Il prezzo che paga il Paese

 

Immagine.Il Sole 24 Ore 9.4.2015

Postilla

La vicenda cui fa riferimento l’articolo è stata descritta in un articolo pubblicato il 3 aprile 2015 sul “Corriere della Sera” di cui riportiamo la seguente parte.

Un comitato spontaneo di cittadini e associazioni ambientaliste ha bloccato l’entrata in funzione della linea elettrica ottenendo dalla magistratura i sigilli sul «traliccio 40» situato sulla pendici del monte Raunuso, comune di Saponara, sponda siciliana dell’opera. 

Il 15 marzo scorso il gip di Messina, a chiusura delle indagini, ha confermato il sequestro del palo, giudicato abusivo in quanto eretto nell’area protetta dei Monti Peloritani, dove ogni costruzione invasiva, compresi gli elettrodotti, non può essere realizzata. 

Eppure tutti gli enti interessati (Soprintendenza, Regione, comuni, ministero e via dicendo) avevano dato il loro ok al passaggio dei cavi sul monte Raunuso. 

E allora che cosa è successo? 

Che nelle more dell’iter burocratico (iniziato nel 2003) sui monti Peloritani sono entrati in vigore nuovi vincoli ambientali inesistenti quando si cominciò a disegnare l’elettrodotto. 

E in questa crepa si sono infilate le proteste degli ambientalisti, contrari all’opera per una serie di ragioni molto più articolate.

Tattica efficace, fin qui, perché il passaggio della corrente dal continente all’isola, programmato entro la fine del 2015, adesso rischia di essere rinviato sine die a causa dell’intoppo giudiziario del palo numero 40. 

Per sbloccare la situazione le strade sono due: o attendere l’esito del processo o presentare un ricorso in Cassazione per ottenere il dissequestro del traliccio. 

Canta vittoria, ma fino a un certo punto, Gianni Mento, in rappresentanza degli oppositori dell’opera: «Abbiamo sganciato un bel siluro, ma come si suol dire abbiamo vinto una battaglia, non la guerra». E allora quale sarebbe l’obiettivo finale? «La valle del Mela, che è attraversata dall’elettrodotto, ha già gravi problemi ambientali; in alcuni tratti i cavi dell’alta tensione passano vicinissimi alle case. E l’inquinamento elettromagnetico bene di sicuro non fa. Avevamo proposto che la linea passasse altrove ma i comuni si erano già accordati con Terna e dire no ai soldi offerti come compensazione è stato difficile. Sarebbe stato grave se alla società fosse stato consentito di fare in un’area protetta ciò che ai comuni cittadini è vietato. La legge sia uguale per tutti». 

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(da “Tempostretto”, quotidiano online di Messina e Provincia, del 20 marzo 2015) Il Comitato Mamme per la Vita di Saponara ha accolto la notizia con gioia, ringraziando “per l’inoppugnabile e meticoloso lavoro, Gianni Mento dell’associazione “MAN”, l’avvocato Nino La Rosa e l’avvocato Carmelo Picciotto”. 

Il comitato esprime “grande indignazione per l’atteggiamento arrogante e mendace con cui Terna cerca di intimidire i cittadini, prospettando scenari di enormi disagi, dai blackout al danno economico per mancato sviluppo infrastrutturale ed economico del Paese”.

Secondo il Comitato, il grave danno arrecato ai comuni che vanno da Villafranca Tirrena a San Filippo del Mela, è da attribuire a chi “con l’azienda si è seduto ai tavoli delle concertazioni nelle segrete stanze, violando così il diritto dei cittadini all’autodeterminazione e mancando di fare rispettare le leggi vigenti in materia di tutela ambientale”. 

Non si comprende – si legge nella nota del Comitato – quale motivo o interesse abbia indotto i nostri amministratori a non fare rispettare i vincoli ricadenti nel territorio di Saponara.

È deprecabile che sia dovuta intervenire un’associazione ambientalista per fare rispettare i divieti imposti dalla Soprintendenza e dalla Regione Sicilia a tutela e valorizzazione del nostro territorio.

Con le sue rabbiose esternazioni, è evidente che Terna si permette di mettere in discussione l’operato della magistratura, cui noi invece ci affidiamo con fiducia e speranza di giustizia”.

Noi non ci arrenderemo – termina la nota – e continueremo a lottare civilmente, come abbiamo fatto sino ad oggi, informando, sensibilizzando e anche, ove necessario, protestando duramente per tutelare il nostro territorio e la salute delle nostre famiglie, nella speranza di lasciare ai nostri figli un mondo migliore”.

 

 

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