Gli ambientalisti Usa: con la vittoria di Biden/Harris finiscono 4 anni di dolore e distruzione

 

Le previsioni dei sondaggisti Usa erano giuste e le analisi degli opinionisti italiani che hanno passato notte e giorno a dissezionare il voto di qualche sconosciuta contea del Montana, sbagliate: Joe Biden e Kamala Harris hanno stravinto elezioni che hanno visto un’affluenza record in piena pandemia di Covid-19.

Biden e Harris avevano il programma climatico più ambizioso della storia Usa – anche se non radicale ed efficace come quello della sinistra democratica – e hanno vinto con più voti di qualsiasi ticket presidenziale della storia Usa. 

E dietro a questa vittoria c’è anche una forte mobilitazione ambientalista in un Paese dove, durante la presidenza Trump, gli iscritti alle associazioni ambientaliste sono aumentati di molto.

A Cominciare dalla più grande, diffusa e influente: Sierra Club – storicamente vicina ai democratici – che da circa 2 milioni di soci è passata a 3 milioni e mezzo e che in campagna elettorale ha mobilitato gli attivisti della Sierra Club Independent Action e del  Sierra Club Political Committee che hanno setacciato gli Usa dal 2016 in poi per rimandare a casa Trump.

Quasi 35.000 volontari di Sierra Club hanno aiutato a contattare milioni di elettori negli Stati in bilico e nei collegi elettorali per la Camera, il Senato e per gli Stati in tutto il paese. 

Sierra Club spiega che «in totale, questi volontari hanno effettuato più di 5,5 milioni di telefonate, scritto a mano quasi 1,3 milioni di lettere e inviato più di 20 milioni di messaggi agli elettori. Inoltre, il personale e i volontari di Sierra Club hanno partecipato a oltre 800 eventi a livello nazionale attraverso il Victory Corps program».

Secondo il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, «questa vittoria appartiene a tutti noi perché questo Paese appartiene a tutti noi. 

Insieme, ci siamo impegnati a resistere al fascismo in tutte le sue forme e a ripristinare la promessa della nostra democrazia. 

Insieme, ci siamo impegnati a lottare per un pianeta vivibile, comunità sicure e una democrazia “del popolo, dal popolo e per il popolo”, nella quale ogni persona e ogni voto contano.   

Sierra Club si congratula con Joe Biden e Kamala Harris per questa vittoria e considera il loro mandato decisivo per iniziare un’azione esecutiva immediata sul più forte programma per il clima, ‘energia pulita e la giustizia ambientale mai avanzata da un ticket presidenziale».

Ma Brune ricorda che «per poter trasformare in realtà un futuro migliore, più resiliente e più inclusivo, dobbiamo ricordarci che il lavoro continua. 

Sebbene la volontà degli elettori sia chiara e abbiamo scelto nuovi leader che si prenderanno cura di tutti noi, oltre 68 milioni di persone hanno votato ancora per un suprematista bianco impegnato nella distruzione ambientale, nel razzismo sistemico e nella privazione del diritto di voto. 

Ecco perché dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per organizzarci e mobilitarci contro il razzismo sistemico e lavorare per ripristinare la nostra democrazia, il nostro diritto all’aria pulita e all’acqua pulita e un clima sostenibile e sano. 

Oggi è solo il primo passo per riparare i danni degli ultimi quattro anni e intraprendere l’azione coraggiosa e urgente necessaria per affrontare la crisi climatica e proteggere il nostro pianeta per tutte le persone».

Tira un sospiro di sollievo anche  Greenpeace Usa– un’organizzazione che con i democratici, anche al tempo di Barack Obama ha sempre avuto rapporti molto problematici –  e la sua direttrice esecutiva, Annie Leonard, ha dichiarato: «Una democrazia è governata dal suo popolo, e in queste elezioni è arrivato il popolo. 

Che Trump voglia concedere o meno la vittoria è irrilevante. 

Ora che le persone gli hanno consegnato un messaggio chiaro e forte, è ora che faccia le valigie e si prepari a partire.

Adesso possiamo tirare tutti un sospiro collettivo di sollievo e poi metterci al lavoro. 

Joe Biden ha vinto le elezioni presidenziali sulla base del programma climatico più ambizioso e di vasta portata della storia di qualsiasi candidato presidenziale per un importante partito. 

Ha promesso di essere un presidente per tutti gli americani. 

Questo deve includere le comunità nere, brown e indigene colpite più duramente dalla crisi climatica, così come le persone della classe operaia che ovunque devono ancora affrontare i problemi per la salute e per le ricadute economiche del Covid-19. 

Per essere il campione del clima che le persone gli hanno chiesto di essere, Biden dovrà andare ancora oltre per impedire agi executives  dei combustibili fossili di avvelenare il nostro ambiente, i nostri corpi e la nostra democrazia e dovrà mantenere la promessa di un’economia che funzioni per tutti. 

Ora inizia il lavoro per riformare la nostra democrazia e ricostruire il nostro Paese.

La gente ha parlato e vogliamo che Donald Trump esca dalla nostra Casa Bianca. 

Trump ha chiarito che è disposto a barare per rimanere in carica, ma quando i voti sono stati espressi e contati, la decisione del popolo è valida. 

Ci impegniamo a dare una democrazia per tutti, dove tutti contano, senza eccezioni. 

Contiamo su di noi e stiamo costruendo un Paese nel quale nostri leader agiscano nel nostro interesse, nel quale ci prendiamo cura gli uni degli altri e dove sappiamo che la volontà delle persone è la legge del paese. 

La volontà del popolo è qui per restarci».

Congratulandosi con il Presidente eletto Joe Biden, Carter Roberts, presidente e CEO del Wwf, ha detto che «con queste elezioni il popolo americano ha chiarito di voler cambiare direzione. 

Lo ha fatto in elezioni in cui il futuro del pianeta era una parte centrale della discussione. 

Il presidente eletto Biden entrerà in carica con il mandato di invertire la rotta nella lotta americana contro il cambiamento climatico. 

Eredita anche il compito di gestire la crisi del Covid-19 in corso e di prevenire future pandemie, un compito che comprende il riparare il nostro rapporto interrotto con la natura e la fauna selvatica.

La scienza è chiara: l’umanità continua a essere a rischio a causa delle crisi del cambiamento climatico e della perdita di natura. 

Il presidente eletto Biden è stato a lungo un sostenitore di questi problemi. 

In qualità di senatore, ha sostenuto la leadership degli Stati Uniti per la conservazione della biodiversità globale. In qualità di vicepresidente, ha contribuito a negoziare l’accordo di Parigi e a stabilire forti politiche interne che limitano le emissioni di gas serra. 

Come candidato alla presidenza, ha presentato il piano di giustizia ambientale e climatica più aggressivo mai introdotto da un candidato di un importante partito.

Adesso inizia il duro lavoro. 

E’ tempo di costruire un futuro in cui sia le persone che la natura possano davvero prosperare. 

Non vediamo l’ora di lavorare con il presidente eletto Biden per affrontare con forza questo momento».

(Articolo pubblicato con  questo titolo il 9 novembre 2020 sul sito online “greenreport.it”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas