Colpo di scena nell’infinita storia di Poveglia che ieri si è improvvisamente riavvicinata ai cittadini, aprendo uno spiraglio sulla futura gestione dell’isola. Il Tar ha infatti considerato immotivato il no che il Demanio diede a «Poveglia per Tutti» nel 2015 quando, dopo l’asta andata a male del 2014, l’associazione chiese una concessione di sei anni per poter investire i soldi raccolti dalla colletta e sistemare l’isola verde. Una sentenza che ha rimesso in moto l’entusiasmo dell’associazione. Lo scenario attuale è infatti quello di una riapertura delle trattative tra «Poveglia per tutti» e il Demanio che dovrà tenere presente le osservazioni del Tar. Grande la gioia dei quasi cinquemila soci che stavano perdendo le speranze dopo l’ennesimo no dello scorso novembre, il provvedimento di non avvicinarsi a Poveglia per presunti problemi di buche ed eventuali crolli e l’avvicinarsi inesorabile della seconda asta, prevista per giugno. Il Tar, con la sentenza 273/2018, sostiene che il diniego nasconde una presa di tempo non motivata, che davanti a una proposta concreta le motivazioni date all’epoca, secondo cui c’erano possibili altri investitori, non giustificano un no, ma soprattutto il Tar sottolinea l’importante finalità sociale della proposta dei cittadini. «Oggi il Tar dopo tre anni dalla nostra richiesta temporanea di avere l’isola per sei anni, ci ha dato ragione» ha dichiarato Lorenzo Pesola, presidente dell’associazione Poveglia per tutti. «Già all’epoca avevamo fatto un lavoro dettagliato, frutto della collaborazione di centinaia di persone, a cui il Demanio aveva dato una risposta insensata. Questa sentenza ci ridà un po’di fiducia e ci permetterà di tornare a negoziare al tavolo con uno Stato che speriamo che sia più attento alle istanze di sussidiarietà orizzontale di cui questa nostra associazione si fa così chiaramente portavoce». E ora, un passo indietro. All’asta senza vincitori del maggio 2014 avevano partecipato l’associazione […]