Le interrogazioni parlamentari sul completamento del corridoio tirrenico meridionale A12-Pontina-Appia e della bretella autostradale Cisterna-Valmontone

 

Immagine.logo Parlamento italiano L’Autostrada dei pasticci… politici: così è stata soprannominata in un articolo sul Corriere della Sera di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo del 2010 la disavventura di alcune autostrade del Lazio.

Un pasticcio combinato dalla Regione Lazio che costituì con l’allora Presidente della Giunta Regionale Francesco Storace, nel 2003, una società mista pubblico-privato (ARCEA Lazio SpA 51% regione Lazio, 49% Autostrade, Monte Paschi di Siena e Consorzio 2050) per la progettazione, realizzazione e gestione della stessa.

Immagine.Francesco Storace

Francesco Storace

Bruxelles obiettò l’affidamento “in house” alla società non essendo questa al 100% pubblica e la Regione Lazio per tutta risposta incaricò il consorzio 2050 di progettare l’opera.

Ma dopo una serie di pasticci e tentativi di aggiustamenti, la subentrata Giunta di Piero Marrazzo ha deciso di rifare tutto ed il 4 marzo 2008 ha costituito una nuova società: la “Autostrade del Lazio S.p.A.” 50% Regione Lazio e 50% ANAS.

Immagine.Piero Marrazzo

Piero Marrazzo

Immagine.autostrade del Lazio

Come il centrodestra ha vinto le politiche, pura coincidenza, sono partite le richieste di arbitrato prima da parte del consorzio 2050 con una richiesta di risarcimento danni per 674 milioni, poi da parte di Autostrade per altri 185 milioni di danni: totale 859 milioni più le parcelle degli arbitri, che si sono sommate ai circa 3 milioni di euro del costo previsto per l’intero corridoio tirrenico.

Il decreto del Fare del 21 giugno 2013 ha riportato in vita il corridoio che giaceva silente come un serpente nascosto sotto la sabbia, ed in fretta e furia il CIPE il successivo 2 agosto ha autorizzato nuovamente la delibera 88/2010 che la Corte dei Conti nel 2012 aveva bocciato perché priva di giustificate risorse economiche.

Di questo progetto si parla ormai da decenni, è costato già 100 milioni di euro con la costituzione di due società ad hoc ed ora si approva un progetto che costerà altri 3 miliardi di euro, che non ha più la stessa motivazione di venti anni fa e che ancora una volta viene “imposto” ai cittadini senza che essi ne sappiano nulla o che siano in qualche modo stati coinvolti, contravvenendo alla convenzione di Aarhus che l’Italia ha ratificato fin dal 2001.

Per inciso la Convenzione Aarhus stabilisce il diritto, per il pubblico interessato, di partecipare ai processi decisionali relativi all’autorizzazione di determinate attività, per lo più di natura industriale, aventi impatto ambientale significativo, nonché all’elaborazione di piani, programmi, politiche e atti normativi adottati dalle autorità pubbliche. Agli interessati deve essere garantita la possibilità di presentare osservazioni, di cui le autorità pubbliche devono tener conto.

Un progetto che secondo alcuni “se il buongiorno si vede dal mattino” difficilmente vedrà la sera, e che rischia di diventare un’ennesima cattedrale nel deserto, anzi non nel deserto, ma nel mezzo delle campagne romane, in quanto attraversa vigneti, piantagioni di kiwi, uliveti, fiancheggia casali antichi e luoghi di rilevanza paesaggistica.

Un progetto che contrasta con le strategie europee decise nel libro bianco dei trasporti, dove al primo punto c’è sì il miglioramento della qualità delle strade, ma al secondo punto vi è il rilancio delle ferrovie che in Europa trasportano solo l’8% delle merci, mentre negli Stati Uniti con una politica sostenibile sono riusciti a portare il loro utilizzo al 40% : tale esempio dimostra che il declino delle ferrovie non è irreversibile.

C’è chi conferma ancora una volta la cecità della nostra politica, che vuol darci l’illusione di operare per salvare l’economia, di operare contro la crisi facendo partire i cantieri di un opera che paghiamo noi con le nostre tasse e i cui frutti, nella migliore delle ipotesi, non arriverebbero comunque prima di 10 anni.

Con 3 miliardi di euro quante piccole e medie imprese potrebbero rimettersi in gioco, senza la necessità di spostarsi in autostrada?

Dobbiamo sperare piuttosto che tra 10 anni vi siano ancora merci da trasportare…

Come già pubblicato su questo stesso sito il 9 marzo 2014 (http://www.vasroma.it/presentato-il-ricorso-di-vas-contro-il-progetto-dellautostrada-roma-latina-e-della-bretella-cisterna-valmontone/#more-5649) il pool di avvocati: Marcello Nardi, Cecilia Frajoli Gualdi, Pietro Adami hanno notificato il ricorso in data 28 Febbraio 2014 e il 5 Marzo 2014 è stato iscritto a ruolo con richiesta di “sospensione cautelare” su delega del Presidente Guido Pollice dell’Associazione “Verdi Ambiente e Società onlus”, alla quale i nostri Comitati si sono rivolti.

Il caso è finito in Parlamento dove sono state presentate ben 2 interrogazioni parlamentari.

Con una Interrogazione parlamentare del 21 gennaio 2014 con carattere d’urgenza rivolta ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’economia e delle finanze, delle politiche agricole alimentari e forestali e per gli affari europei, la senatrice Loredana De Petris (Gruppo Misto – SEL) ha chiesto di sapere:

<<se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario ed urgente, in relazione allo stato della finanza pubblica e alla dichiarata intenzione di procedere con decisione ad operazioni di “spending review”, rivedere la dotazione prevista dal programma delle infrastrutture strategiche di cui alla legge n. 443 del 2001 a favore di opere autostradali di grande impegno finanziario e dubbio valore in merito alla questione dei trasporti, quali sono la tratta A12-Tor de’ Cenci e la tratta corridoio tirrenico-A1, che non incontrano il favore delle comunità locali interessate e, risultano, fra l’altro, soggette a rilievi già formulati dalla Corte dei conti;

come intendano fronteggiare il pesante e, per certi versi, irreparabile, impatto paesaggistico e ambientale che deriverebbe dalla realizzazione delle stesse opere autostradali per l’agro romano, con particolare riferimento alle aree naturali protette di rilievo nazionale e regionale direttamente coinvolte e ai vincoli di tutela attualmente vigenti;

come intendano fronteggiare il rischio di avvio di una procedura comunitaria di infrazione ai sensi della direttiva “Habitat” 92/43/CEE, in relazione al pesante impatto previsto dal progetto dell’autostrada A12-Tor de’ Cenci sul SIC “sughereta di Castel di Decima”;

se non ritengano opportuno sospendere e revocare le procedure di approvazione delle tratte autostradali anche in relazione agli impegni assunti dal Governo in materia di riduzione del consumo di suolo, trattandosi in questo caso della distruzione di alcune migliaia di ettari di grande valore agricolo e ambientale situati a ridosso della capitale, con il rischio di compromissione delle relative produzioni agroalimentari di pregio.

Immagine.Loredana De Petris

Loredana De Petris

Alla Camera dei Deputati gli On.li  Federica Daga, Samuele Segoni, Mirko Busto, Alberto Zolezzi,  Massimo Felice De Rosa, Claudia Mannino, Patrizia Terzoni e Cristian Iannuzzi, hanno dal canto loro presentato al Ministro dell’ambiente della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e trasporti ed al Ministero dell’economia e delle finanze l’ Interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle a risposta orale con cui hanno chiesto di sapere:

<< Se i Ministri interrogati, per le proprie competenze, alla luce delle osservazioni che hanno condotto la Corte dei Conti a giudicare il provvedimento CIPE non conforme alla legge e soprattutto in considerazione dell’assenza di una puntuale e corretta individuazione delle risorse finanziare idonee ad assicurare la copertura finanziaria delle tratte indicate, non ritengano opportuno attivarsi per garantire la coerenza e sostenibilità economica ed ambientale dei complessivi interventi infrastrutturali programmati sul territorio, considerando la possibilità di tornare ad una formulazione dell’opera fondata su un iter autorizzativo verificato che disponga della necessaria copertura finanziaria, che tenga conto della progettazione dell’ulteriore tratta autostradale di collegamento del corridoio tirrenico con l’A1 Milano-Napoli, e nel quale si considerino prioritarie e inderogabili le opere relative alla messa in sicurezza dell’attuale viabilità di collegamento tra Roma e Latina, l’intermodalità ed ogni altra forma di riduzione del traffico su gomma, nonché la tutela delle aree protette.

Pur non volendo considerare le numerose e sostanziali possibili lacune nell’iter autorizzativo, se non ritenga necessario intervenire per evitare il grave ed irreparabile, impatto paesaggistico e ambientale che deriverebbe dalla realizzazione delle suddette opere autostradali, con particolare riferimento all’Agro Romano, ai siti di importanza comunitaria, alle aree naturali protette di rilievo nazionale e regionale direttamente coinvolte, anche tenuto conto del rischio che venga avviata una procedura comunitaria di infrazione ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE, in relazione al pesante impatto previsto dal progetto dell’autostrada A12-Tor de Cenci sul Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Sughereta di Castel di Decima”;

Se non ritengano opportuno, considerate le gravi carenze e incongruenze rilevate dalla Corte dei

Conti, sospendere e revocare le procedure di approvazione e finanziamento delle tratte autostradali in questione anche in relazione agli impegni assunti dal Governo in materia di riduzione del consumo di suolo, trattandosi in questo caso della distruzione di alcune migliaia di ettari di grande valore agricolo, paesaggistico e ambientale.>>

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Con riferimento all’udienza del TAR fissata per oggi, il 24 Marzo 2014 i Comitati Nocorridoio Roma-Latina e Nobretella Cisterna-Valmontone hanno emanato il seguente comunicato.

Immagine.vero logo No corridoio                                                                       Immagine.logo bretella

                                                      COMUNICATO STAMPA

Oggetto: Assemblee Informative Ricorso e udienza 26/3/2014. Nei giorni 19 e 20 Marzo 2014 i Comitati NOcorridoio a Roma e NObretella a Velletri, hanno informato in Assemblee Pubbliche, del ricorso presentato dal pool legale formato dagli avvocati, Pietro Adami, Cecilia Frajoli Gualdi e Marcello Nardi, al Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio in data 28 febbraio 2014 contro il progetto definitivo, tratto Roma -Civitavecchia (A12) – Tor de’ Cenci.

Nell’istanza legale è stata formalizzata anche la richiesta di sospensiva cautelare della delibera CIPE del 2 agosto 2013, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 3 Gennaio 2014, relativa al programma delle infrastrutture strategiche (Legge n. 443/2001), fino all’annullamento dell’atto impugnato perché ritenuto illegittimo, formulata dall’associazione “Verdi Ambiente e Società Onlus” per conto dei nostri Comitati.

Il tratto in discussione ha un enorme impatto ambientale e sociale. Infatti si tratterebbe di far passare un’autostrada in una zona fortemente urbanizzata, vicino ai quartieri di Vitinia, Torrino-Mezzocammino, Tre Pini e Tor de Cenci. L’autostrada, sopraelevata in viadotto lungo 16 km, taglierà la Riserva naturale Statale del Litorale Romano, il Parco regionale di Decima-Malafede, l’ansa del fiume Tevere, tutto a pochi metri di distanza dalle case, ma alcune verranno perfino espropriate e abbattute.

Agli abitanti della zone limitrofe e ai cittadini romani e non solo, viene imposto un danno irreparabile e la beffa del pedaggio. Inoltre, l’impatto su zone protette sarà enorme, perché l’opera interferirà su zone tutelate sul piano archeologico, naturalistico e fluviale, fino ad oggi salvaguardate dall’edificazione selvaggia.

Ebbene, gli avvocati hanno denunciato che l’impatto ambientale dell’opera non è stato affatto studiato. Laddove lo è stato fatto, i pareri sono tutti fermamente negativi. Non sono state studiate sufficientemente le opzioni alternative (tra cui l’opzione zero, cioè la non realizzazione dell’opera). Infine, alcuni pareri non sono stati acquisiti, nonostante era obbligatorio. Solo per effetto di una serie di forzature procedurali, omissioni e carenze, si è potuti giungere alla pubblicazione finale che è stata impugnata.

Il TAR si riunirà il prossimo 26 marzo, per decidere se concedere o meno la sospensiva cautelare richiesta dai nostri avvocati che bloccherebbe l’iter e la procedura di affidamento in gara dell’opera in attesa della sentenza su tutto l’articolato del Ricorso.

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