ECOLOGISTI E PACIFISTI:UNA MOBILITAZIONE COMUNE CONTRO LA TRANSIZIONE BELLICA

COMUNICATO STAMPA

ECOLOGISTI E PACIFISTI: UNA MOBILITAZIONE COMUNE

CONTRO LA TRANSIZIONE BELLICA

n questo drammatico momento, in cui ogni passo avanti verso un’alternativa energetica è contraddetto da decisioni regressive ed anti-ecologiche, quali il minacciato ritorno al nucleare e l’incremento di fonti energetiche fossili, il movimento ambientalista italiano deve cercare una saldatura con quello pacifista, sfidato dalle incredibili scelte governative di stampo militarista. È la posizione dI V.A.S. (Verdi Ambiente e Società), che da decenni ha un’anima ecopacifista e ha aderito alle recenti mobilitazioni contro la guerra ed i nuovi investimenti nell’industria bellica, con parallelo arretramento per quelli destinati alla conclamata transizione ecologica.

«Ci sconcerta che le ultime decisioni del governo Draghi siano state largamente avallate dal Parlamento, che registra una preoccupante convergenza delle forze politiche meno ecologiste e più belliciste, col rischio di azzerare i pur timidi passi verso una riconversione più ecologica e pacifica del nostro modello di sviluppo – ha dichiarato Stefano Zuppello, Presidente di V.A.S. – Infatti, oltre a contraddire un fondamentale principio costituzionale e ad alimentare la corsa agli armamenti, l’aumento del bilancio della difesa al 2% del P.I.L. (104 milioni di euro al giorno) sottrarrà inevitabilmente ricorse finanziarie alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali ed alla ripresa socio-economica, cui destinare il contributo per il P.N.R.R.».

Le preoccupazioni espresse da V.A.S. riguardano le terribili conseguenze ambientali e socio-politiche di questa sciagurata guerra, ma anche le sue derive militariste, che talvolta si travestono da pacifismo interventista.

«In un clima di perenne emergenza e di ‘unità nazionale’ a tutti i costi – osserva Ermete Ferraro, referente nazionale VAS per l’ecopacifismo – l’assurda guerra in corso, oltre a scatenare gravi conseguenze geopolitiche a livello mondiale, sta provocando effetti perversi sulle scelte del nostro governo. Va pertanto diffuso e promosso un progetto ecopacifista, per contrastare quelle pericolose decisioni e per imprimere un’autentica svolta verso un’alternativa energetica, produttiva, ma anche sociale e difensiva».

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