Campodimele / Nuovo direttore Parco Monti Aurunci, spunta De Marchis

 

 

CAMPODIMELE – È bastato che sull’albo pretorio del Parco regionale dei monti Aurunci comparisse la terna di nomi fornita dal presidente Michele Moschetta al Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per far decidere quale nominativo investire dell’incarico di direttore, per far scoppiare, durissima, la contestazione alle ipotesi che sembrerebbero prendere piede.

I tre aspiranti direttori sono Giorgio De Marchis, Oreste Luongo e Gaetano Visca.

Negli ambienti bene informati si dà per certa l’investitura di De Marchis, esponente del PD, attualmente vicino a Enrico Forte e già aspirante sindaco nel capoluogo e candidato al consiglio regionale.

Poiché proprio sul nome del leader latinense dovrebbe cadere la scelta di Zingaretti, gli utenti del Parco e molti liberi pensatori impegnati nelle varie battaglie per l’ambiente hanno deciso di intraprendere una battaglia per denunciare la “poco illuminata” scelta tecnica qualora dovesse essere De Marchis a succedere alla guida della struttura che, con il dott. Giuseppe Marzano, aveva visto nascere e crescere un percorso ricco di realizzazioni e di traguardi ragguardevoli.

Giuseppe Marzano, direttore del parco dei Monti Aurunci

Si contesta all’esponente del capoluogo la sua formazione, senz’altro validissima per altri campi (Laureato in Scienze Politiche, De Marchis opera all’Ater, l’istituto per le case popolari), ma non gli si riconosce una esperienza quale guida coordinante di un ente che ha attinenza con habitat, pastorizia, tutela del territorio, tanto per citarne le priorità.

Giorgio De Marchis

Si fosse trattata di una nomina destinata a durare per cinque anni – commenta Piercarlo Ruggieri, responsabile per la comunicazione del comitato di protesta già attivo da quando si era pure sparsa la voce che la sede sarebbe stata trasferita da Campodimele a Formia, in spregio alle direttive generali che prospettano l’ubicazione della stessa nel cuore dell’area parco- sarebbe stata anche comprensibile in quanto la durata del mandato avrebbe consentito, con il tempo, l’adeguata dimestichezza con le problematiche e le scelte da operare.  

Ma il fatto che il prossimo anno il mandato del direttore verrà a cadere, non supporta la nomina di una figura sicuramente valida per altri settori.  

Non vogliamo, poi, assolutamente credere che l’ipotesi De Marchis risponda a una logica di lottizzazione di incarichi, in quanto, se così fosse, per la prosecuzione del lavoro egregiamente portato avanti dal direttore Marzano sarebbe una jattura qualora la nuova gestione non andasse a sintonizzarsi con gli indirizzi finora seguiti e riconosciuti validi da tutti.  

Vogliamo sperare che il governatore Zingaretti voglia adeguatamente riflettere prima di adottare una decisione in tal senso e confrontarsi con gli interlocutori opportuni ed esperti di argomenti attinenti la gestione delle aree naturali protette!”.

A Ruggieri fa eco, da Campodimele, Ciro Zannella che contesta, nell’ipotesi di direzione De Marchis, il fatto che una direzione specifica debba spettare a un tecnico e non a un politico al quale si addice una presidenza, non certo una responsabilità apicale per la quale sono necessarie certe specifiche abilità operative.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 23 aprile 2017 sul sito “temporeale.info”)

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