“Cari amici, è arrivato alla Segreteria generale del Movimento Sem Terra Brasile la segnalazione di questo brevissimo video che riferisce i risultati sui pesticidi presenti nei campioni di urine di una famiglia, prima e dopo 2 settimane di passaggio da cibo industriale a cibo biologico, con la quasi scomparsa dei pesticidi nelle urine. Il video EFFETTO ORGANICO è di COOP Sverige, catena svedese di supermercati che vende solo biologico. Nel video interviene il DR. Jorgen Magner – dello Swedish Enviromental Research Institute di Stoccolma, allego il testo del suo lavoro, una ricerca pilota, che è stata considerata seria da una dottoressa assai esperta dell’ISDE ( Medici per l’ambiente ). Oltre a far circolare informazioni sui pesticidi e i loro effetti dannosi su ambiente e uomini ( sui bambini e le donne gravide !!) , penso sia da prendere in considerazioni la pratica di organizzare analisi su gruppi di pesone e risorse ambientali come l’acqua. https://www.youtube.com/watch?v=oB6fUqmyKC8 Nelle marche alcune associazioni (alla luce dei risultati di ISPRA sulle analisi eseguite scandalosamente solo in Lombardia) stanno organizzando controlli sul glifosato presente nelle acque superficiali di fiume, acque captate per uso potabile. Qualche anno fa i Comitati della Val di Non hanno fatto analisi sugli abitanti delle zone circostanti le coltivazioni di mele ( non sui contadini!) e hanno trovato presenze importanti di pesticidi, mentre le analisi fatte dall’ASL non ne avevano trovate. In molti paesi europei ( ma non in Italia) gli Amici della Terra hanno organizzato analisi di gruppi di cittadini, trovando assai frequentemente glifosato nelle urine: da dove proviene questo glifosato? Forse anche dai residui presenti nei mangimi ( soprattutto soia OGM ) usati in quasi tutti gli allevamenti e che poi possono passare nei prodotti di carne e latte? Certamente sono scarsissimi i controlli fatti dai Ministeri dell’ Agricoltura […]
Archivi Giornalieri: 16 Settembre 2015
AOSTA – È di 4.808,73 metri l’attuale altezza del Monte Bianco, 1,29 metri in meno rispetto all’ultima misurazione del 2013 che era di 4.810,02 metri. È quanto emerge dalle misurazioni effettuate ieri dai tecnici dell’istituto di misurazione geografica francese (Ign). La quota della cima più alta d’Europa varia a seconda delle precipitazioni e del vento: sulla calotta terminale, infatti, si può accumulare la neve che va a ricoprire l’ultimo picco roccioso (che si trova a 4.792 metri). (ANSA del 10 settembre 2015, ore 15:53)
L’art. 35 del decreto 133/2014 – che il linguaggio propagandistico ormai invalso in politica ha battezzato “Sblocca Italia” – contrasta, nell’ordine, con l’art. 6 par. 3 del Reg. 850/04/CE che impone agli Stati Membri nell’esaminare proposte di costruzione di nuovi impianti o modifiche significative ad impianti esistenti di considerare in via prioritaria i processi, le tecniche o le pratiche alternative che hanno vantaggi analoghi, ma evitano la formazione e il rilascio di inquinanti organici persistenti; con la gerarchia in materia di gestione dei rifiuti – che è vincolante – prescritta dalla direttiva 2008/98/CE e che pone il ricorso all’incenerimento, ancorché con recupero di energia, al penultimo dei cinque punti in cui si articola; con parecchie disposizioni concernenti la definizione e la conseguente disciplina delle modifiche sostanziali negli impianti di incenerimento di cui alla direttiva IPPC 2010/75/UE, tra le quali in particolare quelle sull’obbligatorietà del rifacimento della VIA e quelle che tutelano la partecipazione del pubblico nelle decisioni in materia ambientale. Da sottolineare, in particolare, che in esso si fa ricorso, per aggirare il problema degli obblighi discendenti dalla modifica sostanziale, all’escamotage – che non ci salverà da future sanzioni – del riferimento alla saturazione del carico termico quando tutta la legislazione UE incentra il concetto di modifica sostanziale sulla quantità di tonnellate di rifiuti bruciati all’ora. Evidentemente le condanne passate sui vari tentativi di evitare la VIA non ci sono bastate. Per fare un esempio vicino a noi, lo scorso luglio l’inceneritore del Gerbido è stato autorizzato a bruciare 490.000 t l’anno in base al richiamato art. 35, cioè 69.000 t annue in più di prima, senza rifacimento della VIA e senza partecipazione del pubblico, poco meno del triplo di quello che per il punto 5.2 dell’All. I della direttiva IPPC rappresenta modifica sostanziale con i conseguenti obblighi […]