Archivi Giornalieri: 11 Giugno 2016

  La protesta dei “no grandi navi” del settembre 2012, con l’intervento dell’elicottero della Polizia VENEZIA. Tutti assolti i 49 “No grandi navi” a processo con l’accusa di “inosservanza ai provvedimenti dell’autorità” per la loro manifestazione del 16 settembre 2012, quando un corteo acqueo di manifestanti si diede appuntamento davanti a punta della Dogana, per impedire l’uscita dei grandi transatlantici. Così ha deciso venerdì 10 giugno il Tribunale di Venezia, assolvendo gli imputati dall’accusa di aver violato l’articolo 650 del codice penale: per dodici di loro, il pubblico ministero Giorgio Gava aveva invece chiesto la condanna a 10 giorni di arresto e 300 euro di ammenda. La polemica contro l’invasione delle grandi navi da crociera in laguna era in quei mesi all’apice. Si erano contate agli ormeggi della Marittima anche sei grandi navi contemporaneamente. E il comitato aveva organizzato una grande manifestazione di protesta. Barche, barchini, cortei colorati. E al momento del passaggio delle grandi Msc e Costa in canale della Giudecca anche qualche scontro con la polizia. Che aveva fatto intervenire addirittura un elicottero per fermare i barchini dei dimostranti. Tra gli imputati (assolti) anche Tommaso Cacciari, Marta Canino, Gaia Alberti, Nicolò Bocenti, Luciano Mazzolin. “Non abbiamo fatto nulla se non manifestare in modo del tutto pacifico il nostro pensiero e quello di migliaia di veneziani contro l’invasione delle grandi navi in laguna“, ha detto Cacciari, “sono state le forze dell’ordine a intervenire in modo sproporzionato addirittura con elicottero“. Tommaso Cacciari   Elicottero che sorvolava a bassa quota le barche dei dimostranti: “Un rischio grande, ma noi non facevamo nulla“, dice Cacciari.    (Articolo pubblicato con questo titolo il 10 giugno 2016 su “La Nuova di Venezia e Mestre”)

  Il Messaggero 11.06.2016

  Giorgio Nebbia Il 5 giugno di ogni anno si celebra la, quest’anno quarantaquattresima, giornata dell’ambiente proclamata nel 1972 in occasione dell’apertura della Conferenza delle Nazioni Unite di Stoccolma sul tema: “L’uomo e l’ambiente”. Quest’anno le Nazioni Unite propongono come tema la lotta al commercio illegale di specie vegetali ed animali e di loro parti come le zanne di elefante o le pelli di tigre. Un problema importante perché tale commercio è alimentato dal bracconaggio e da operazioni illegali e criminali che provocano la perdita della biodiversità da cui dipendono la stessa sopravvivenza delle specie, alla lunga della nostra stessa specie. La giornata mondiale dell’ambiente rappresenta una occasione per leggere ancora una volta, tutte insieme, le forme in cui l’ambiente viene modificato, le cause delle modificazioni, i danni umani e anche gli effetti economici che le violenze all’ambiente provocano. La prima cosa che viene in mente riguarda le modificazioni climatiche i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti, anche in questi giorni di fine primavera; da Parigi a Bari, da Milano alle campagne tedesche e romene. Piogge improvvise cadono su città di asfalto e su campi supersfruttati e l’acqua non trova più le sue strade naturali di scorrimento e dilaga nelle cantine, esplode dalle fognature, distrugge coltivazioni agricole pregiate. Ormai, con buona pace dei negazionisti, non c’è più dubbio che tali violenze climatiche derivano dalla continua, crescente modificazione della composizione chimica dell’atmosfera, la quale, a sua volta è dovuta non a punizioni divine, ma ad azioni lecite e anzi lodevoli: all’uso dei combustibili con cui oltre un miliardo di autoveicoli sulle strade del mondo trasportano persone e merci e tengono in moto l’economia, con cui le fabbriche producono cose utili e benefiche come acciaio per la costruzione delle abitazioni, dai lussuosi grattacieli del Golfo Persico, alle periferie che continuamente […]