Articolo di Andrea Colombo pubblicato il 3 dicembre 2014 con questo titolo su “Il Manifesto”. ***************************************** Gli arrestati sono 37, gli indagati 40, ma il conto potrebbe lievitare ulteriormente nei prossimi giorni. Sono nomi pesanti, sia quelli del «mondo di sopra», a partire dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, indagato, sia quelli del «mondo di sotto», il sottobosco criminale della capitale, del quale fanno parte Massimo Carminati, arrestato, e Gennaro Mokbel, per il quale la gip Flavia Costantini non ha convalidato la richiesta di arresto. Il copyright delle definizioni di cui sopra, il «mondo di sopra» e quello di «sotto», è dello stesso Carminati. Le aveva usate nel corso di una conversazione intercettata che ha dato il nome all’inchiesta: «Mondo di Mezzo». Quello in cui si incontrano i colletti bianchi, gli uomini del potere a Roma, e i malavitosi che si sono fatti le ossa sulla strada, sulla piazza già ai tempi lontani della banda della Magliana. Tra i primi ci sono l’ex sindaco Alemanno, il suo capo della segreteria Antonio Lucarelli, Luca Gramazio, ex consigliere comunale e oggi regionale, Luca Odevaine, ex capo della segreteria del sindaco Veltroni, oggi responsabile dell’accoglienza per i richiedenti asilo, Franco Panzironi, ex ad dell’Ama, l’azienda dei rifiuti, Riccardo Mancini, ex ad di Eur spa, i “colletti bianchi” dell’era Alemanno. Tra i secondi lo stesso Carminati, indicato dagli inquirenti come capo dell’organizzazione, Ernesto Diotallevi, un pezzo da novanta della criminalità romana da decenni, Giovanni De Carlo, suo erede, il già ricordato Mokbel. A tutti è contestata l’associazione mafiosa ex 416bis. Un’imputazione discutibile, e gli stessi inquirenti se ne rendono probabilmente conto, tanto che nell’ordinanza di arresto dissertano a lungo e dottamente per giustificare l’addebito. Agli arrestati e agli indagati, ha chiarito il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, non vengono accreditati rapporti di complicità […]