Archivi Giornalieri: 1 Marzo 2017
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Il lago di Bracciano continua lentamente a scomparire ed ora, dopo gli allarmi dei mesi scorsi, si inizia a parlare di “disastro ambientale ambientale da scongiurare”. Continua a non piovere e i prelievi di Acea Ato2, da molti individuati come concausa del problema, non si fermano. Il livello delle acque, non bastasse il calo sotto lo zero idrometrico, appare, anche ad occhio nudo, compromesso. Un vero e proprio caso che, giorno dopo giorno, sta vedendo aumentare la preoccupazione di cittadini e istituzioni locali. A raccogliere l’allarme la Regione Lazio. A provare a sbrogliare la matassa sarà direttamente il presidente Zingaretti che dopo le numerose richieste di attenzione dei sindaci del territorio, partite già dallo scorso novembre, ha convocato un tavolo per affrontare istituzionalmente quella che è ormai a tutti gli effetti un’emergenza. A rischio non è solo l’ecosistema lacustre. Il lago, ritirandosi, sta portando alla luce molti rifiuti, anche pericolosi: pneumatici di automobili e in qualche caso lastre di eternit. Tra le sorprese emerse dai fondali anche residuati bellici che i carabinieri artificieri di Roma hanno fatto brillare sulla riva della zona di Vigna di Valle. A risentirne anche il turismo. Il caratteristico battello, quello che fa il giro del lago, se i livelli dovessero continuare a scendere potrebbe ben presto incontrare difficoltà ad uscire. Prospettive tutt’altro che rosee anche per gli stabilimenti: sugli arenili infatti si stanno depositando detriti e carcasse di animali. Nella località paleolitica “La Marmotta” – un villaggio di palafitte sommerse – rischiano di andare in frantumi i pali che sorreggono le costruzioni. Allarme anche per la zona delle “Pantane”, sul golfo di Trevignano, una zps “Zona a protezione speciale”, nonché sito di rilevanza comunitaria. La situazione non è migliorata dallo scorso 30 gennaio dopo l’incontro presso il Consorzio del Lago, nel corso del quale […]
Greenpeace, Legambiente, Wwf, Italian Climate Network, Coordinamento Free e Kyoto Club hanno rivolto un appello congiunto al ministro dell’ambiente, Gianluca Galletti: «L’Italia deve avere un ruolo propulsivo per rendere efficace il meccanismo dell’Emission Trading, non attestandosi su posizioni di mera difesa di alcuni settori e aiutando così mediazioni al ribasso, ma contribuendo a rendere davvero efficace lo schema quale strumento di lotta al cambiamento climatico e riconversione dell’economia. È essenziale che la Ue riaffermi la propria leadership a livello globale sul clima.» L’ordine del giorno della riunione dei ministri dell’ambiente dell’Unione europea di domani a Bruxelles, prevede l’esame della revisione dell’Emission trading scheme (ETS), il meccanismo europeo di scambio delle emissioni «il cui obiettivo dovrebbe essere quello di far pagare gli emettitori di CO2 per disincentivarli dal bruciare combustibili fossili e rendere disponibili risorse per le tecnologie pulite e il risparmio energetico – ricordano le associazioni italiane – L’esame della riforma è il primo passo nell’ambito del Pacchetto Clima-Energia 2030, teso a preparare la Ue a dare il proprio contribuito al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul Clima. Sarà decisiva la scelta del Governo italiano: starà con il fronte più avanzato dei Paesi che (seppur con ancora troppa prudenza) vogliono davvero ridurre le emissioni o invece dietro a dichiarazioni retoriche andrà ancora a braccetto con la Polonia e ii paesi meno ambiziosi?». Infatti, l’Ets votato dal Parlamento europeo è stato bollato come favorevole ai grandi inquinatori da Corporate europe observatory (Ceo) e da organizzazioni come Attac e anche le associazioni italiane sottolineano che «grazie a obiettivi di riduzione delle emissioni troppo modesti, furbizie, scappatoie che hanno permesso di partire da livelli di emissione superiori a quelli reali, creando un surplus di quote, nonché generose elargizioni di quote gratuite, il sistema Ets in questi anni non è riuscito a raggiungere l’obiettivo di ridurre le […]
Cari Soci e Amici della Fondazione, siamo lieti di invitarvi al consueto Meeting di Primavera della Fondazione, che quest’anno si terrà a Roma il 5 aprile presso la Casa dell’Architettura, a partire dalle ore 14:30 in cui presenteremo La Città Futura: Manifesto della green economy per l’architettura e l’urbanistica, in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2017. Il Manifesto indica un percorso in sette passaggi per realizzare la città del futuro e, in tale contesto, la green economy rappresenta per l’architettura e l’urbanistica una scelta di fondo, imprescindibile e necessaria per trasformare le sfide – ecologiche e climatiche, ma anche economiche e sociali – in straordinarie occasioni di rilancio e riqualificazione delle città. L’incontro prevede, oltre alla relazione introduttiva del nostro Presidente Edo Ronchi e di Fabrizio Tucci, coordinatore del Gruppo di lavoro degli Stati Generali della Green Economy, anche la partecipazione di relatori internazionali di alto profilo. Vi ricordiamo che per motivi organizzativi e visto il numero limitato di posti sarà possibile iscriversi all’evento fino al 15 Marzo. Di seguito il link per registrare la propria presenza all’evento: Form di Registrazione Online | link |
A due mesi dalla revoca delle concessioni delle occupazioni di suolo pubblico per la mancanza del parere necessario della Soprintendenza, a Ponte Milvio tornano i tavolini. Dopo l’approvazione del Piano di Massima Occupabilità da parte del Municipio XV il piazzale tenta così di tornare alla normalità: i limiti degli spazi esterni utilizzabili sono infatti stati ridisegnati in modo che il cono visivo dalla Chiesa Gran Madre di Dio alla Torretta Valadier, e viceversa, sia libero e sgombro da strutture. Già ripopolato, e non solo grazie alla sentenza del TAR a beneficio dei tavolini di Panificio Nazzareno, il lato tra via Flaminia e viale di Tor di Quinto; ancora vuoto e piuttosto mesto quello con alle spalle Largo Maresciallo Diaz, interessato proprio di recente da ulteriori modifiche. “Nello storico quartiere di Ponte Milvio, tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, si respira una nuova aria. Sono infatti state rilasciate le nuove occupazioni di suolo pubblico, finalmente conformi al Piano di Massima Occupabilità” – hanno fatto sapere dal M5s del Municipio XV ringraziando le direzione e gli uffici di via Flaminia 872 “per lo straordinario lavoro svolto”. “Ritornano i tavolini di fronte ai locali, ma ordinatamente disposti. Finalmente – hanno sottolineato i grillini del Quindicesimo – è stato raggiunto l’equilibrio tra lo spazio pubblico concesso agli esercenti e quello aperto alla libera fruizione”. Restano adesso da sistemare però i rotazionali e i chioschi con questi ultimi che intanto, grazie alla sentenza del TAR, rimarranno al loro posto almeno fino al 6 giugno quando si riunirà la prossima camera di consiglio: un arco di tempo nel quale il Tribunale Amministrativo ha deciso di salvaguardare l’interesse del privato alla prosecuzione dell’attività lavorativa “altrimenti compromessa irreversibilmente dallo sradicamento del chiosco“. Ma via Flaminia 872 è a lavoro anche su quel fronte. “Stiamo ancora lavorando affinché […]