Il ministro Sergio Costa incontra 23 associazioni ambientaliste: «Condividiamo obiettivi e finalità»

 

Il nuovo ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha invitato oggi al proprio dicastero 23 associazioni ambientaliste, per confrontarsi sui contenuti dell’Agenda ambientalista 2018 da loro elaborata (e già presentata alle forze politiche durante la campagna elettorale). 

Come già dettagliato su queste pagine, l’Agenda ambientalista presenta 50 proposte per 18 filoni tematici, che spaziano dall’energia e il clima alla necessità di andare oltre il Pil, dall’informazione e partecipazione ambientale alla gestione dei rifiuti e l’avanzamento delle bonifiche.

«Vogliamo ribadire – ha commentato il ministro Sergio Costa – l’intenzione ferma, convinta, di far uscire il ministero dell’Ambiente dall’angolo e dargli nell’azione complessiva di governo il ruolo centrale che merita.

L’ambiente è economia, sviluppo produttivo, lavoro e sarà trainante delle politiche governative.

A partire da oggi vogliamo che il legame tra il ministero, le associazioni e i cittadini sia improntato su un dialogo costante. Inauguriamo un percorso nel quale condividiamo obiettivi e finalità».

Una dichiarazione che risponde all’appello delle 23 associazioni – da Greenpeace a Legambiente, dal Wwf alla Lipu per citarne solo alcune –, per le quali il nuovo governo nella sua collegialità deve favorire un cambio di passo nelle politiche ambientali, che faccia capire come il rilancio e la competitività del Paese su scala globale debbano essere fondate su alti standard di qualità per rendere sostenibili le scelte economiche, i consumi, in definitiva la nostra società.

«L’Italia ha bisogno di un ministero dell’Ambiente capace di intervenire con autorevolezza ed efficacia sui tavoli internazionali, su questioni fondamentali per il futuro del Paese», ha aggiunto la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi a margine dell’incontro odierno col ministro Sergio Costa, ricordando quel Patto per l’ecologia firmato sia da M5S sia dalla Lega e che prevedrebbe la trasformazione del ministero dell’Ambiente in ministero dell’Ecologia e della sostenibilità, chiamando il dicastero a favorire la necessaria transizione ecologica dell’economia italiana.

Un compito per il quale occorrono governance intelligente e risorse.

«Serve un ministero agile ed operativo, dotato di risorse adeguate, magari – conclude Bianchi – recuperate cancellando i sussidi dannosi per l’ambiente (a cominciare da quelli a sostegno delle fonti fossili) che complessivamente pesano per ben 16,1 miliardi di euro sulla spesa pubblica».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 giugno 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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