Grazie anche se non soprattutto a VAS è stato approvato un PRIP che metterà la città di Roma al pari delle principali città europee

Immagine.Slide copertina Quando nel 1991 il Consiglio Comunale doveva approvare la cosiddetta “Variante di Salvaguardia” l’azione di dialogo e di confronto che ho svolto con ognuno dei capigruppo (che all’epoca contavano e rispondevano in proprio a nome dell’intero gruppo politico da loro rappresentato) mi ha portato a raggiungere da solo l’enorme risultato di far cancellare del tutto dal futuro Parco di Veio 5 delle lottizzazioni di centro e di far dimezzare le cubature di altre cinque di margine.

Se quella di allora è stata una vittoria che è andata a vantaggio di Roma Nord portando poi alla istituzione del Parco di Veio, la vittoria che ieri pomeriggio ritengo di avere contribuito ad ottenere in maniera determinante è almeno per me strepitosa perché va stavolta a vantaggio della intera città di Roma (in termini di ripristino del decoro che spetta alla capitale) e dei suoi cittadini (in termini di servizi che sono riuscito a strappare per loro, dal Bike Sharing agli elementi di arredo urbano). 

In aula Giulio Cesare ritengo di avere raccolto i frutti di un lavoro che è partito da lontano e che risale all’anno 2000, quando ho iniziato la battaglia contro i cartelloni di mt. 6 x 3 installati nel Parco di Veio, denunciandoli ad uno ad uno e riuscendo oggi a farli rimuovere tutti. 

Questo mio lavoro è stato ripreso a dicembre del 2009 con una conferenza stampa tenuta presso la sezione romana di Italia Nostra ed esteso all’intera città di Roma assieme agli amici poi diventati della associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori, con cui il 3 maggio del 2013 abbiamo presentato al pubblico una proposta unitaria di modifiche ed integrazioni al PRIP licenziato dalla Giunta di Alemanno da me studiate e coordinate. 

Esclusivamente da solo ho invece studiato ognuna delle 14 tavole di zonizzazione e tipi stradali del PRIP rilevando un moltitudine di errori materiali, che poi la S.p.A. “Aequa Roma” ha corretto d’ufficio abbassando la superficie espositiva complessiva da 162.500 mq. agli attuali 138.000 mq. (ben 24,500 mq. in meno, pari al 13,6 % !)

Dopo le elezioni comunali e il subentro dell’Assessore Marta Leonori all’Assessore Davide Bordoni, ho partecipato sempre con Basta Cartelloni-Francesco Fiori al percorso di partecipazione al PRIP che è durato sei inutili mesi, ma che mi ha visto partecipare per lo più da solo a tutte le numerose sedute della Commissione Commercio (tranne una), di cui ho sempre fatto il resoconto a mò di verbalizzazione in articoli pubblicati su questo stesso sito. 

Dopo che la Giunta Capitolina ha licenziato la proposta di deliberazione n. 59 (relativa alla normativa di attuazione del PRIP) e la proposta di deliberazione n. 61 (relativa alle modifiche ed integrazioni al regolamento di Pubblicità), l’esame del PRIP sfornato mi ha portato alla conclusione che si trattava dello stesso PRIP di Alemanno con la sola differenza di aver trasformato il suo schema normativo in normativa tecnica di attuazione. 

D’intesa stavolta anche con Cittadinanattiva sono riuscito a far fare propri da ben tre Consigli Municipali gli emendamenti da noi proposti, a cui hanno subordinato il loro parere favorevole al PRIP. 

Il primo successo concreto, ma ancora teorico, è venuto dalle controdeduzioni approvate dalla Giunta Capitolina il 25 giugno scorso, che hanno accolto molti degli emendamenti da me personalmente studiati e predisposti, portando il PRIP ad un alto livello qualitativo proprio sul “modello Parigi” a cui il Sindaco Marino aveva detto di volersi ispirare. 

Sono riuscito a far ripresentare entro il termine ultimativo del 16 luglio 2014 gli emendamenti non accolti dal Movimento 5 Stelle, dalla lista Alfio Marchini e dal cons. Athos De Luca, mentre dal lunedi 14 luglio era iniziata la sfilza di sedute dell’Assemblea Capitolina per approvare le 19 deliberazioni propedeutiche al bilancio, con la n. 59 e la n. 61 messe volutamente e poi ieri pomeriggio votate come ultime, prima del bilancio vero e proprio: sono state 11 sedute a cui ho partecipato personalmente (ad eccezione di due perché svolte a porte chiuse ermeticamente) per consegnare a mano a ben 46 dei 48 consiglieri una copia del parere sul PRIP della Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale che mi ha consentito per l’occasione di parlare con tutti aprendo un confronto che a lungo andare ha contribuito anch’esso a dare i frutti poi raccolti concretamente ieri pomeriggio. 

Immagine.Frontespizio parere Agenzia

Nei giorni di “bivacco” in aula Giulio Cesare ho avuto modo di parlare con quasi tutti i consiglieri, sia di maggioranza (ed in particolare con Fabrizio Panecaldo in quanto coordinatore della maggioranza) che di opposizione ed in particolare con Sveva Belviso e Davide Bordoni, trasmettendo a tutti per posta elettronica una mia proposta dell’unica soluzione “politica” possibile dignitosa per entrambe le parti.  

La strategia da me sempre ideata per primo ed organizzata poi e messa in atto con gli amici di Basta Cartelloni è andata in crescendo arrivando a trasmettere una lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, fino a culminare nel presidio in aula Giulio Cesare di lunedì scorso 28 luglio 2014 indossando in 20 una maglietta rossa con la scritta in bianco sia davanti che dietro “Roma vuole il PRIP della Leonori”.

Immagine.Foto ricordo.A

La finalità dichiarata è stata quella di combattere apertamente la “premialità” da riconoscere a non meglio individuare ditte “virtuose” portata avanti ostinatamente dal Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, benché ritenuta illecita dall’Avvocatura Comunale e da lui stesso riconosciuta come tale, oltre che non voluta dall’associazione di categoria AIPE e dalla ditta SCI.

 Immagine.Foto ricordo.8

Per far perdere la voglia a Corsetti di mandare avanti un emendamento del genere che rischiava di far annullare l’intero PRIP, sabato scorso 19 luglio ho partecipato di persona ad un convegno organizzato nell’ambito del festival dell’Unità alla presenza sia sua che dell’Assessore Leonori, mettendo in risalto davanti al pubblico presente che non stava facendo nemmeno gli interessi delle ditte che voleva a tutti costi premiare, perché stava di fatto puntando a far bocciare il PRIP. 

Immagine.La Roma che non si arrende

La concomitanza da un lato della lettera trasmessa al Presidente del Consiglio e dall’altro lato della votazione sui camion bar, che aveva fatto scandalo, nonché dell’annuncio del nostro presidio anticipato da “Il Messaggero”, ha spinto il Sindaco Marino ad intervenire di persona avocando a sé ed all’Assessore Leonori il compito di cercare una possibile mediazione con l’opposizione di centro destra che alla fine del pomeriggio dell’atro ieri era data per certa al 17,5 % degli impianti di proprietà comunale (SPQR) da dare in qualche modo non ancora definito alle ditte “virtuose” al di fuori dei bandi di gara.

Ieri mattina presto ho scritto per posta elettronica a tutti i consiglieri di maggioranza un messaggio che esprimeva tutte le mie perplessità sulla mediazione e la perdita totale della qualità del PRIP se non si fosse permesso il bando del Bike Sharing approvando l’emendamento che ero riuscito a far presentare alla lista Alfio Marchini, ma grazie all’interessamento personale del cons. Alessandro Onorato, con cui chiedevo di introdurre i due formati standard europei di mt. 1,20 x 1,80 (anche nella sola Città Storica, ma non nel Centro Storico) e di mt. 3,20 x 2,40 (solo al di fuori grosso modo del raccordo anulare) per finanziare al meglio esclusivamente gli elementi di arredo urbano. 

Ieri mattina ero nuovamente in aula Giulio Cesare dove sono venuto a sapere da Davide Bordoni che la mediazione non si era ancora conclusa e che il 17,5% sarebbe stato caso mai assegnato con un bando di gara, diventato poi procedimento di evidenza pubblica per di più aperto a tutti e non riservato esclusivamente alle ditte “virtuose” del riordino”, a cui sarà tutt’al più concessa una certa priorità tutta da definire. 

Nella stessa mattinata sono venuto a sapere dallo stesso Orlando Corsetti che erano state rimesse le paline con orologio nel centro storico, da cui erano state eliminate invece in sede di controdeduzione: ne ho avito conferma dallo stesso Assessore Leonori che mi ha giustificato come introduzione di “elemento di arredo urbano” questo più che evidente rinnegamento (poi riconosciuto come prezzo da pagare per ottenere la mediazione).

Sono tornato a casa per la pausa pranzo con la netta sensazione che la mediazione stesse producendo un autentico aborto: ho allora preso l’iniziativa di scrivere personalmente all’assessore Leonori ad al capo della sua Segreteria Avv. Leslie Francesco Capone un messaggio di posta elettronica dal seguente titolo “I frutti marci di una mediazione che una maggioranz​a coesa non avrebbe mai dovuto nemmeno iniziare”: pretendevo se fosse andato tutto storto che mi restituisse la maglietta di cui le avevamo fatto omaggio lunedì scorso, perché l’aborto che sembrava che stesse venendo fuori non era più il PRIP della Leonori in quanto rinnegava la possibilità di realizzare il modello Parigi a Roma. 

Il messaggio si chiudeva nel seguente modo: “La prego vivamente di dimostrarmi con i fatti oggi pomeriggio che mi sbaglio di brutto e che non ho buttato al vento mesi e mesi di appassionato e costante lavoro svolto sempre e soltanto nell’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini.” 

Nel pomeriggio di ieri l’Assessore Marta Leonori mi ha dato la dimostrazione che le avevo chiesto con i seguenti importantissimi fatti. 

Proposta di deliberazione n. 59

– Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP – 

La Giunta ha presentato un suo emendamento al 2° paragrafo dell’art. 21 della Normativa Tecnica di Attuazione che testualmente recitava: “In ciascun ambito territoriale non meno del 40% della predetta superficie espositiva è riservata a impianti di proprietà di Roma Capitale affidati in concessione.

L’emendamento della Giunta chiede di sostituire le parole “non meno del 40%” con le parole “il 29%”, per cui il testo ufficiale è ora diventato il seguente: “In ciascun ambito territoriale il 29% della predetta superficie espositiva è riservata a impianti di proprietà di Roma Capitale affidati in concessione”.

Ne deriva che il 29% è equivalente al 17,5% dei 138.000 mq. complessivi, vale a dire a 24.150 mq. totali.

È stato approvato l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle alla normativa tecnica di attuazione del PRIP che all’art. 15 dedicato alla sottozona B1 (centro storico) chiedeva di inserire prima delle parole “destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale” le parole “a muro” ed aggiungere alla fine del punto il seguente inciso:

per una superficie pari ad almeno il 40% della superficie pubblicitaria complessiva della sottozona) nonché a seguire il seguente sottopunto:

2.A – Impianto di pubblica utilità -formato 120 x 180;. 

SIGNIFICA CHE NEL CENTRO STORICO È STATA DATA LA POSSIBILITÀ DI INSTALLARE IL MODELLO STANDARD EUROPEO DA MT. 1,20 x 1,80 PER FINANZIARE IL BIKE SHARING ANCHE NELLA SOTTOZONA B1. 

La stessa possibilità è stata data in generale in tutte e tre le sottozone perché è stato approvato anche l’emendamento della lista Marchini n. 437 che introduce tutti e due i formati standard europei “CONSENTITI ESCLUSIVAMENTE PER SERVIZI E IMPIANTI DI PUBBLICA UTILITÀ”. 

Immagine.Emendamento n. 437

Alle dichiarazioni di voto il cons. Enrico Stefàno a nome dell’intero gruppo ha dichiarato di dare parere favorevole, mentre il cons. Alessandro Onorato a nome della lista Alfio Marchini ha fatto sapere di dare un voto di astensione. 

L’esito del voto con cui è stata approvata a grande maggioranza la proposta di deliberazione n. 59, cioè il PRIP è il seguente:

–       31 voti a favore

–       2 contrari

–       3 astenuti.

Proposta di deliberazione n. 61

– Regolamento di Pubblicità –

 L’Assemblea Capitolina ha approvato l’emendamento n. 3 che ho fatto presentare dal Movimento 5 Stelle e che ha il seguente testo:

Comma 2 septies – Fra le condizioni in eludibili di ogni bando di gara per la ditta che se lo sarà aggiudicato c’é l’obbligo di collaborare con il Comune per la rimozione che si rendesse forzata in caso di inottemperanza da parte delle ditte pubblicitarie che non hanno vinto il bando a smantellare i propri impianti.

Alla ditta che vince un bando può essere demandato anche il compito di curare la repressione di tutte le forme ulteriori di abusivismo commerciale che si venissero e verificare nell’arco del decennio della gestione a lei affidata.

La ditta che vince un bando si impegna a provvedere all’immediato oscuramento di tutti gli impianti abusivi di cui si rendesse comunque necessaria la rimozione forzata della quale debbono parimenti curare ad ogni modo l’esecuzione ai costi che sono stati esplicitati per ogni tipo di rimozione nello stesso bando di gara e che il Comune deve anticipare alla medesima ditta.

Debbo mettere in grande evidenza che l’Assemblea Capitolina ha bocciato gli altri emendamenti sulla disciplina dei bandi di gara che avevo fatto presentare tanto dal Movimento 5 Stelle quanto dalla lista Alfio Marchini, ma ha approvato lo stesso seguente testo della disciplina sotto forma di ordine del giorno n. 22 che avevo cautelativamente fatto presentare dal cons. Athos De Luca:

ORDINE DEL GIORNO N.

(collegato alla proposta di deliberazione n. 61/2014)

Oggetto – Procedure per il rilascio delle autorizzazioni tramite bandi di gara per l’esposizione pubblicitaria e per la locazione degli impianti comunali.

 

Premesso che:

–       Con distinte decisioni n. 35 e n. 36 del 30 aprile 2014 la Giunta Capitolina ha approvato le proposte di deliberazione n. 59, relativa al Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e n. 61, relativa alle modifiche ed integrazioni alla deliberazione consiliare n. 37/2009; 

–       i due suddetti provvedimenti sono collegati alla deliberazione relativa al Bilancio 2014 e propedeutici alla sua adozione; 

Accertato che:

–       la normativa tecnica di attuazione del PRIP non prevede nessuna procedura finalizzata al rilascio delle autorizzazioni tramite bandi di gara per l’esposizione pubblicitaria e per la locazione degli impianti comunali; 

–       la disciplina del Regolamento anche così come modificata ed integrata non prevede parimenti nessuna procedura finalizzata a regolamentare la fase di passaggio per l’entrata a regime, con la decadenza alla data del 31 dicembre 2014 di tutti i titoli autorizzativi degli impianti pubblicitari attualmente installati sul territorio della capitale e il contestuale rilascio delle autorizzazioni decennali di tutti gli impianti individuati dai Piani di Localizzazione; 

Ritenuto che:

–       si renda comunque necessario regolamentare l’intero percorso che deve portare alla entrata a regime con il PRIP prima, i Piani di Localizzazione poi ed infine con i bandi di gara;

IMPEGNA  

il Sindaco, l’Assessore per Roma Poduttiva e la Giunta Capitolina ad introdurre nelle forme e nei modi ritenuti più opportuni la seguente disciplina dei bandi di gara: 

  1. Il parco degli impianti posti a gara deve essere riservato alle seguenti diverse tipologie nelle forme e nei modi che deciderà l’Amministrazione in sede di definizione delle diverse gare: 
  • servizi di pubblica utilità, finalizzati alla realizzazione di una mobilità alternativa;
  • elementi di arredo urbano di pubblica utilità, contenenti in via accessoria superficie pubblicitaria o riferiti ad impianti collegati al finanziamento dei medesimi elementi di arredo urbano come servizi di pubblica utilità;
  • impianti per affissione diretta, pubblicità esterna. 

2. É consentito partecipare in raggruppamento temporaneo d’imprese. Non è sottoposto a gara pubblica, da parte del Comune, il rilascio delle autorizzazioni all’esposizione pubblicitaria su: i mezzi di cui alle lettere e), f), g), h), i), n) e p) dell’art. 4, comma 1; le pensiline e le paline del servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano; i contenitori di rifiuti solidi urbani, le cabine di trasformazione elettrica; le edicole di rivendita dei giornali, i banchi fissi di commercio e gli impianti che siano collocati nelle aree dei mercati rionali come previsto dall’art. 8 bis del Regolamento per le attività commerciali su aree pubbliche di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 35/2006. 

3. A seguito della approvazione dei Piani di Localizzazione, che dovranno stabilire il numero, la posizione esatta e le dimensioni anche di ogni impianto di proprietà privata da installare su suolo pubblico, il Comune provvede al rilascio delle autorizzazioni per gli impianti individuati dai Piani di Localizzazione approvati, previa gara pubblica per ognuno dei lotti in cui verrà suddivisa la città e di cui faranno parte, secondo le tre tipologie indicate al precedente comma 1. 

4. Come condizione ineludibile del primo bando di gara va posta la automatica decadenza delle autorizzazioni di tutti gli impianti esistenti, che risultino ancora installati sul territorio, di proprietà delle ditte che non avranno vinto il bando di gara, con la perdita immediata del conseguente “diritto acquisito” e l’obbligo di rimozione di tali impianti a loro cura e spese. 

5. In caso di inerzia, il Comune provvede alla rimozione forzata con la collaborazione della ditta che ha vinto il bando.  

6. La ditta singola o associata che si aggiudica ogni specifica gara ha diritto ad installare esclusivamente il numero fisso degli impianti che sono stati individuati nei rispettivi Piani di Localizzazione e che vengono autorizzati per una durata pari a dieci anni, trascorsi i quali il Comune provvede ad indire un nuovo bando per la gestione dello stesso identico numero di impianti. 

7. Gli impianti già regolarmente installati a seguito della aggiudicazione del rispettivo bando di gara che dovessero essere successivamente rimossi in modo temporaneo o definitivo per cause comunque di forza maggiore hanno diritto ad essere ricollocati per lo stesso periodo temporaneo oppure definitivamente nelle posizioni individuate dai Piani di Localizzazione per impianti di pari superficie espositiva destinati a pubblicità temporanea. 

8. A seguito della approvazione dei Piani di Localizzazione il Comune provvede altresì al rilascio delle concessioni per gli impianti di sua proprietà (SPQR) individuati dai Piani di Localizzazione approvati, previa gara pubblica per ognuno dei lotti in cui verrà suddivisa la città e di cui faranno parte, secondo le tre tipologie indicate al precedente comma 1. 

9. La ditta singola o associata che si aggiudica ogni gara ha diritto ad una locazione degli impianti comunali che ha durata pari a dieci anni. 

10. Al termine del decennio il Comune provvede ad indire nuovi bandi di gara ed a concedere la locazione per altri dieci anni alla ditta singola o associata che si sarà aggiudicata ogni specifico bando di gara. 

11. Fra le condizioni ineludibili di ogni bando di gara per la ditta che se lo sarà aggiudicato c’é l’obbligo di collaborare con il Comune per la rimozione che si rendesse forzata in caso di inottemperanza da parte delle ditte pubblicitarie che non hanno vinto il bando a smantellare i propri impianti. 

12. Alla ditta che vince un bando può essere demandato anche il compito di curare la repressione di tutte le forme ulteriori di abusivismo commerciale che si venissero e verificare nell’arco del decennio della gestione a lei affidata. 

13. La ditta che vince un bando si impegna a provvedere all’immediato oscuramento di tutti gli impianti abusivi di cui si rendesse comunque necessaria la rimozione forzata della quale debbono parimenti curare ad ogni modo l’esecuzione ai costi che sono stati esplicitati per ogni tipo di rimozione nello stesso bando di gara e che il Comune deve anticipare alla medesima ditta.

Sono stati approvati anche una serie degli emendamenti presentati dalla Commissione Commercio, di cui non ho al momento gli esatti particolari, ma posso dire che di quelli più pericolosi è stato riformulato il testo come nel caso dell’art. 19 che attualmente recita: “ … Il Piano: applica i criteri di cui al successivo art. 20 per ciascuna area omogenea del territorio comunale, di cui al medesimo art. 20, comma 1, lett. A); suddivide, ai fini di cui all’art. 7, comma 2, il territorio comunale in massimo dieci sottozone, una delle quali coincidente con la predetta “zona a traffico limitato” e le altre tali da ricomprendere, per quanto tecnicamente possibile in modo equilibrato, le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui all’art. 20, comma 1, lett. A) e B). Il Piano può essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale anche per singole sottozone. 

La versione finale del testo sfornata ed approvata il 1 luglio del 2014 dalla Commissione Commercio presieduta da Orlando corsetti si è “inventata” non più di suddividere il territorio in 10 sottozone ma di individuare massimo “dieci circuiti, corrispondenti ad altrettanti lotti di gara” che interessino (secondo lo stesso testo attualmente vigente) in modo equilibrato le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui alal’rt. 20, comma 1, lett. A e B, con l’aggiunta della precisazione “che ricomprendano impianti ricadenti proporzionalmente in tutti i municipi, a garanzia di un’omogeneità commerciale ed economica complessiva” e che il PRIP può essere approvato anche “per singoli circuiti“.  

Il testo così come riformulato dalla Giunta capitolina è diventato ora il seguente: “Il Piano: applica i criteri di cui al successivo art. 20 per ciascuna area omogenea del territorio comunale, di cui al medesimo art. 20, comma 1, lett. A); suddivide, ai fini di cui all’art. 7, comma 2, il territorio comunale in circuiti tali da ricomprendere, per quanto tecnicamente possibile in modo equilibrato, le diverse “aree omogenee” e tipologie stradali di cui all’art. 20, comma 1, lett. A) e B). Il Piano può essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale anche per singole sottozone “. 

L’esito del voto con cui è stata approvata a maggioranza anche la proposta di deliberazione n. 61, cioè le modifiche e le integrazioni al Regolamento di Pubblicità è il seguente:

–       presenti: 37

–       votanti: 35

–       favorevoli: 25

–       contrari: 8

–       astenuti: 2

Si tratta di un risultato che considero gigantesco e che comunque entrerà a far parte della storia buona della città di Roma: me ne considero orgoglioso per la quota parte di contributo che ho dato per raggiungere questo importante traguardo.

Ho voluto baciare personalmente l’Assessore e farmi mettere una sua firma autografa sulla maglietta rossa che ho indossato anche ieri pomeriggio.

 Immagine.Firma della maglietta di Bosi

 

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

 

 

 

  

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Vas