Secondo lo studio “Paris Agreement climate proposals need a boost to keep warming well below 2 °C” pubblicato su Nature da un team di ricercatori europei, sudafricani, brasiliani, cinesi ed australiani, guidato dagli scienziati dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Vienna, l’impegno dei singoli Paesi a ridurre le emissioni di gas serra dovrebbero essere rafforzate per «limitare i futuri cambiamenti climatici ben al di sotto del limite dei 2° C compreso nell’Accordo di Parigi». Infatti lo studio evidenzia che gli impegni presi a Parigi nel dicembre 2015 porterebbero ad aumento della temperatura globale di 2,6 – 3,1° C entro la fine del secolo e che la quantità carbonio che permetterebbe di limitare il riscaldamento globale mantenendosi al di sotto dei 2° C potrebbe essere emessa già entro il 2030. Un trend che ci porterebbe sicuramente a sforare il limite massimo del 2° C, per evitare gli effetti più pericolosi dei cambiamenti climatici, ma che soprattutto ci porterebbe a raddoppiare l’obiettivo più ambizioso degli 1,.5° C. Il principale autore dello studio, Joeri Rogelj dell’IIASA, sottolinea che «l’accordo di Parigi è stato un risultato storico per la risposta del mondo ai cambiamenti climatici, l’obiettivo di limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5° C e 2° C. Si mette in atto un quadro flessibile per una trasformazione a lungo termine verso una società low-carbon. Ma la nostra analisi dimostra che queste misure devono essere rafforzate, in modo da avere una buona possibilità di mantenere il surriscaldamento ben al di sotto dei 2° C, per non parlare degli 1.5° C». Il nuovo studio fornisce un’analisi approfondita degli impegni che i Paesi hanno presentato in occasione della COP21 Unfccc di Parigi gli Intended Nationally Determined Contributions (INDCs). Per valutare quel che accadrà dopo il periodo di impegno che si conclude nel 2030, […]