Trump rilancia energia nucleare, carbone ed export gas

 

Ritorno ed espansione del settore dell’energia nucleare, facilitazione delle richieste per i progetti legati al carbone, lancio di nuovi programmi offshore per gas e petrolio: sono alcune nelle nuove azioni annunciate dal presidente americano Donald Trump al dipartimento dell’Energia.

Le altre sono l’approvazione della vendita di più gas naturale alla Corea del Sud e di due richieste per l’export di gas naturale dal terminal per il gas liquefatto di Lake Charles, nonché l’ok ad un nuovo oleodotto sino in Messico.

”Passerà sotto il muro”, ha scherzato Trump.

”Non vogliamo che altri Paesi ci tolgano la sovranità e ci dicano cosa dobbiamo fare.

Noi saremo dominanti.  

Esporteremo energia americana in tutto il mondo”, ha esordito il tycoon, annunciando che ”si è aperta l’era d’oro dell’America: abbiamo risorse energetiche quasi senza limiti”.

Trump ha vantato la deregulation nel settore energetico e difeso la decisione di uscire dall’accordo “unilaterale” di Parigi sul clima: “Credetemi, metteva il Paese in grande svantaggio.  

Forse un giorno ci torneremo, ma sarà a condizioni più eque“.

Un messaggio deciso, da Berlino, contro l’isolazionismo di Donald Trump.

Ma Angela Merkel ha a cuore le sorti del suo G20, e venerdì, in un vertice di preparazione coi leader europei, alla presenza del premier Paolo Gentiloni, si è chiarito che gli Usa sono un pilastro del summit (in programma ad Amburgo la prossima settimana) e anche sul clima si cercano soluzioni diplomatiche comuni, pur nel riconoscimento corale dell’accordo di Parigi.

I partner europei accordano le voci nella capitale tedesca, poco ore dopo un nuovo appello della cancelliera a un’Europa che sia in grado di misurarsi progressivamente di più con le sue responsabilità: “Non possiamo più fidarci del fatto che i nostri problemi vengano risolti da altri“, ha affermato parlando al Bundestag in mattinata.

Ma dall’incontro in cancelleria – cui con Gentiloni hanno partecipato Donald Tusk, Jean-Claude Juncker, il francese Emmanuel Macron, la britannica Theresa May, lo spagnolo Mariano Rajoy e la norvegese Erna Solberg – emerge la chiara intenzione di continuare a puntare su una linea che coinvolga Washington.

Chi ritiene che l’isolazionismo sia una risposta alle sfide attuali commette un grave errore“, ha però premesso la cancelliera in Parlamento.

E parole inequivocabili sono state dette anche sul cambiamento climatico: “Una sfida esistenziale per tutti, e l’accordo di Parigi è irrevocabile, non negoziabile“.

I colloqui con Trump “non saranno facili – ha ammesso – il dissenso è aperto“.

Ma, affiancata dagli altri partner, nel primo pomeriggio, Merkel ha poi precisato: “Gli Usa sono una parte importante del G20, faremo di tutto per lavorare anche con loro, senza negare le differenze“.

Noi diciamo un sì convinto all’accordo di Parigi e questo è un messaggio anche ai paesi in via di sviluppo – ha continuato -. Nonostante la decisione degli Usa di uscire, parleremo comunque ad Amburgo dei cambiamenti climatici“.

E Merkel spera in “soluzioni comuni“.

Non porta a nulla se uno Stato viene isolato“, ha aggiunto Macron, rispondendo a chi chiedeva se alla fine ci sarà una dichiarazione comune: “Bisogna lasciare aperta la possibilità di reagire nel medio periodo“.

 

(ANSA del 30 giugno 2017, ore 16:03)

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