Le terre pubbliche sono un bene comune, un errore privilegiare la vendita

È stato reso noto l’altro ieri dal Ministro delle politiche agricole Martina il Decreto terrevive attuativo, a firma congiunta con il Ministro dell’economia, che dà il via all’operazione “terre pubbliche ai giovani”, a partire da oltre 5.500 ettari di terreni di proprietà dello Stato.

È stato diffuso al riguardo il seguente comunicato stampa dalla senatrice Loredana De Petris (Sinistra Ecologia e Libertà)

Immagine.Loredana De Petris

COMUNICATO  STAMPA

 AGRICOLTURA-TERREVIVE: De Petris (SEL) “Le terre pubbliche sono un bene comune, un errore privilegiare la vendita”

Il decreto dei ministri Martina e Padoan destina l’80% dei terreni all’alienazione, in affitto solo quelli che nessuno vorrà acquistare 

            28/07/14 – “Le terre di proprietà pubblica sono un bene comune ed è un errore destinarle prevalentemente alla vendita, anche perché gran parte dei giovani agricoltori non hanno le risorse per acquistarli. Chiediamo che il decreto sia corretto con un diverso equilibrio nelle scelte che dia spazio prevalente alla locazione.”

            Loredana De Petris, senatrice di SEL e capogruppo del Misto, così commenta il decreto reso noto oggi dal Ministro delle politiche agricole Martina con il primo elenco dei terreni di proprietà pubblica da destinare ai giovani agricoltori, in attuazione dell’art.66 del decreto-legge n.1 del 2012.

            “È un fatto positivo – prosegue la senatrice – che finalmente l’Agenzia del Demanio e altri Enti pubblici abbiano aperto i cassetti e messo a disposizione oltre 5.000 ettari. Già durante il dibattito parlamentare abbiamo però segnalato il rischio che l’alienazione di queste proprietà finisca per dare spazio a interessi estranei all’agricoltura, mentre l’attenzione prioritaria non deve essere quella di ‘fare cassa’, ma di salvaguardare un patrimonio di ambientale di grande valore“.

            “Evidentemente il ministro Martina – conclude l’esponente di SEL – ha subito il diktat del Ministro dell’economia, co-firmatario del decreto. Ci auguriamo ora che questa scelta possa essere messa in discussione, anche sulla base delle esperienze già in corso, promosse da alcune Regioni e Enti locali, che hanno invece scelto la strada dell’affitto.

 

 

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