Basta scherzare con l’Italia e con gli italiani

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo di Silvano Miniati, politico ed attuale consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).

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Silvano Miniati

Nel decidere di pubblicare questo modesto contributo, ho dovuto superare alcune difficoltà compresi i miei acciacchi personali.

Se guardiamo però alla situazione dell’Italia e del Mondo, i miei acciacchi rappresentano solo insignificanti quisquiglie rispetto a quello che circonda o che si prevede.

Gli amici sanno che avevo deciso di tenermi lontano dalla mischia che consideravo si sarebbe accesa attorno al referendum.

Purtroppo non è possibile perché la realtà è cambiata radicalmente già in questi mesi e da quanto si annuncia potrebbe continuare a cambiare anche con colpi di scena rilevanti.

Vorrei intanto chiarire che con la riforma istituzionale non si risparmia affatto quello che viene annunciato come una sorte di miracolo.

Si ripete invece quanto è già successo con a chiusura delle province.

Infatti, LE PROVINCE SI SONO CHIUSE, MA I RISPARMI NON SI SONO REALIZZATI; ANZI, A BEN VEDERE E POSSIAMO DIMOSTRARLO, LE PROVINCE DI OGGI COMPORTANO UNA SPESA MAGGIORE DELLE PROVINCE DI IERI. 

Il CNEL ci viene ogni giorno indicato come un grande esempio razionalità, risparmio e chiarezza.

Al momento, una affermazione non vera e che suscita solo ilarità.

L’unica cosa chiara per quanto riguarda il CNEL è che il Corriere della Sera, ha vinto la propria battaglia.

Poco importa se in questa battaglia sono stati usati anche argomenti scorretti e dati discutibili.

Quello che conta è aver vinto.

Il CNEL è stato prima massacrato pubblicamente, e poi incluso negli enti autorevoli da abolire.

Il CNEL è comunque alla fine, l’unico ente autorevole e di rilevanza costituzionale abolito grazie anche alla dabbenaggine dei sindacati che non hanno certo ostacolato i disegni del governo e di Catricalà.

La chiarezza sul CNEL che il governo propaganda con enfasi non esiste.

Infatti, sono stati aboliti tutti i piccoli organismi composti da persone elette o nominate e che rappresentavano, guarda caso, la parte che costava di meno.

È stato lasciato in piedi l‘impianto formalmente burocratico, dipendenti compresi, i quali, con il passare del tempo e senza impegni concreti, hanno visto crescere i loro stipendi.

A tutti coloro che si sono beati per la chiusura del CNEL, Casini, Corriere della Sera, Catricalà in testa, occorre oggi far notare che solo se fosse presente la struttura che faceva capo a Dell’Aringa e compilava ogni anno il rapporto sul mercato del lavoro, non dovremmo star qui a domandarci se l’occupazione cresce o diminuisce, se nuovi entrati sono più delle perdite e quindi se i dati dell’ISTAT siano credibili.

Il CNEL forniva ogni anno il rapporto e lo rendeva pubblico, non preoccupandosi affatto se i dati che emergevano finivano per convalidare le scelte del governo o per contraddirle.

Potremmo citare cento esempi per dimostrare che molti dei risparmi propagandati dai sostenitori del “sì” non esistono.

Di questo almeno, dovremmo prendere atto.

Alla confusione che è stata creata da Matteo Renzi, con l’annuncio che avrebbe legato la sua Sorte politica all’esito del referendum, si è data una spinta in avanti con l’intervento di Giorgio Napolitano che ha dato anche il via alla possibile rimessa in discussione dell’Italicum.

In questi giorni, si è discusso molto delle ipotesi di modifica dell’Italicum.

Renzi ha coperto la campagna di coloro che improvvisamente ci hanno spiegato che l’Italicum non era un problema, che si poteva anche cambiare, in barba ovviamente ai tanti dirigenti nazionali del PD, della pattuglia di Alfano, che non ci avevano spiegato che per loro, l’Italicum era importante soltanto se produceva i risultati elettorali desiderati.

Ora che quei risultati elettorali previsti appaiono non proprio del tutto scontati, si reagisce anche continuando a lanciare insulti ai sostenitori del NO, e a sostenere l’avvento ad uno scenario catastrofico se dovesse invece vincere il NO.

Per 2 o 3 giorni, ci è stato detto e promesso che Renzi avrebbe preparato una proposta di modifica dell’Italicum.

Questa mattina, ci ha invece annunciato che questa è un’ipotesi del tutto campata in aria e che Renzi non farà nessuna proposta di modifica, né Renzi come presidente del Consiglio, né il PD come partito più importante dello schieramento politico.

A questo punto, non rimane che prendere atto che richiamare il problema dell’Italia e degli italiani, rischia di dedicarsi all’aria fritta.

Dobbiamo capire in modo tranquillo che non sarà la fine del mondo.

Nell’assumere questo atteggiamento, dobbiamo chiarire che noi non vogliamo più essere presi per i fondelli.

Una volta si sarebbe detto, quella parte del corpo è mia, e me la gestisco io.

Ora basta.

Se non si è italiano all’estero, rischiando così di essere manipolato, puoi assumere un atteggiamento molto sereno.

Alla fine, si tratta solo di referendum.

Il mondo non crolla se vince il NO ma neppure se vince il SI.

Basta con le esagerazioni.

Io, per quanto mi riguarda, senza chiedermi se i ragazzi del NO siano davvero tanti o pochi, mi limito a dire chiaramente, io ci sono.

Silvano Miniati

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