzione del litorale di Roma dove la gestione dei servizi balneari è stata affidata con bando pubblico (dal 1997).

L’aggiudicazione della gara poneva fine a decenni di abusivismo ed illegalità nell’area di maggior pregio ambientale del territorio, all’interno della Riserva Statale del Litorale Romano.

Qui c’è il Mediterranea, chiosco ecosostenibile che garantisce servizi, cura della spiaggia e della duna, mantenimento della legalità e impegno ambientalista.

Il Mediterranea ha garantito l’allontanamento di numerosi soggetti abusivi tra i cordoni dunali: oggi la duna è rigogliosa e si presenta in tutta la sua bellezza, con passerelle di accesso che ne aiutano la salvaguardia.

Prima, invece, l’accesso al mare era praticato da qualsiasi punto della strada litoranea sia a piedi che in automobile, con calpestio e danneggiamento della vegetazione.

È la spiaggia come dovrebbe essere.

Il censimento virtuoso non è fine a se stesso: Legambiente chiede al Parlamento una legge di riordino delle spiagge, che individui meccanismi premiali per valorizzare la qualità dell’offerta nelle spiagge in concessione, spingendo così verso gestioni responsabili dal punto di vista ambientale e sociale, rafforzando imprese locali e familiari capaci di garantire l’occupazione.

(Articolo di Luca Martinelli, pubblicato con questo titolo il 6 agosto 2020 su “L’Extraterrestre” allegato al quotidiano “il manifesto” di pari data)

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